CAPITOLO 5 - passato -

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Ero stesa sul mio letto ad occhi chiusi. Il sole tiepido mi scaldava la guancia e la fronte. Con uno scatto mi alzai e andai alla cassettiera. Passai la mano sul legno bianco, liscio senza increspature.
«Zane!» gridò una voce che veniva dal piano di sotto.
Uscì dalla mia camera e mi diressi nel corridoio per affacciarmi «cosa?»
Era stato lui a chiamarmi. Liam:«Oggi abbiamo in programma di fare una cosa.»
«Ovvero?»
«È una sorpresa. Non posso dirtela.»
«Ma mica c'è scuola?»
«No»
Alla sua affermazione corsi in camera a prepararmi.
Indossai una maglietta rossa scollata davanti,sopra un giubbottino leggero, dei jeans neri e degli stivali neri. Dopodiché andai alla cassettiera e mi feci una coda alta. Dopo dieci minuti ero pronta.
Scesi le scale velocemente e mi sedetti sul divano.
«Liam tu non ti prepari?»
«Io sono già pronto.»
«Ah...»
Dopo un quarto d'ora arrivò Kael con la macchina, che ci portò per la sorpresa.
«Ma tu Liam sai cos'è?»
«Certo è ti piacerà molto.»
«Lo pratico?»
«Praticavi.» disse lui
«Capito.»
Kael mi guardò dallo specchietto retrovisore e alzò una sopracciglia. «Seria? È una cosa che hai praticato da molto piccola, non ricordi nulla. Probabilmente neanche il luogo.»
«Scommettiamo?»
Liam scosse la testa. «È inutile scommettere contro di lui. Perderesti solamente.»
Appena arrivati scesi dalla macchina e mi trovai davanti a un locale: era con una porta al centro, e due vetrine ai lati. Il materiale era sicuramente legno, dipinto da vernice nera.
«Allora il luogo lo riconosci?»
Scossi la testa.
Kael fece un sorrisino. «Bene, che ti avevo detto?»
Ignorai mio padre. L'interno si apriva subito un area piena di tavoli da biliardo. Per ognuno dei tavoli, c'erano sopra tre lampade. Emanavano una luce verde. Evidentemente per non avere spazi bui mentre si giocava.
Il particolare più bello, era il pavimento. Era formato come la tavola di gioco di una scacchiera.
«Ricordi qualcosa?» disse Kael sorpassansomi
Cercai di analizzare bene il posto e poi dissi: «Nulla. Niente da fare buio più totale.»
«Allora te la rinfresco io.» Kael era andato a prendere in un angolo tutte le aste per il biliardo, messe lì, a uso per tutti. Appena presa me ne lanciò una. Fortunatamente avevo dei riflessi abbastanza veloci per non farmela venire addosso. Fece la stessa identica cosa con Liam, che al contrario mio si lanciò in aria per prenderla.
«Qui non ci sono umani?» dissi guardandomi attorno agli altri tavoli da gioco.
«No Zane. Siamo tutti vampiri qui dentro. Il biliardo è un gioco che praticano i vampiri solitamente.» spiegò Kael.
Liam fece ruotare la mazza nella mano destra e andò verso il tavolo. «Chi mi vuole sfidare?»
«Liam non è solo per te. È tutti contro tutti.» disse Kael avanzando nella nostra direzione.
Lo guardai «ci sta.» mi limitai a dire.
La partita iniziò. Kael odiava essere superato e a momenti per quanta forza ci metteva rischiava di ribaltare il tavolo. Liam era impassibile, aspettava il momento giusto per potersi scagliare su uno di noi. Io, invece, mi stavo concentrando per non tirare l'asta addosso a lui per la sua mancanza di non aspettare il proprio turno.
Passò un ora e avevamo fatto più di 15 partite. Qui nel biliardo dei vampiri non c'erano regole. Potevi fare tutto quello che volevi, affinché tu volessi e ne eri consapevole.
«Dunqu-» ma Kael venne fermato da una voce femminile.
«Abbiamo una nuova squadra da affrontare.» disse la vampira. Era vestita con un vestito aderente color rosso sbiadito e stivali alti fino alle ginocchia. Portava capelli sciolti color castano scuri. Sopra il viso c'erano degli occhiali da sole che erano totalmente inutili data non la necessità di sole in quel momento.
Kael si girò. «È noi abbiamo dei rompi scatole invece.»
La vampira gli lanciò uno sguardo di fuoco. Poi fece uno scatto e si ritrovò subito di fronte a lui. La ragazza era un po' più bassa rispetto a Kael, gli arrivava fino alla fine del naso.
«Diamo fastidio?»
«Direi di-» ma venni interrotta pure io.
«Non ti ho chiesto nulla ragazza.»
Liam scosse la testa sia a destra che ha sinistra, sperando di scrocchiare qualche osso.
«Perché sei venuta qui se non ci stai sfidando?» Intervenni.
La vampira annoiata nel parlare, iniziò ad agire. Si lanciò su di me facendomi sbattere contro il muro. Strinsi i denti. I miei occhi divennero ambrati e i canini iniziarono a crescere.
Con uno scatto mi liberai. «Sarà divertente, come non ci sono regole qui non ci sono neanche nell'uccidere.»
Detto questo mi scagliai sulla ragazza, ero pronta a mordere quando mi sentii lanciare altrove.
La vampira mi sbattè sul tavolo da gioco, prese un asta e la spezzò con la gamba. Con uno scatto veloce la incise nel tavolo verde. Appena in tempo riuscì a sportarni ed evitarla. Rotolai sul tavolo fin quando non mi trovai di fronte la vampira. «Non ne hai abbastanza?»
«Quando si inizia un lavoro non si lascia incompleto.» dissi con un lieve sorriso. Detto ciò mi abbassai e presi da sotto il tavolo capovolgendolo sulla ragazza.
La vampira rimase sotto il peso del biliardo cercando di rialzarsi. Mi allontanati, presi il triangolo, che serviva per mettere le palle e dare il colpo iniziale.
Mi avvicinai alla vampira le appoggiati la figura sul viso. «Dicevi tanto...ma adesso non dici più niente?»
La vampira mi fissò con occhi dorati, pieni di odio. «Sappi che-»
La sua voce si fermò di colpo, mi alzai, con il piede feci pressione e la testa partì staccandosi dal resto del corpo. Appena alzai lo sguardo era macchiato di sangue. Portai la mano alla visione degli occhi e poi la avvicinai alla bocca, assaggiando il sangue della vampira.
Mi girai e presi un asta li vicino e la feci ruotare. «Quindi la partita non si fa più?» dissi scherzosa
Mio padre era rimasto ad osservare assieme a Liam. «Perché quelle faccine? Siete terrorizzati.»
«No Zane, siamo fieri.» dissi Kael
Feci una risata e mi avvicinai al tavolo, dove c'era mio fratello a fissare i resti del corpo della ragazza.
«Non pensavo che eri seria.»
«Devi capire che con me non si scherza.» dissi superandolo.
Il resto dei vampiri era rimasto a guardare, uno poi si avvicinò e disse: «Quella era mia cugina, ora toccherà a te seguirla.»
Era un vampiro robusto, alto e con un gilet nero.
«Perché non te la prendi con me?» disse Kael avvicinandosi «Mia figlia ha già fatto.»
«No padre.»
«Si Zane, faccio io.»
Rimasi in silenzio aspettando che qualcuno facesse il primo passo.
Gli occhi ambrati di mio padre si fermarono su quello del vampiro.
«Come ti chiami?» disse il vampiro
«Kael Colhe.»
Il resto dei vampiri si bloccato o sul colpo smettendo di fare quello che stava facendo.
Calò il silenzio e il vampiro e Kael rimasero a fissarsi l'uno con l'altro. Poi uno iniziò a parlare: «Perché avete attaccato? Non vi avevamo fatto nulla.» disse il vampiro stringendo i denti.
Kael si avvicinò: «Non significa nulla. Siamo in rivalità, dobbiamo mantenere la pace tra noi. Almeno. Perché sennò sapete cosa succede?» disse aprendo le braccia, che prima aveva incrociate. «Succede che moriamo tutti.»
Gli altri vampiri fecero un passo indietro.
«Beh allora saremo pronti. Noi non abbiamo paura delle streghe!» disse il cugino della vampira morta.
«SI!!» dissero gli altri vampiri concordando.
Mio padre, lo guardava con i suoi occhi ambrati, il vampiro faceva lo stesso.
«Vuoi ancora discutere e mettere tutti contro?»
Il vampiro rimase in silenzio.
«Lo prendo come un no. Ora sparisci.» gridò.
Il vampiro cadde a terra, rimase immobile. «Non ti voglio più dire nulla, ma quello che tua figlia ha fatto a mia cugina non lo perdonerò mai.»
Kael sbuffò e lo ignorò.
Io, al contrario, sorrisi. Liam che fino a quel momento era rimasto in silenzio parlò : «Vampiro vattene o farai la stessa fine di tua cugina.»
Il vampiro si alzò, diede una rapida occhiata a me, Liam e infine Kael. Poi se ne andò borbottando qualcosa che non riuscì a sentire.
«Andiamocene» disse Kael posando la mazza sul muro.
«È stato bello.»
«Fin quando è durato» disse Liam concludendo la frase.
Quando stavamo andando fuori dal locale andai a scontrare con una ragazza, di statura media, simile alla mia, capelli raccolti in una coda, vestita con un top nero e una gonna di jeans, sopra indossava un maglione leggero di colore nero.
La riconobbi subito: era Amelia, la strega con cui mi ero scontrata per la prima volta e condividevo la classe a scuola.
«Ops...» dissi ridacchiando. Avevo ancora gli occhi dorati.
Amelia mi guardò. Non era da sola, era assieme a sua madre Gwenda.
Kael mi sorpassò innervosito, sia dai vampiri del locale, sia dalla presenza di Gwenda.
«Cos...?» incominciò la madre, ma smise subito di fare la domanda, perché sia io che Kael, e Liam c'eravamo allontanati andando verso la macchina.
«Cosa sarà successo per essere tutti e tre arrabbiati?» chiese Amelia alla madre.
«Non lo so, ma forse potremmo trovare una risposta in quel locale.» disse Gwenda, indicando il locale da cui eravamo usciti.
Gwenda e Amelia entrarono e videro un ampia zona di gioco. «I vampiri giocano...?»
«Probabilmente» disse Gwenda. «E sembra che ci giochino solo loro.»
«Sembravano arrabbiati, ma perché?» domandò sempre Amelia, cercando di arrivare alla spiegazione di tutto ciò.
«Non guardare» disse Gwenda guardando la vampira stesa sotto il peso del tavolo da biliardo, senza la testa e il suo sangue che cola a lentamente...
«Perché non dovrei guardar-» Amelia smise subito di parlare.
«Cosa è successo?» continuò Amelia guardando il corpo senza vita. Vicino a lei si trovava un asta rotta, spezzata in due.
«Certo che qui si gioca proprio bene.» disse disgustata Amelia guardandosi in giro.
«Assi?» disse una voce che non era né di Gwenda, né di Amelia. Lo stesso vampiro che aveva discusso con Kael era di nuovo lì, stavolta di fronte a delle nemiche.
«Lo sapete che non siete nel posto giusto?» domandò sarcastico il vampiro.
«Ma davvero? Non lo so sapevo.» disse Gwenda intervenendo.
Il vampiro annuì solamente.
«Non provarti ad avvicinare.» lo avvisò la strega.
«Certamente faccio quello che mi dici tu.»
Il vampiro si scagliò su Amelia, dato che era la vittima più facile per un vampiro. Una strega adulta era più difficile da uccidere.
Amelia si libererò abbastanza velocemente e poi bisbigliò un incantesimo: 'Prohibe
vampire' . Da Amelia uscì un fascio di luce blu, andando a formare un cerchio, facendo volare via con forza il vampiro, che si andò a scagliare contro un asta, che si incise nella sua schiena.
Il vampiro gridò di dolore, togliendosi l'asta. Successivamente si toccò il petto, dove usciva del sangue,portò le mani agli occhi e i suoi occhi divennero ambrati scuri.
«Hai attaccato un vampiro. Ora te la prenderai sia con me, sia con il vampiro superiore.»
«Il vampiro superiore?» chiese di colpo Amelia.
«Ti spiegherò meglio dopo.» Gwenda si girò con la mano la puntò verso 5 aste e queste iniziarono a fluttuare. Gwenda non aveva più gli occhi normali, erano di un blu chiaro, quasi trasparenti. Le aste, rimaste a mezz'aria iniziarono a fiondarsi contro il vampiro.
Le aste si trafissero nel petto della creatura, facendola cadere a terra.
Amelia si avvicinò al vampiro, ormai incapace di fare più nulla. Forse solamente di chiamare aiuto.
«Vampire evanescet» disse Amelia mettendo la mano di fronte al vampiro.
All'improvviso la creatura iniziò a sgretolarsi in mille pezzi, bruciandolo, facendolo scomparire per sempre.
Gli altri vampiri erano rimasti a guardare, abbassando subito lo sguardo non volendo fare la stessa fine del loro compagno.
«Ora avete visto. Non provate ad attaccarci.»
I vampiri la ingnorarono e si misero a giocare a biliardo.
Mentre uscivano Amelia le chiese: «Ma cos'è un vampiro superiore?»
«I vampiri superiori sono vampiri più forti rispetto a un vampiro normale. C'è ne uno qua...» spiegò Gwenda.
«Zane?»
Gwenda scosse la testa. «È Kael.»
Ad Amelia si fermò il cuore. Zane era figlia di un vampiro superiore? Cosa succedeva? Pensò lei camminando davanti a sé. «È sono più pericolosi rispetto al normale?»
«Si.»
"Quanto?"
«Amelia non lo so, ma sicuramente molto di più, rispetto ad un altro vampiro.» disse mentendole.
Quella discussione si chiuse dopo il ritorno a casa.
                               ***
Nel frattempo Kael stava guidando verso casa, ormai stanco. Liam era dietro assieme a me e guardava fuori dal finestrino. Kael alcune volte ci guardava dallo specchietto retrovisore.
Appena arrivati a casa fui la prima ad entrare e stendermi sul divano.
«Stanca?» domandò Liam
«Un po'.»
Liam si sedette a fianco a me.
«Sappi che noi ti proteggeremo sempre.»
«Non ne dubitavo.» risposi subito «È stata una giornata bella. Grazie per la sorpresa.»
Liam si posò stanco sul divano chiudendo gli occhi. Io mi alzai e mi diressi in camera.

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