CAPITOLO 15 - una nuova notizia -

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mi ritrovai con delle mani a sorreggermi. Appena tornai cosciente capi che era mattina, sabato mattina, e colui che mi stava sorreggendo era liam e kael.
Aprì gli occhi e d'improvviso la finestra si spalancò facendo un grand rumore. Le tende si gonfiarono, la stanza fu invasa da un forte vento. i capelli si scompigliarono…
Kael mi guardò.
gli occhi dorati persi nel vuoto della camera…
si alzò e uscì dalla stanza.
«Dove vai?» domandò liam
«A prendere una cosa.»
«Zane…? se riesci a sentirmi, perfavore non lasciarmi sei la nostra speranza…»
dopo quelle parole Kael fece ritorno nella stanza. Aveva in mano una sacca contenente del liquido rosso.
Kael tirò fuori una cannuccia e la incise nella sacca.
Poi si accucciò e avvicinò la sacca rossa verso di me.
Appena sentii quel liquido arrivare al palato il vento si fermò e le tente tornarono normali.
Liam chiuse gli occhi per un momento. Kael mi guardò.
«Cosa le è successo?»
«Carenza nutruzionale.» disse Kael.
«Ovvero?»
«non beve da tanto… ti ricordi quando lei ha rifiutato di venire a caccia con noi?»
«si.» disse liam guardando Kael.
«ecco questa è una conseguenza della sua decisione.»
liam non rispose.
«ora che si fa?»
«gli ho portato da bere, ma è debole. bisogna lasciarla riposare.»
detto ciò Liam e kael uscirono chiudendo la porta alle spalle. liam si diresse in camera sua, mentre Kael si diresse in salotto.
prese il giubbotto e uscì senza avvisare; arrivò alla macchina e partì verso londra.
appena davanti alla prigione di londra entrò.
lo spazio era buio, ma con qualche luce il posto era gradevole.
poi si avvicinò verso una persona di servizio lì vicino.
«salve, vorrei vedere una persona.»
l'uomo alzò la testa.
«Come scusi?»
«vorrei vedere una persona» ripeté.
l'uomo si girò verso un mazzetto di chiavi, le prese e si alzò.
«come si chiama la persona?»
«amelia Emerson»
l'uomo aprì un registro e andò a cercare nella prima fila il nome Amelia.
appena lo trovò guardò, rimase a guardare bene e poi aprì la porta.
«se mi vuole seguire.» disse infine.
«Certamente.»
kael venne condotto verso vari corridoi per poi arrivare alla cella di Amelia.
kael si fermò.
«ci può lasciare soli?» disse rivolgendosi al tipo.
«Assolutamente.»
Poi a passo lento uscì dal raggio visivo di Kael.
«allora…» iniziò.  «abbiamo capito?»
amelia alzò la testa.
«appena uscirò di qui, la prima cosa che farò sarà uccidere tua figlia. non la rivedrai mai più.»
«non uscirai così in fretta.»
«mia madre ver-»
Kael scosse la testa divertito. «tua madre non sa nulla.» mentì.
«non glielo hai detto?» la voce di amelia sembrava con avere peso.
«Secondo te, io sono una persona che va a dire cose?»
Amelia si ritrasse entrando nella penombra.
«comunque.» continuò kael. «dovrò purtroppo tirarti fuori…»
«come mai? cambiato idea?»
«per nulla, ma solo che a breve ci sarà una riunione tra me e tua mamma e non solo.» spiegò.
«chi ci sarebbe di altro?»
«conosci silas?»
«È uno del clatos?»
kael si accovacciò.
«si è del clatos. e non ci sarà solo lui.
ci saranno tutti i membri.»
«quando sarà la riunione?» domandò poi Amelia.
«a breve.»
«quanto breve?»
«non ti dirò nulla.» disse poi chiudendo la discussione.
«abbiamo finito!» gridò kael a voce alta cosi da farsi sentire pure dall'uomo.
«no aspetta!» gridò Amelia, ma era già troppo tardi.

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