CAPITOLO 23

2 1 0
                                        

per tutta la settimana le mie giornate erano tranquille e banali.
facevo le stesse cose ogni giorno.
andavo a scuola, tornavo, facevo i compiti quando ne avevo voglia e ascoltavo la mia playlist preferita stando sul letto.
ma proprio in quel giorno che incontrai nuovamente conor. non si faceva vedere molto in giro.
«conor.» lo chiamai.
lui si fermò e mi guardò. «dimmi?»
«come stai? è da tanto che non ci si vede in giro.»
«si è vero e che...ultimamente sono un po' impegnato...»
lo guardai. «in che genere di cose?»
«non posso, scusa.» disse poi chiudendo la conversazione e allontanarsi.
i miei occhi caddero sulla figura che scomparve dietro al muro.
«strano...» borbottai per poi dirigermi verso il nuovo ragazzo.
camminai per vari corridoi dell'istituto per essere bloccata.
«ehy.» disse
«ehy.» dissi
il suo viso perfetto mi guardò.
«quando mi chiederai di dirti il tuo nome?» domandai.
«Non lo so.» disse prendendomi in giro.
alzai gli occhi al cielo.
«dio...» disse. «vuoi accompagnarmi alla mensa?»
rimasi sconvolta.
«beh si, non ho nulla da fare, e stare con te non mi dispiace.»
lui si mise a ridere.
arrivati alla mensa, c'erano già molti studenti che si mettevano in fila per prendere il cibo.
«avrai fame.» disse di colpo.
stavolta mi bloccai io di colpo. «no fermo!»
si girò con un espressione confusa. alzò le braccia. «cosa?»
«ehm...ho già mangiato.»
«ma dai, mi fai compagnia!»
«no.» dissi dura.
lasciò i muscoli rilassarsi. «perfavore.»
indurì la mascella. «va bene, ma prendo solo un pezzo di pane.»
si allontanò per prendere un vassoio, io decisamente contraria andai a sedermi nell'ultimo tavolo libero al buio.
sapevo bene a cosa sarei andata in contro ma avevo già mangiato. Quando ero stata ad etril, con kael e non mi successe nulla.
sospirai.
quando lui tornò alzai lo sguardo.
«Cosa hai preso?»
«una pasta, e per te, come hai chiesto un pezzo di pane.» disse, ma stava ridendo.
«mi hai preso qualcos'altro?»
«si...» disse allargando il sorriso. tirò da dietro un piatto uguale al suo.
chiusi gli occhi.
«perché?»
«non potevo lasciarti così, e poi sappi che io non credo a ciò che mi hai detto riguardo al - ho già mangiato-.»
alzai gli occhi al cielo. «va bene.»
mentre mangiavamo io e lui ci raccontavamo varie cose, ma sapevo che non mi voleva dire il suo nome, ma in qualche modo glielo avrei fatto dire.
quando suonò la campanella mi alzai presi lo zaino e mi allontanai senza dire nulla.
«aspetta-» ma ormai ero già troppo lontana per voler girarmi e ascoltarlo. mentre io mi allontanavo lui mi guardava ma il suo sguardo venne distolto dalla stessa ragazza con cui io avevo avuto quasi uno scontro.
«Ehi ciao.» disse avvicinandosi in modo buffo.
il ragazzo la guardò in modo strano. il modo in cui si muoveva faceva davvero ridere.
«cosa c'è?» disse lui, mettendosi con le braccia incrociate.
«lascia perdere lei.» disse girandogli intorno come una predatrice, aspettando il momento migliore per beccarlo alle spalle.
«scusa, ma no. magari lascimi stare tu. neanche mi conosci, non abbiamo niente in comune." disse rivolgendole uno sguardo disperato.
isabelle finalmente si fermò. «almeno sai come si chiama?»
«no, ma non me lo dire!» gridò arrabbiato tappandosi le orecchie.
si mise a ridere, imitandolo.
«vattene.» disse poi.
«ti stai arrabbiando?» disse in modo divertito.
«sappi che non te lo ripeterò più.» ripeté alzando il tono di voce.
la folla di ragazzi nella mensa non aveva fatto tanto caso a loro due, forse solamente alcuni ragazzi.
la ragazza si avvicinò un po' troppo e il ragazzo rimase fermo lì dov'era.
nel frattempo che loro si davano sguardi di odio, liam fece ingresso nella sala mensa della scuola.
iniziò a guardarsi intorno cercando qualcuno.
«sta cercando la sorella...» disse isabelle lamentandosi alzando gli occhi al cielo.
appena lo sguardo di liam cadde su loro due iniziò a incamminarsi verso di loro.
«allora, calmiamoci qui okay? niente lotte o risse.» disse mettendosi in mezzo allontanando del tutto entrambi.
«cosa è successo?»
«nulla.» dissero in coro.
«come volete, non ne voglio fare parte.»
«cosa sei venuto a fare?» lo inquadrò Isabelle.
liam si girò verso di lei. «sono venuto per cercare...ehm...zane.» mentì
«se vuoi cercare tua sorella, è appena uscita poco fa da qui.» intervenì il ragazzo.
«bene, grazie.» disse scrollando le spalle. «e tu niente risse.» disse rivolgendosi a isabelle un altra volta.
«non sono tua sorella.»
liam lo ignorò e uscì dalla sala mensa lasciando il ragazzo e la ragazza da soli.

 Starting The EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora