Dopo una notte trascorsa lì, seduto dietro la porta della sua, ormai, vecchia casa, all'alba, Simone, trovò il coraggio di alzarsi e lasciarsi alle spalle non solo quel luogo di momenti felici ma anche Manuel e quella che era la sua vita fino al giorno prima.
Sentendosi libero di fare sfogo alla sua tristezza, scese le scale del palazzo piangendo e tirando su col naso di tanto in tanto.
Nel mentre, scrisse un messaggio a Daniele:
Buongiorno, scusami per l'ora. Ho parlato con Manuel, è finita. Più tardi, se ti va, ti racconto. Grazie di tutto.
La risposta che ricevette poco dopo lo rassicurò un minimo, anche se era sempre stato convinto che da Daniele avrebbe avuto il massimo appoggio.
Vieni qua, ti aspetto. Puoi restare quanto vuoi.
Egoisticamente, leggendo quell'ultima frase, Simone tirò un sospiro di sollievo. Nessuno era a conoscenza della condizione in cui versava, non aveva un posto in cui stare e la proposta del suo amico era una piccola base dalla quale ripartire.
Velocemente salì in macchina, mise in moto e si diresse a casa di Daniele.
Al suo arrivo, Simone trovò subito le braccia gentili e confortevoli di Daniele a dargli sostegno.
«Hai fatto colazione? Ti preparo qualcosa» chiese, preoccupato, Daniele.
«No, non ti preoccupare, non ho fame. Ieri sera gli ho detto tutto e poi sono rimasto lì, sul pianerottolo. È stata dura lasciarlo andare»
«Come l'ha presa?»
«Male. Malissimo. Ho pure scritto a Chicca che ci siamo lasciati e di stargli vicino. Ma non avevo altra scelta. Capisci che non potevo dirgli la verità? L'avrei soltanto fatto soffrire»
«E ora che hai ottenuto invece?» disse Daniele senza mai risultare inquisitorio.
«Manuel adesso può dimenticarmi, rifarsi una vita ed essere felice. Se gli avessi detto la verità mi sarebbe stato accanto, poi magari sarebbe andata male e lui avrebbe vissuto nel ricordo di ciò che eravamo stati fino alla fine dei suoi giorni, e io non potevo permettere una cosa del genere».Gli occhi di Simone si fecero immediatamente lucidi.
Ci mise tutto sé stesso per non sbriciolarsi su un freddo divano davanti al suo migliore amico, ma fallì, scoppiando in un pianto che trovò consolazione in Daniele, che subito lo abbracciò, ripetendogli, nonostante non condividesse la sua scelta, quanto era stato forte a scombussolare la sua vita pur di proteggere quella dell'uomo che ama, che lui ce l'avrebbe fatta, avrebbe sconfitto la malattia e si sarebbe ripreso Manuel e che, soprattutto, non era solo e non lo sarebbe mai stato.***
Se c'era una cosa in cui Manuel era un fuoriclasse, questa era fingere.
Fingeva sempre che andasse tutto bene, un po' per non far preoccupare nessuno e un po' per crederci anche lui stesso.
E così tentò di fare anche quel giorno.Si era svegliato nel cuore della notte dopo essersi addormentato seduto a terra con le spalle alla porta e, con non poca fatica, si trascinò al letto.
Quel letto troppo grande per una sola persona.
Quel letto che, improvvisamente, era tornato ad essere troppo vuoto.Non era riuscito ad addormentarsi di nuovo, troppi pensieri affollavano la sua mente e quando la sveglia, alle sei in punto, suonò, la spense, deciso a restare in casa tutto il giorno senza muovere un muscolo e, soprattutto, senza incrociare sguardi che potessero leggergli negli occhi il dolore che stava provando.
Voleva stare da solo.
Voleva limitare la sua vita sociale ed aveva deciso di non andare al lavoro, avendo almeno la premura di avvisare, inventando la scusa dell'influenza come quando andava al liceo.
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I'll be coming home, wait for me
FanficLa tranquilla vita di Manuel e Simone, innamorati l'uno dell'altro, viene sconvolta dalla decisione di uno dei due di allontanarsi dall'altro. Ispirata da @norasr96