Capitolo 9.

2K 87 22
                                    


Appoggio i piedi sul pavimento freddo: non provo niente.

Ormai è passata una settimana da quel famoso sabato sera in discoteca, ma io non ho ancora recuperato la memoria.

Come se non bastasse, mi comporto come se non avessi sentimenti, fredda, impassibile e lontana da tutti.

Intorno a me tutto ha perso colore, ma non so spiegarmi il motivo: so solo che devo farlo.

L'unico passo avanti che ho fatto è stato ritornare alla 316; dopo di che, tutti mi fanno da badante: mi portano da mangiare e cercano di farmi parlare.

Sì, perché dall'ultimo colloquio con Mirko non ho più proferito parola con nessuno.

Il riccio entra e mi vede seduta sul letto con lo sguardo fisso nel vuoto.

-"Ben svegliata. Come andiamo oggi?"

Ha in mano un vassoio con la colazione. Si siede accanto a me e mi bacia sulla guancia.

Ci sono abituata: ormai è una routine, ma non sento più il brivido del suo tocco e il mio cuore sembra sempre spento quando sono in sua compagnia.

La cosa che mi incuriosisce di più in questo periodo è il comportamento dei miei amici, soprattutto quelli di Anna e di Mirko: sono sempre molto gentili e piuttosto ottimisti nei miei confronti e tutte le volte mi sento in colpa perché non ricevono neanche un misero "grazie" da me.

Non credo, però, che questa volta si tratti di orgoglio: c'è qualcosa di più e l'unico modo per fare ordine nella mia testa è recuperare quei ricordi, anche se dolorosi.

Già, ma come faccio? Chi può aiutarmi a ricordate se non io stessa?

-"Guarda che se non mangi tu, quella ciambella finisce dritta nella mia pancia!", mi stuzzica il riccio.

Allontano il vassoio con disgusto e mi alzo dal letto per andare a vestirmi.

Quando torno dal bagno Mirko è ancora seduto sul letto.

Prendo lo zaino e, senza dire niente, vado verso la porta della 316.

Ad un tratto, una mano mi afferra il polso. Mi giro verso di lui e me lo trovo vicino, molto vicino, troppo vicino.

Per la prima volta in una settimana sento il mio cuore agitarsi, anche se ancora debolmente, alla sua presenza.

La mente mi riporta al passato, a quella sera, in cui io lo avevo baciato fuori dalla discoteca.

Un tocco di labbra magnifico, degno di applausi...poi, tutto nero. Vuoto assoluto.

-"Quanto ancora dovrà andare avanti questa storia?", mi chiede lui penetrandomi con i suoi occhi.

Abbasso lo sguardo sulla sua felpa e provo l'istinto di abbracciarlo, ma qualcosa mi impedisce di farlo.

Così mi stacco violentemente da lui ed esco per andare in classe.

Fuori dall'aula ci sono Laura, Simone, Anna e Francesca. Persino quest'ultima si sta comportando in modo gentile con me.

-"Ehi, come va? Hai mangiato qualcosa?", chiede la bionda avvicinandosi a me.

Annuisco e poi abbasso gli occhi. Quest'ultimo gesto è il mio errore.

Simone infatti si accorge subito che sto mentendo.

-"Non è vero. Non hai mangiato. Di nuovo."

-"Chiara, se ti ostini a non mangiare dovrai ritornare in infermeria e noi non vogliamo vederti in un letto di ospedale", interviene Laura.

316. Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora