Capitolo 10.

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Da quella sera non è successo più nulla di interessante: io soffro, come al solito, sto nella 316 sperando di non vomitare quando vedo Mirko e Anna insieme e cerco di evitare Davide, che, dopo il suo tentativo di baciarmi sul tetto del college, mi cerca di continuo.

I miei unici punti di appoggio sono Laura e Simone, su di loro posso sempre contare, anche se a volte Laura deve dividere me e Simone per evitare una rissa che finirebbe con una strage.

Con Anna sono rimasta amica, anche se lei forse non sembra capire il mio stato d'animo in questo momento, cosa strana, visto che riesce sempre a capire quello che ho.

Probabilmente è troppo occupata a godersi il suo riccio e non la biasimo per questo.

Oltre ad evitare Davide, cerco anche di non rimanere sola con Mirko: non voglio che cominci a parlarmi e non desidero neanche lontanamente farlo.

Adesso tutte le mattine mi alzo più presto del solito, per vedere se qualcosa cambia, ma niente: la situazione è sempre quella.

-"Ehii, svegliati che è tardi!"

Mi alzo di scatto per lo spavento. Non ho impostato la sveglia questa mattina.

-"Ma sei scema? Che cazzo urli?"

Rivolgo un'occhiataccia alla bionda.

Intanto vedo Mirko ridere dietro di lei.

Nonostante tutto, mi perdo ancora nel suo sorriso, nei suoi occhi, nei suoi capelli, nella sua bocca, nel suo fisico.

Insomma, mi perdo ancora in lui.

Mi alzo dal letto controvoglia e apro l'armadio.

Prendo una maglietta a maniche corte grigia e dei jeans stretti e strappati e ovviamente, le mie fidate Stan Smith.

Prendo la roba e vado in bagno, rifilando ogni tanto uno sguardo alla coppia. Dopo un po' esco.

-"Finalmente, iniziavo a sospettare che ti fossi persa", ridacchia il riccio grattandosi il collo imbarazzato.

Lo ignoro. Prendo lo zaino e me ne vado senza nessun'altra parola.

Mi dirigo in classe. Sono quasi già tutti lì.

-"Ciao rossa, come stai oggi?", mi chiede Simone.

Lo abbraccio e lo bacio sulla guancia per trovare la forza di passare la giornata.

-"Come vuoi che stia? Come al solito."

-"Ciao Chiara, ehi ma...ti vedo dimagrita!", esclama Laura un po' preoccupata.

Mi guardo le gambe. In effetti, sono più sottili di quanto mi ricordassi.

-"Ma no, sarà una tua impressione!", dico scuotendo la mano per rassicurarla.

-"Va beh...", sospira lei poco convinta.

Mi siedo in parte a Simone, vicino alla finestra.

Ormai è diventato il mio posto solito e costituisce la mia fuga dal mondo quando mi annoio ad ascoltare la profe di storia: infatti, posso guardare fuori dalla finestra tutte le volte che voglio.

Da lì si vedono case, prati e strade che mi invogliano a scappare di lì, lontana una volta per tutte da quel mondo e da quel riccio che mi aveva salvata e nello stesso tempo uccisa.

Suona la campana ed entra la profe di scienze.

-"Oggi ragazzi interroghiamo...Trovato, vuoi venire tu?"

Tutta la classe si gira verso Mirko, che nel frattempo è sbiancato.

Sembro l'unica a capire il perché: scienze e matematica non sono proprio il suo forte, come me con italiano e fisica.

316. Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora