Capitolo 17.

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Guardo Mirko davanti a me. È ancora agitato.

Frugo nelle tasche degli shorts per vedere se ho qualcosa che possa calmarlo, ma trovo solo la sigaretta che mi aveva dato prima Leonardo.

Gliela offro.

-"La vuoi?"

La guarda e me la strappa dalle mani.

Poi cerca l'accendino nei suoi pantaloni e fa il primo tiro.

Si rilassa un poco. Resto stupita. Non pensavo che Mirko fumasse.

Sono comunque nervosa. Non riesco a spiegarmi il comportamento del riccio di questi ultimi giorni.

Prima parla di ricatto, poi mi copre di complimenti e infine si agita per una frase.

Resto ferma a guardarlo mentre gioca con delle nuvolette di fumo, impaziente di sentire una buona spiegazione uscirgli da quella bocca.

Passati dieci minuti, mi schiarisco la voce e incrocio le braccia al petto, non smettendo di guardarlo.

Mirko fissa il suo sguardo su di me e butta per terra quello che resta della sigaretta.

-"Allora? Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo?", glo chiedo incrociando le braccia al petto.

Si mette le mani in tasca e fa un respiro profondo.

-"Non voglio perderti."

-"Ma che stai dicendo? Le tue frasi non hanno un nesso logico, Mirko! Spiegati meglio. Perché dovresti perdermi ancora di più, visto tutto quello che mi hai fatto passare in questi ultimi giorni?"

Il mio tono nelle ultime parole è forse stato troppo duro, ma era necessario.

Sono stufa di vivere all'ombra della verità. Sono stufa di essere esclusa da alcuni argomenti solo perché potrebbero essere "pericolosi" per me.

Vedo Mirko tirare un altro sospiro.

-"Perché dopo quello che ti dirò questa sera, mi considererai un mostro e non vorrai neppure più vedermi. E io non posso sopportare questa cosa. Io...io ti amo."

Resto ancora stupita alle sue parole, soprattutto le ultime due.

Quella schietta dichiarazione di amore mi fa saltare il cuore dalla cassa toracica alla gola in pochi secondi.

-"Com'è possibile che tu mi ami se mi hai mollato per Giada?", gli chiedo confusa.

-"È una storia lunga e complicata e..."

-"...E?"

-"Potrebbe non piacerti.", conclude lui.

Mi siedo su un muretto lì vicino e invito Mirko a fare lo stesso.

Torno a guardarlo intensamente e penso che sia bellissimo in tutti i modi: stronzo, perverso, acido, dolce, imbarazzato, incazzato.

Cerco di non pensare a quanto sia terribilmente bello e lo sprono a continuare. Altro sospiro.

-"Va bene. Tutto iniziò tre anni fa, quando andava ancora tutto bene, io non ero tanto popolare a scuola e facevo la mia vita, come tutti gli altri ragazzi. Per un certo periodo fu tutto tranquillo, ma un giorno conobbi Giacomo e la sua compagnia. Sapevo benissimo che era la banda più violenta della scuola e quando me li ritrovai davanti a casa mi innervosii a tal punto da farmi sbiancare le nocche. Il capo banda, ricordo ancora, venne verso di me e mi disse che aveva visto in me qualcosa per cui valesse che io entrassi a far parte della sua compagnia di bulli: piacevo ad un sacco di ragazze e sapevo difendermi molto bene. Lì per lì rifiutai, mettendomi a ridere per le assurdità che uscivano dalla sua bocca, ma in realtà la proposta mi allettava, così ci riflettei sopra. Pochi giorni dopo mi ritrovai coinvolto in una rissa e ne uscii vincitore, anche se con qualche 'ammaccatura'..."

316. Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora