Capitolo 21.

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Chiara's point of view
Incrocio le braccia e guardo con odio la valigia appoggiata sul letto.

Non si chiude.

Il rumore della cerniera che va avanti a fatica è fastidioso.

Eppure, mi sembrava di aver piegato decentemente i vestiti, certo non alla perfezione come solo una madre sa fare, ma almeno non erano appallottolati.

-"Serve una mano?"

Mi giro nel riconoscere la voce di Mirko e gli sorrido.

La sua valigia nera è fuori dalla porta.

Mi volto di nuovo verso il letto e socchiudo gli occhi, come se volessi lanciare una sfida alla valigia.

-"Questa bastarda ha deciso di non chiudersi."

Il riccio ridacchia e scuote la testa, poi si avvicina al letto e mi ordina di sedermi sopra il bagaglio.

Poi, con uno scatto, chiude la cerniera senza fatica.

-"Un giorno di questi dovrai insegnarmi qualche trucchetto."

-"Se sono trucchi, non posso insegnarteli", dice lui tranquillamente.

Faccio la finta arrabbiata e borbotto tra me e me.

-"Stronzo."

Lui mi circonda la spalla con un braccio e mi dà un bacio sulla guancia.

Mi giro verso di lui ancora col broncio.

-"Non hai risolto niente così."

Sbuffa altezzoso e mi lascia un bacio sul naso.

-"Neanche così."

Lui sorride e avvicina le sue labbra alle mie, ma prima che possa sfiorarle, sguscio da sotto il suo braccio e mi dirigo fuori, lasciando come ultimo saluto un terzo dito.

Nel parcheggio ci sono già tutti: Francesca è seduta sulla sua valigia con le gambe accavallate, intenta a fumare una sigaretta; Anna gesticola e parla con Laura, che sbadiglia annuendo con la testa; Rossella parla al telefono con qualcuno, facendo avanti e indietro abbastanza arrabbiata; Simone è seduto su un muretto lì vicino e si diverte a lanciare dei sassolini per terra.

Al nostro arrivo, tutti si voltano, eccetto Rossella, che sta ancora parlando, o meglio urlando, la telefono.

-"...ma mamma cosa ti costa? È una settimana, mica per sempre...
È una mia amica, mamma. Sì. Sì. Ti ho detto di SÌ. D'ACCORDO CIAO."

Finalmente si gira e fa un sospiro di sollievo.

-"Non chiedetemi nulla", ci anticipa vedendo le nostre facce.

Prima che qualcuno possa ribattere, una macchina grigio metallizzata entra nel parcheggio.

Il cuore inizia a battermi forte. L'auto si spegne.

La portiera si apre.

Una testa castano chiaro sbuca dal sedile del guidatore. Due occhi nocciola si posano sui miei.
Una sua mano si alza per salutare e la sua bocca si apre in un sorriso bianchissimo.

Sorrido di rimando e mi fiondo verso di lui, incurante dei miei amici.

Le sue braccia si allargano e mi accolgono.

È una giornata di sole, ma tra le sue braccia sento un calore familiare, il suo profumo di casa è inconfondibile.

Chiudo gli occhi, mentre lui mi bacia sui capelli.

316. Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora