Capitolo 24.

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Il locale è esattamente come me lo ricordavo. Nulla è cambiato dall'ultima volta che sono stata lì.
I ricordi, belli e brutti, cominciano a riaffiorare nella mia mente in un turbinio di emozioni incontrollate che quasi mi fanno mancare il respiro.

-"Mirko?"

Una voce chiama il riccio e contemporaneamente mi distoglie dai ricordi.

Mi giro verso quel suono che sento familiare nonostante il volume altissimo della musica.

Non posso credere ai miei occhi. Davanti a me c'è lui: biondo scuro, occhi castani. Solo un nome affiora nella mia testa. Lorenzo.

Senza dargli il tempo di realizzare gli circondo il collo con le braccia e lo stringo forte, mentre lui ricambia prendendomi per i fianchi.

Erano secoli che non lo vedevo.

Con lui avevo condiviso tutta la mia infanzia e una parte dell'inizio della mia adolescenza, fino a quando lui aveva cambiato scuola e città.

Fino a quel momento mi ero dimenticata della presenza di Mirko e anche del fatto che Lorenzo lo avesse chiamato per nome.

Come si conoscevano quei due?

Mi sciolgo dall'abbraccio del biondo. Gli sorrido ancora incredula.

-"È strano ritrovarsi qui, dopo tutto questo tempo, è qui che..."

Non mi lascia finire la frase.

-"...che ti ho detto che mi sarei trasferito."

Annuisco e sorrido triste.

Al tempo quel locale era un'innocente e piccola gelateria e quando mi aveva dato la notizia io ero scappata via con le lacrime agli occhi.

Non l'avevo più rivisto e non gli avevo più scritto.

Ero stata ingiusta con lui, avrei dovuto salutarlo come si deve, ma avevo solo tredici anni, mi sentivo debole e non volevo dire addio ad una persona così importante per me.

Riscossa dal cambiamento di una canzone, mi ricordo improvvisamente della presenza del riccio.

-"Scusa Lorenz, non ti ho ancora presentato Mirko, il mio r..."

Per la seconda volta nel giro di neanche due minuti mi interrompe e completa il mio pensiero.

Una volta mi avrebbe dato fastidio, ma ora capisco che tra me e lui non è cambiato nulla, riusciamo ancora a capirci perfettamente.

-"...il tuo ragazzo, lo so. Ho avuto il piacere di incontrarlo questo pomeriggio. Sono io che l'ho invitato a venire qui."

Guardo il riccio con aria interrogativa mentre lui è ancora stupito per la scena appena avvenuta.

Lorenzo si rivolge a Mirko.

-"Non sapevo che fosse lei la tua ragazza."

Mi rivolge un rapido sguardo e poi sorride.

-"Sei fortunato, davvero fortunato."

Lo dice quasi a se stesso.

Mirko sorride a sua volta. Poi decido di rompere il silenzio imbarazzante.

-"Vi ricordo che siamo in una discoteca, e i luoghi come questi non sono fatti per vivere momenti in cui non si sa cosa dire. Quindi, cari i miei ragazzi, se voi volete restare qui a guardarvi negli occhi senza parlare fate pure, io vado a prendere qualcosa da bere."

Detto questo, faccio per andarmene, ma il riccio, come programmato, mi segue.

-"Vado con lei per assicurarmi che non combini guai."

316. Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora