Capitolo 22.

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Chiara's point of view
Appena scatta la serratura apro la porta.

Un profumo di orchidea invade le mie narici.

Tanti, troppi ricordi si accumulano nella mia mente.

Vedo una piccola me saltare sul letto con un bambino dagli occhioni azzurri, vedo me seduta alla scrivania a fare i compiti, vedo me tirare fuori il telefono da nascondigli segreti fingendo di studiare.

E poi ci sono io. Qui. Ora.

Tante cose sono cambiate, ma la mia camera resterà sempre la stessa.

Mamma ha mantenuto la sua promessa: non ha toccato niente dalla mia partenza per il college.

Appoggio la borsa sul letto e mi siedo sospirando.

Sento un "toc toc" improvviso. Mi giro verso la porta. Mirko.

-"Posso entrare o disturbo il momento di riflessione?"

Sorrido e appoggio la mano sul letto per invitarlo a sedersi.

Lui lo fa. Restiamo in silenzio per due o tre minuti.

L'unica cosa che sento è il battito del mio cuore e il fruscio lontano delle foglie fuori dalla finestra.

-"A che pensi?", chiede lui a un tratto.

-"A tutto."

-"Cioè?"

-"Cioè com'è cambiata la mia vita da quando sono al college. Da quando ho conosciuto Rossella e Francesca. Da quando ho conosciuto te."

Mi giro verso di lui e studio la sua espressione.

Gli occhi brillano, la bocca è appena accennata in un sorriso.

Mi soffermo sulle labbra e non posso fare a meno di avvicinare una mano per sfiorarle.

Sono morbide, rosa, decise.

La mano di Mirko prende la mia e la porta sul suo addome.

-"Senti?"

Resto confusa per un attimo.

-"Cosa dovrei sentire?"

-"Il mio stomaco esige cibo. Andiamo giù?"

Resto bloccata per un attimo con la bocca aperta, poi mi alzo di scatto, prendo un cuscino e glielo tiro in faccia.

-"Fanculo bastardo."

Lui scoppia a ridere e mi rilancia il cuscino, che prendo al volo e appoggio di nuovo sul letto.

Poi, senza guardarlo in faccia mi dirigo verso la porta.

Prima che possa uscire, un braccio mi gira di scatto e un corpo mi sbatte contro la porta, facendola chiudere con un tonfo.

Immediatamente le sue labbra sono sulle mie, le sue mani sulle mie guance, le mie intorno al suo collo, i nostri corpi in perfetta armonia.

Mirko si stacca per un attimo. Apro gli occhi e incontro i suoi color cioccolato.

-"Resta comunque il fatto che sei uno stronzo", concludo io.

Mi fingo arrabbiata.

Lui accenna un sorriso e scuote la testa.

-"Sei una permalosona."

Prima che possa ribattere sento una voce da fuori.

-"Ragazzi va tutto bene là dentro?"

Il tono è preoccupato e divertito allo stesso tempo. Simone.

Mirko mi appoggia un dito sulla bocca e mi sussurra "shh".

316. Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora