Capitolo 30.

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Mi volto verso Rossella chiedendole spiegazioni.

Lei scuote la testa e mima un "non adesso Chiara".

Mi giro di nuovo verso il padrone di casa. Un largo sorriso accompagna il suo volto. I suoi occhi a mandorla sono puntati su di noi.

Ad un certo punto allunga il braccio verso di me.

-"Come ti chiami dolcezza?"

Lo guardo duramente senza dire una parola.

-"Non ti deve interessare come si chiama, non ti deve interessare nessuno dei loro nomi."

La voce di Mirko fa capolino da dietro il nostro gruppo. Ci giriamo di colpo verso il riccio, più bello che mai.

Sta guardando quello che una volta era il suo migliore amico come se volesse ucciderlo.

-"È così che saluti un vecchio amico, Mirko Trovato?"

Il riccio fa un passo verso di lui, i pugni chiusi pronti a sferrare un pugno.

Di scatto gli prendo la mano fermandolo. Non so cosa mi sia preso, ma la coscienza ha avuto la meglio.

Il riccio mi guarda. L'espressione rabbiosa di prima è stata sostituita da stupore.

Lo guardo intensamente nei suoi occhi castani e scuoto leggermente la testa per intimarlo di fermarsi. Il suo pugno si allenta leggermente nella mia stretta.

-"Ma guardati, da quando dipendi da una ragazza?"

Questa volta il riccio non si fa provocare, non si volta nemmeno a guardarlo. I suoi occhi sono fissi sui miei.

-"Da quando non dipendo più da te."

Gli risponde facendo un mezzo sorriso, a cui io rispondo.

I nostri amici guardano la scena soddisfatti. Lo sguardo sul volto di Giacomo non ha eguali.

-"Ragazzi, questa festa è penosa, perché non portiamo le nostre good vibes da un'altra parte?"

Le parole di Laura sono musica per le mie orecchie, e anche per quelle di tutti gli altri.

-"Ciao Giacomo, non posso dire che sia stato un piacere conoscerti.", dice Anna mandandogli un bacio volante.

E, prima di uscire dalla porta, mi giro un'ultima volta verso di lui, facendogli il dito medio.

***

-"QUESTA È LA SERATA PIÙ BELLA DELLA MIA VITA!", urla Simone al vento in piedi sulla sua bicicletta.

Dopo la fuga da casa di Giacomo abbiamo rubato delle bici dal parcheggio del college.

In quel momento non ci importava delle conseguenze, dovevamo averle e scappare via per una notte.

-"Attento al palo!!", esclama Laura al moro che stava per schiantarsi sorridente contro un lampione.

Io e Anna ridacchiamo e sorridiamo mentre la musica che viene pompata nella cassa di Rossella accompagna le nostre voci.

Ogni tanto mi giro verso Mirko. Lo vedo felice e rilassato, come se si fosse finalmente tolto un grande peso dal petto. Un peso durato fin troppo.

Lui ricambia il mio sguardo. Mi giro di scatto arrossendo e guardando di nuovo la strada: dopotutto io e lui non stiamo più insieme, non posso fissarlo come una psicopatica.

316. Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora