SKYLER
<<Chi sa chi scrisse questo poema?>>, chiese Carter guardando interrogativo i partecipanti.
Quella mattina alzarsi era stato più complicato del previsto, ma più che alzarsi lo era stato addormentarsi la sera prima.
Non ero riuscita a darmi pace nemmeno per un minuto ed il quantitativo di caffè che avevo bevuto ne era la conferma.
<<Goldoni>>, una voce maschile molto roca rimbombò per tutta la stanza.
Non l'avevo mai udita negli anni, così mi voltai e scrutai un ragazzo incappucciato con le braccia incrociate.
Faceva quasi impressione.
<<Ci farebbe la cortesia di togliersi quel cappuccio signor..>>, rimase interrogativo il professore non avendo una chiara visione del suo volto.
<<Michael Mori>>, continuò il ragazzo abbassandosi il cappuccio.
I capelli corvini gli ricadevano sulla fronte quasi coprendo gli occhi verdi che ora mi stavano studiando.
Era a dir poco stupendo.
<<Piacere, splendore>>, disse questa volta rivolgendosi a me e facendo voltare verso di noi anche quelle poche persone che ancora non lo avevano fatto.
Stavo per dire qualcosa ma Carter mi precedette <<Continuiamo la lezione, le presentazioni fatele al di fuori della mia ora>>.
Così tutti tornammo a guardare la lavagna, ma poco dopo sentii delle mani prendermi le spalle ed un caldo respiro sul collo.
<<È davvero un rompicoglioni>>, sussurrò Michael nel mio orecchio provocandomi una piccola risata che provai a soffocare.
Era un ragazzo strano, ma sembrava anche simpatico.
<<Allora?>>, chiese Carter infastidito voltandosi nuovamente nella nostra direzione.
<<Ci scusi>>, risposi io guardandolo negli occhi.
Erano di fuoco.
Al suono della campanella mi avviai verso l'uscita ma poco prima di varcarne la soglia sentii una voce chiamarmi.
<<Ei splendore>>, mi voltai tanto velocemente che per poco non gli finii addosso.
<<Volevo chiederti se ti va di vederci a pranzo>>, chiese Michael grattandosi la nuca dall'imbarazzo.
<<No>>, udimmo una voce alle nostre spalle.
<<Come scusi?>>, voltandomi trovai il volto serio di Carter intento a fissarci.
<<Non puoi Skyler>>, continuò lui convinto.
Prima che potessi controbattere sulla confidenza che si era auto conferito e su ciò che aveva detto, lui proseguì <<La signorina Lewis non può perché deve rimanere qui con me>>.
<<Mi scusi ma non ne capisco il motivo>>, mi intromisi io guardando prima lui e poi Michael.
Che stava succedendo?
<<Dobbiamo parlare>>, mi guardò serio.
Nessuno disse altro.
Come aveva fatto minuti prima il resto della classe, anch'io e Michael ci avviammo verso le lezioni successive.
Durante l'ora provai a riflettere su ciò che era successo, non trovando una spiegazione valida e soprattutto non capendo di cosa volesse parlare Carter.
Non c'era molto da dire su quel giorno al parco, perciò di che altro poteva avere mai bisogno?
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ChickLitSkyler Lewis. John Carter. Lei la sua studentessa. Lui il suo professore. Quello che sembrava uno stupido gioco di ruolo diventa qualcosa di molto più grande quando, cinque anni dopo, l'affascinante professor Carter ritorna nella sua vita con una sc...