Scherzo del destino

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SKYLER

<<Siamo felici della nuova collaborazione>>.

Come avevo detto?

"Non avrei mai accettato di lavorare per lui"?

Fanculo.

Per mia fortuna quella giornata passò velocemente. Carter e Drakes andarono via dopo poco e, non appena l'ascensore scese, nell'ufficio si sparsero grida di euforia.
Erano tutti felici e avevano motivo di esserlo. Questo progetto avrebbe fruttato moltissimo e ci avrebbe tenuti impegnati per molto tempo, ero io che non riuscivo a darmi pace.
Stare in sua presenza mi faceva male.
Mi sentivo sbagliata, fuori posto.
Lui mi aveva lasciata lì, da sola.
Ed ora era ricomparso dal nulla.
Tutta la fatica che avevo fatto per cucire quella ferita che mi aveva lasciato dentro era stata vana, era bastato rivedere quei suoi occhi blu per riportarmi all'università, per far ritornare tutta la sofferenza, tutto il dolore.
Io non potevo proprio stargli vicina, ma lui non avrebbe mai capito, e forse nemmeno immaginato, il modo in cui il mio petto si sgualciva ad ogni singolo sguardo.
Non avrebbe mai capito cosa aveva significato per me il suo comportamento, il suo abbandono.
L'ennesimo.

<<Ce l'abbiamo fatta!>>, mi si lanciò addosso Maggie stritolandomi a lei.

E più lei gioiva, più io aprivo gli occhi.
L'incubo non era finito. Era appena iniziato.

<<Sarà un successo!>>, mi guardò sorridente.

Ma io non ero più la ragazzina che aveva conosciuto lui. Non c'erano più banchi che avrebbero potuto proteggermi. Ora eravamo veramente solo io e lui.

<<Complimenti Skyler>>, venivano a stringermi la mano i dipendenti e tutta la mia equipe si riunì nel mio ufficio.

Avremmo passato insieme solo il tempo necessario. Solo il tempo necessario per il lavoro.
Era tutto sotto controllo.

*

Nel pomeriggio tornai a casa per farmi una doccia. Ero piena di emozioni.
Era successo tutto troppo insieme.
Tutto troppo in fretta.
Non avevo nemmeno avuto il tempo di capire dove mi trovassi che la mia vita era già stata messa a soqquadro.

Da uno stronzo. Per di più.

<<Sono disperata Lily>>, dissi stringendomi nell'asciugamano.

In tutta risposta la gatta si allontanò sculettando.

<<Molto d'aiuto devo dire>>.

Mi diressi verso la mia camera per vestirmi, ma quando vi arrivai il mio sguardo cadde proprio lì.
Era inevitabile.
C'era un piccolo spazio tra i libri sugli scaffali che accoglieva una teca in vetro con alla base un blocchetto di legno ed all'interno una rosa rossa.
Lo stelo verde cosparso di spine, i petali brillanti e vividi come se fosse appena stata colta.
La tenevo lì da quando mi ero trasferita due anni prima. È così mi ritrovai davanti al portone del mio vecchio appartamento, in quel giorno.

* flashback *

All'università ci avevano dato la notizia che Carter si era licenziato ed io non avevo fatto altro che chiamarlo per tutto il pomeriggio.
Era come sparito nel nulla. Non rispondeva ai messaggi, alle mail, alle telefonate.
Eppure durante quelle due settimane mi era sembrato normale, forse anche troppo visto quello che era successo tra noi.
Ci eravamo baciati in una maniera indecente, in un posto orribile e per di più in segreto.
Nessuno l'avrebbe mai saputo, non ne avevamo parlato nemmeno tra di noi. Ma allora perché era sparito così? Cosa l'aveva costretto a scappare?
Parcheggiata la macchina feci per inserire la chiave nella serratura ma mi scontrai con qualcosa. Guardai verso il basso e notai un grande mazzo di rose rosse.

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