PIEDINI DI FATA
Caroline Klemen è una giovane donna single, attraente, indipendente, ambiziosa e anche una mangia uomini che non si accontenta di chiunque, sa essere molto selettiva!
Lavorare come estetista nel centro estetico adiacente al Club Aq...
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Il frigo straripava di cibo, la tavola era già apparecchiata e la casa addobbata per il grande giorno. Mi ero alzata apposta all'alba, per finire di guarnire la Bûche di Natale e preparare Rillettes di anatra e di salmone freschi. Oltre al regalo per mio fratello, avevo comprato una bellissima sdraietta per mia nipote (pagata un salasso!), di quelle elettroniche con dondolio automatico e carrilon. Insomma non restava che rilassarmi sul divano in attesa che arrivasse mio fratello Daniel con la sua famiglia...invece...
Daniel: "Non riusciamo a venire a Cergy. La bimba ha la febbre da due giorni, ha pianto tutta la notte e questa mattina ha vomitato" Carol: "Mi dispiace. Preferite che venga io da voi?" Daniel: "Marie (la mogliettina) non ha dormito tutta la notte e siamo troppo esausti, sarebbe meglio rimandare nel fine settimana" Carol: "Ti rendi conto che ho fatto la spesa, cucinato e preparato già tutto?" Daniel: "La bimba mica ha fatto apposta ad ammalarsi, deve aver preso freddo" Carol: "No, la bimba non ha nessuna colpa, siete voi che siete due sconclusionati! Se stava male da due giorni, avreste potuto avvertirmi prima!" Daniel: "Per favore, non ti arrabbiare, sono imprevisti che accadono! Marie è troppo stanca" Carol: "Stanca quella che è a casa in maternità a fare una mazza tutto il giorno? Secondo te, io no? Ho tenuto aperto il Centro estetico fino alla mattina della Vigilia, ho lavorato fino ieri e ciò nonostante ho investito tempo e impegno per preparare tutto!" Daniel: "Carol, cerca di capire" Carol: "No! Cerca di capire tu! Te, papà, la mamma, tutti quanti vi siete fatti beatamente la vostra vita senza preoccuparvi mai di me e oggi, nel giorno di Natale, mi rendete l'ennesima conferma! Chi se ne frega se non venite. Andate tutti al diavolo!"
Così il mio pranzo, preparato con tanto amore e attenzione, era sfumato in un battito di ciglia. Potevano andare tutti a farsi fottere! Passata l'ondata di rabbia però prevalse la malinconia, se ci fosse stata ancora la nonna sarebbe stato tutto diverso. Mi sentii sola, senza un posto nel mondo, senza nessuno che mi amasse. Delusa e triste scatenai tutto il mio avvilimento piangendo e dopo essermi sfogata cominciai a sparecchiare e nascosi i regali per mio fratello nello sgabuzzino, mi faceva incazzare solo a vederli! Mangiai appena due arance, davanti una commedia di Natale e alla fine del film spulciai i messaggi sul cellulare per ricambiare gli auguri. L'ultimo inviato da Cloè, parlava di suo fratello: "Dovresti vedere come ti infila in qualunque discorso e gli brillano gli occhi quando parla di te 😻" Quelle parole mi attraversarono il cuore come un dardo ed emozionata ricominciai a piangere.
La chiamai per sentire la sua voce e riempire un po' la mia solitudine. Le spiegai che avevo trascorso il giorno di Natale completamente da sola a Cergy, dopo che mio fratello mi aveva tirato un bidone colossale. Lasciai fluire ogni emozione, sfogai tra pianto e singhiozzi tutta la mia frustrazione e lei da buona amica mi confortò. Cloè: "Avresti dovuto chiamarmi prima" Carol: "Non sarebbe servito a fargli cambiare testa, è fatto così! Ormai sono grande da stare per conto mio. Devo finirla di sperare che qualcuno dei miei voglia supportarmi, più mi illudo più mi faccio del male" Cloè: "Vieni da noi? Possiamo ancora consumare ciò che resta di questa giornata per festeggiare insieme" Carol: "Grazie ma anche no, sono inguardabile" Cloè: "Non vuoi vedere Andy?" Carol: "Sì ma preferirei che lui non vedesse me conciata così" Mi sarei volentieri risparmiata la pietà di Andrè, mi vergognavo, non volevo mi vedesse disperata. Cloè: "Inutile che fingi di esser forte, so benissimo che in questo momento ti scioglieresti per un suo abbraccio! È già uscito di casa per venire a prenderti!" COOOSA??? Carol: "Stai scherzando?" Carol: "Niente affatto!"
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Al suono del citofono gli aprii le porte e andai a nascondermi dietro al muro come una bambina. Udii i suoi passi nel vialetto e poi i cardini della porta cigolare. Bussò ed entrò: "È' permesso? Carol sono io! Caroline? Perché è tutto buio?" Attesi che entrasse dall'uscio e chiusi la porta, Carol: "Per favore, non accendere alcuna luce" Avanzai nel soggiorno fievolmente illuminato dai lampioni della strada. Le ombre che s'intrecciavano nascondevano il mio pallore e le palpebre gonfie dalle lacrime. Soltanto le sue iridi baluginavano nel buio come due brillanti. Andrè: "Perché non posso accendere la luce?" Carol: "Non sono presentabile" - ammisi con voce nasale, avevo il naso tappato come il sacco di un aspirapolvere. Andre: "Solo perché hai pianto e sei struccata?" Carol: "Bhe, sì" Allungò le mani a cercare le mie spalle e mi attirò a se. Andrè: "Non dovresti vergognarti con me! Tu mi hai visto rasato, con un buco in testa e completamente fatto di sedativi, non ero forse più brutto io?" Passò la mano tra i miei capelli, fino al collo e spinse la base della nuca per farmi appoggiare il viso contro il suo petto. Tu-tum...tu-tum... il battito del suo cuore era regolare e rassicurante. Mi lasciai cullare volentieri nel suo affettuoso abbraccio. Inspirai a pieni polmoni il suo profumo, trattenendo le lacrime a stento. In questi ultimi due giorni avevo sentito la sua mancanza come se fossimo stati distanti un'eternità. Andrè: "Perché ne hai parlato solo con Cloè? Puoi chiamarmi e correre da me ogni volta che ne hai bisogno. Se avessi saputo che eri tutta sola, sarei arrivato prima" - Disse dispiaciuto. Carol: "Non è colpa tua se ho una famiglia di merda, ti avrei solo rovinato il Natale" Andrè: "Assolutamente no, perché lo avrei passato con te e lo avremmo reso lo un giorno migliore. Sono venuto apposta per portarti via con me!" Carol: "No! Non sono presentabile!" Andrè: "Bella come sei ne dubito, mi piaci in qualsiasi modo. Posso accendere la luce?" Sul tavolino c'era una lampada a luce calda e abbastanza tenue da poter camuffare il mio pallore e gli occhi arrossati. Carol: "Solo quella vicino al divano" Accese l'interruttore e si voltò a osservarmi, i suoi occhi ambra, dolci come il miele, accarezzarono la mia figura come nastri di velluto. Andrè: "Come dicevo: sei bellissima" Carol: "Lo dici solo per consolarmi" Andrè: "No, è la verità perché sei il mio raggio di sole. Sei il mio splendore anche quando piangi sotto la pioggia per nascondere le lacrime, quando ti incazzi perché sei gelosa e sei ancora più bella struccata, mentre parli nel sonno con i segni delle coperte stampati sulla faccia!" Carol: "Chissà che spettacolo!" Andrè: "Si, la versione stropicciata è quasi in cima alla mia Top-ten!" Carol: "Oddio! Ti devo sembrare goffissima!" Andrè: "Per nulla, sei molto dolce, ti guarderei dormire dal tramonto all'alba! A tal proposito, portati un pigiama, perché dopo cena potresti fermarti a dormire da noi" Carol: "Oh no! Cosa diranno i tuoi genitori di avere un estranea in casa il giorno di Natale?" Andrè: "Non sei un estranea, conosci già mia madre e mia sorella. I miei cugini sono poco più grandi di noi, sono certo ti troverai bene!" Sentii le lacrime raccogliersi sulla rima ciliare e traboccare lungo le guance, Andrè: "Non piangere, ti prometto che non passerai mai più un giorno da sola finché ci sarò io" Appoggiò la fronte alla mia e finalmente quel senso di abbandono e solitudine si dissolse piano piano. Andrè: "Vai a prepararti che andiamo" Carol: "Vestito o gonna?" - Chiesi raggiungendo l'armadio. Andrè: "L'opzione più comoda per te, a patto che lasci ben in vista le tue gambe favolose. Mi piacerebbe vantarmi davanti ai miei cugini!" Mi tuffai nel comparto maglioni a prendere un golfino e il kilt di lana e mi truccai per nascondere il rossore attorno agli occhi e rendere il viso più fresco. Carol: "Che ne dici se porto due cosine gustose che ho cucinato per oggi?" Andrè: "Cosa hai preparato di buono?" Carol: "Rillettes e una bûche di Natale di cioccolato fondente e marzapane, come piaceva a mio fratello" Andrè: "Ottimo! Siamo una famiglia numerosa, divoreremo tutto! Andrè mi infilò il cappellino in testa e picchiettò il dito sul quadrante dell'orologio: "Go! I ragazzi scalpitano per conoscerti!"