Capitolo 25 - Monelline Ribelline💗

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Carol

Non ero mai stata una grande sportiva, il mio fisico longilineo lo dovevo in gran parte a un fattore genetico e in parte a una corretta alimentazione.
Mi limitavo a fare yoga una volta a settimana e il massimo della mia attività fisica si svolgeva a letto con Andrè.
Per rassodarmi e arrivare pronta alla prova costume, avevo cominciato ad allenarmi in palestra due sere a settimana.

Andy era un tipo geloso...che novità!
Un venerdì se ne uscì con una scenata di gelosia contro il mio personal trainar, col quale stavo tranquillamente bevendo una tisana al bar.
Gli precisò che ero fidanzata con lui e lo accusò di starmi troppo addosso oltre il suo orario di lavoro.
Io mi infuriai e presi le difese di quel ragazzo. Stavamo semplicemente chiacchierando alla luce del sole, in mezzo a un sacco di gente, da quando sorseggiare una tisana era comparabil a corteggiare qualcuno?
La sua gelosia era infondata. Se proprio uno dei due avrebbe dovuto lamentarsi, quella sarei dovuta essere io!
Era una seccatura enorme avere Veronic in compagnia, sicuramente se avessi visto Lucas ogni volta che uscivo con le mie amiche, anche a lui avrebbe dato fastidio!

Per ripicca quel weekend, organizzai un uscita solo tra da donne.
C'era un Disco-Restaurant a Cergy che mi piaceva molto. Era il tipico locale estivo sul lago, pieno di musica e di vita.
Le vetrate affacciava su un ampio giardino esterno, con molte siepi fiorite e un grazioso bar al centro.
C'ero stata un paio di volte in estate con alcune colleghe e anche se la stagione era ancora troppo lontana per l'apertura estiva. mi sarebbe piaciuto tornarci per una cena con le mie amiche.
Essendo fuori Parigi, un prive' con tavolo e bottiglia aveva ancora un prezzo abbordabile e a mezzanotte offriva diversi generi musicali nelle due sale da ballo.
Non era tra i locali sulla lista del Cerchio, ma era quella la parte divertente: niente Andre' niente regole a cui sottostare, potevamo assaporare la nostra libertà nella sua forma assoluta e passare una serata scoppiettante!

Partimmo con anticipo a bordo della mia Carolina, per trovare facilmente parcheggio vicino all'entrata del locale e fare pochi passi a piedi.
Entrammo spaccando l'aria con le chiappe, soddisfatte del nostro aspetto: ben truccate, unghie perfette, sandali tacco 12  e abitini super sexy, insomma quattro sventole!
Sedute al tavolo cominciammo a parlare allegramente. La cena scivolò via leggera tra aneddoti e risate a tutto spiano.
Ci dedicammo ai brindisi, ad ogni sorso ne tiravamo fuori uno diverso,  fino a esaurire quelli sensati e inventarcene di nuovi: "All'intestino regolare... Alla piastra per capelli... Ai vibratori..." e via via giù risate a chi ne inventava di più stupidi.

Quando a mezzanotte partì la musica saltammo da una sala all'altra a ballare.
Ci sentivamo felici, leggere, strafighe, circondate da ragazzi che cercavano di abbordarci, mentre noi ci provavano col DJ e stalkarizzavamo il Barman...
Cocktail dopo cocktail ridevamo per qualsiasi cosa: dalla pettinatura orrenda della ragazza seduta al tavolo affianco al nostro, a quella con le sopracciglia disegnate malissimo...e ancora risate fino alle lacrime!

Ad un certo punto non ricordo esattamente come accadde, ma scattò il delirio puro.
Cloè si strusciava contro Giselle, mentre Layla mi cacciava la lingua in bocca e io le infilavo una mano sotto la gonna...
Passammo un'ora a caricare i migliori selfie di gruppo sui social, il richiamo era troppo forte per riuscire a resistere!
Il problema è che c'e una sottile differenza tra l'essere imbarazzanti e l'essere divertenti, ma lo notavano solo le persone sobrie, noi no!

Per quanto la serata fosse divertente, rosicavo dalla voglia di ricevere un messaggio da Andrè, il quale dal litigio in palestra non si era più fatto sentire.
Sarebbe stato carino un segnale di pentimento, ricevere delle scuse o un messaggino amoroso in cui mi diceva che mi stava pensando... invece il nulla!
Presa dalla curiosità, scrissi e cancellai più volte un messaggio, senza trovare il coraggio di inviarlo.
L'euforia stava scemando insieme gli effetti dell'alcol. Affiorarono la nausea, la stanchezza, la malinconia, così infine mi colse la ciucca triste.
La gente attorno sembrava divertirsi più di me, le coppiette appena nate sotto le luci della discoteca limonavano ovunque.
Chissà il mio piccolo feticista dove si trovava, con chi e cosa stesse facendo?
Forse a una festa, a fare un massaggio ai piedi di un'altra? No, Gesu' ti prego, no!
Mi lasciai cadere sul divanetto e iniziai a piangere in solitudine.

PIEDINI DI FATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora