Capitolo finale

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Il suo telefono continuava a squillare ma lei non rispondeva, non ci riusciva.
Un cappuccio scuro le ricopriva il capo abbassato e rivolto verso l'ignoto mentre le sue gambe continuavano a muoversi senza seguire alcuna precisa direzione, si sentiva uno zombie in mezzo alla folla di persone che invadeva quella zona.

Non conosceva New Orleans e nemmeno dal gps si stava lasciando condurre, provava dolore mentre camminava ed il senso vomito unito a quello di sporco e di marciume le faceva desiderare non altro se non una doccia ed un letto. Sapeva il perché si sentiva in quel modo, non era stupida e di certo ciò che le era appena accaduto non era qualcosa di poco conto, tutto dipendeva da quello. Aveva gridato ma nessuno l'aveva sentita, aveva pianto ma lui non se ne era curato, lasciandola in preda alla paura alla rabbia ed a tutte quelle emozioni negative che sembravano domarla come dei demoni da non riuscire ad esorcizzare.

Davanti a lei, le strade erano buie ma non vuote, le persone che le passavano accanto a volte la urtavano ma Giorgia non se ne curava, l'avrebbero potuta anche far cadere per terra e lei non se ne sarebbe accorta nemmeno. Faceva freddo nonostante fosse piena estate, la sua stessa felpa non era sufficiente a riscaldarla e le gambe scoperte sicuramente non erano di aiuto.

In quel momento sarebbe voluta sprofondare, scomparire, addirittura morire.
Non aveva mai espresso il desiderio di morte ritenendo da stupidì fare ciò dato quanto la vita sia preziosa, difficile a volte, ma estesamente preziosa ed incredibilmente meravigliosa; non sopportava coloro i quali gettavano la propria esistenza nella spazzatura passando le loro giornate in cerca della più comoda dose di eroina quando gli ospedali erano pieni di persone che la vita la imporporavano e che se solo avessero potuto viverla l'avrebbero divorata.

Ma sfido chiunque al posto suo, a sentirsi vivo dopo quello che le era successo, dopo che un uomo l'aveva appena violata, dopo che senza pudore e senza ritegno alcuni, l'aveva violentata non reagendo alle sue lacrime ed ignorando la sua ribellione. La bionda era entrata in quell'hotel con l'intento di contrattare una qualsiasi cosa con il fine di proteggere Lauren ma non avrebbe mai immaginato che per fare questo, ne sarebbe uscita con lividi ovunque ed una parte in meno di se.

-" Simon che cosa stai facendo ? "- la sua voce tremava, e lo stesso avevano cominciato a fare le sue gambe quando l'uomo impuzzolentito dall'odore acre del vino aveva preso a sfiorarle il collo con la punta delle dita spostandole i capelli da un lato.

-" Vuoi che Lauren sia libera da domani o che tu lo sia da adesso ? "- le sue mani si erano posizionate lungo le cosce della giovane ragazza che lui stava per trasformare in donna nel modo peggiore che potesse esistere. Un coniato di vomito salì alla bocca della ragazza che rimpiangeva l'istante in cui era entrata in quella stanza.

-" Ti denuncerò sappilo, non la passerai liscia "- provò a dire con i denti stretti mentre l'uomo continuava a toccarla. Lui rise ed il suo fiato si scontrò con la pelle abbronzata dalla bionda facendola rabbrividire.

-" Cosa pensi eh ? Che Normani, Ally, Dinah, Camila e la tua principessina abbiano potuto farlo ? "-

Giorgia sgranò gli occhi ed un sussulto ebbe al petto. Lui già l'aveva fatto, non era la prima minorenne a cui metteva le mani addosso, e lo aveva fatto proprio con le amiche di sua sorella, ormai anche sue, e la sua stessa ragazza; adesso capiva perché le quattro erano così tanto spaventate da lui, capiva perché Camila era andata via e capiva meglio adesso il motivo della frase di sua sorella 'Lauren ha scelto ancora una volta di sacrificarsi per non fare stare male loro', tutto le era più chiaro.
Simon Cowell non era solo cattivo, Simon Cowell non era solo severo.
Simon Cowell era un mostro.

Senza nemmeno rendersene conto, senza nemmeno badare al tempo trascorso, Giorgia finì per tornare nuovamente a quel famoso parcheggio dal quale era partita e non aveva idea grazie a cosa le sue gambe fossero riuscite a ripercorrere la strada senza farla perdere dato che quando il taxi l'aveva accompagnata via da lì, lei non aveva studiato il posto per potervi i ritornare poi da sola; le luci ed i fanali di tutti gli autobus erano spenti e lei ringraziò il cielo per ciò, non voleva vedere nessuno specialmente Lauren, voleva scomparire prima che fosse troppo tardi. Di dare spiegazioni a qualcuno adesso non ne sarebbe stata capace, doveva scappare il prima possibile.

Scared of happy  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora