Capitolo 9

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-" Perché cazzo non ti sai fare gli affari tuoi ? "-
-" Mi dovevi lasciare li ! "-
-" Tu non sei nessuno per venire, prendermi e portarmi via ! "-
-" Lauren ascoltami quando parlo, cazzo ! "-

Queste frasi erano tutto ciò che da circa 10 minuti si udiva continuamente riecheggiare tra gli sportelli della range rover nera di Lauren. La corvina era seduta al lato guida tendendo con la mano sinistra il volante mentre con destra cambiava le marce. Prestava attenzione solo alla strada difronte a se come se in auto con lei non ci fosse nessuno e come se quegli schiamazzi altro non fossero se non musica proveniente dalla radio, fungente da sottofondo per il tragitto. Giorgia si stava praticamente sgolando e Lauren la ignorava completamente.

Non sapeva come comportarsi. Un tumulto di emozioni e sensazioni stavano in quel momento ammaremmandosi dentro di lei ed era bene che stesse in silenzio prima che esse potessero prendere il sopravvento e farle compiere gesti troppo avventati ed altrettanto complicati da essere spiegati.

Erano due le volontà di Lauren in quel momento: girarsi verso Giorgia e tirarle un ceffone o baciarla. Entrambi gesti difficili da spiegare in un secondo momento dopo averli compiuti.

Chi era Lauren per schiaffeggiala ? Nessuno.
Chi era Lauren per baciarla ? Nessuno.

Lauren era un nessuno nella vita di Giorgia e di questo doveva farsene una ragione.

Per tanti anni era stata un punto fisso per la ragazza dai capelli biondi, era stata colei la quale Giorgia poteva chiamare "sorella" poiché Lauren conosceva ogni cosa della piccola, l'aveva vista crescere e trasformarsi da una mocciosetta ad una bambina e successivamente osservava come da bambina stesse piano piano iniziando a prendere le sembianze e gli atteggiamenti di una donna. Ed era proprio questo che l'aveva fottuta e che l'aveva condotta lungo una strada buia dalla quale non sapeva più come tronare indietro.

In effetti Lauren ancora non spiegava come ciò potesse essere successo e quale fosse stato il momento preciso nel quale quello che doveva essere affetto si era trasformato in qualcosa di più grande e più complicato. Non si riusciva a spiegare di come a 18 anni si ritrovava innamorata di una ragazzina di 14, che oltretutto era la sorellina della sua migliore amica e che doveva rappresentare nient'altro che questo.

Lauren si sentiva assai sporca per questa cosa. Sentiva dentro di se come se fosse una sorta di pedofila, una pervertita, una persona mentalmente disturbata incapace di vedere lucidamente le cose.
Diciamocelo: non era normale che provasse attrazione per Giorgia ma ciò che lei definiva come un gesto perverso in realtà altro non era che  qualcosa di troppo puro e genuino per essere compreso.
La corvina non pensava a Giorgia in modo sessuale, il suo desiderio non era portarla al letto perché riconosceva che la bionda fosse troppo piccola per un passo del genere, ma la voglia di baciarla, tenerla per mano, dormirle accanto, prendersi cura di lei e coccolarla come fosse la sua ragazza, era tanta. Troppa.

Adesso, la situazione nella quale si trovava non aiutava la corvina. Il fatto di avere Giorgia seduta accanto a lei in preda ad una crisi di nervi e non poter fare quello che realmente desiderava fare, la stava letteralmente uccidendo dentro. Lauren stava stando in silenzio perché si rendeva conto che quella fosse l'unica strategia ma al tempo stesso riconosceva che il suo atteggiamento era sbagliato.

Secondo il ruolo che per tanti anni aveva ricoperto, adesso lei avrebbe dovuto fare le veci di Ariana da sorella maggiore, rimproverare Giorgia e farle capire lo sbaglio, ma non ci riusciva. Se per tanti anni non si era mai posta il problema di farlo, adesso ciò le appariva assurdo.

Come poteva guardarla negli occhi e rimproverarla quando il suo desiderio era solo posare le sue labbra su quelle della bionda, le quali oramai erano per lei solo un ricordo.

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