Capitolo 40

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Il polso le faceva davvero molto male e la ferita alla gamba era molto più profonda di quello che sembrava, usciva davvero molto sangue e se solo fosse stata toccata si sarebbe infettata.
Lo scarabeo nero ancora buttato sul margine della strada era ormai praticamente distrutto e sicuramente ci sarebbe voluto tanto tempo e molti soldi per ripararlo, ma non era quello il problema adesso, quello era solo uno stupido mezzo che un bravo meccanico avrebbe rimesso a nuovo.
Lei invece, qualcuno l'avrebbe rimessa a nuovo ?

-" Ragazzina ascoltami... dimmi come ti chiami, quanti anni hai e se ricordi ciò che è successo "- chiese l'uomo sulla quarantina che stava tentando insieme al collega di infilare un ago con del medicinale nel braccio della giovane.

-" M-mi c-chiamo G-Giorgia G-Grande e ho 14 anni"-

Non aveva molta forza per parlare ma se non lo avesse fatto nessuno avrebbe potuto salvarla, i paramedici necessitavano delle sue generalità per poterla portare in ospedale.

-" Bravissima. Dimmi ora, sei andata fuori strada da sola o ti hanno investito ? "-

L'infermiere capì che la bionda faticava a parlare per cui farle domande più specifiche poteva essere più semplice per entrambi.

-" Da sola, non funzionava il freno "- gli spiegò e l'uomo ringraziò il cielo che fosse stato così e che nessun altro era coinvolto.

La ragazza era da poco uscita da scuola, le lacrime continuavano a bagnarle gli occhi ed il fiato corto ad appannarle il vetro del casco. La strada principale era come sempre estremamente trafficata e la voglia di stare imbottigliata nel traffico per almeno un'ora non esisteva, voleva solo tornare a casa, farsi una doccia e rintanarsi nella sua stanza fino a quando non sarebbe tornato suo fratello e le avrebbe detto di scegliere un film da vedere. Sicuramente sarebbe stato Topolino e Strepitoso Natale ad aprire le danze e dopo di lui tutto il resto dei film disney che i due fratelli più amavano.

In qualche modo Giorgia si voleva obbligare a non pensare a ciò che aveva visto, la scena di Lucy e Lauren che si baciavano in terrazza era ancora vivido nella sua mente come un'ultima fotografia appena scattata. Non aveva avuto nemmeno ritegno nel portarla in un luogo che non fosse lo stesso dove portava lei, lo stesso dove le aveva detto che ci andava solo con lei; ancora una volta si era fatta convincere da Lauren su qualcosa di tanto importante per lei ma che poi si era rivelata una vera e propria menzogna. Doveva fare l'attrice non la cantante, e lei doveva smetterla di pensare di essere realmente importante per Lauren, era ovvio che così non fosse.

Era ovvio che una ragazza di 18 anni non perdesse tempo con una ragazzina di 14 , con una bambina, che praticamente nemmeno gliela dava. Lei aveva bisogno di una donna vera non di Giorgia, non di lei.

La mano destra stava diventando sempre più forte sull'acceleratore di quel veicolo e la velocità alla quale andava superava di ben tre decimi quella imposta sulla patente di guida che Giorgia possedeva ma a lei poco importava, ne aveva commesse a centinaia di infrazioni al codice della strada senza mai essere beccata, non sarebbe sicuramente stata quella a farle confiscare il motorino ed a farle passare la notte in commissariato.

Cambiò rotta, decidendo di percorrere la Hollywood Boulevard che per quanto fosse anche quella una strada molto frequentata, non erano le 6:00 del pomeriggio l'orario preferito dei frequentatori, difatti era completamente sgombra da tutti quei veicoli che con una semplice manovra non potessero essere sorpassati. In quel momento la velocità in costante aumento era direttamente proporzionale all'aumentare della rabbia ma soprattutto della delusione che nei confronti di Lauren stava provando, e del fatto che stava andando troppo veloce non se ne accorse nemmeno.

Fu quando durante un tratto di strada in discesa vide un pericoloso dosso che capì di doversi fermare.

Quando andò a toccare il freno però questo non funzionava, alla prima, alla seconda ed infine alla terza frenata il comando non rispondeva.
Il panico si impossessò di lei e quel dosso all'inizio ancora lontano diventava via via sempre più vicino fino ad essere impercettibile la distanza.

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