7. Ritorno a scuola

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Una volta ritornata a casa tutti mi hanno abbracciato, hanno fatto i piatti che, a detta loro, erano i miei preferiti, come la torta salata con i peperoni, i krapfen con la crema pasticcera e delle pizzette con la pasta sfoglia.

Il giorno dopo, ahimè,  è l'ora del mio ritorno a scuola.
E piove ovviamente, piove a dirotto e tremo dal freddo, a maggior ragione ho pure il pomeriggio oggi.
Dobbiamo ascoltare una tipa parlare di governo e altri fatti politici di cui non me ne intendo nulla.

Ora sto aspettando con un certo Natan, teoricamente è mio amico, ma io continuo a pensare a quello amico, non ho più avuto notizie di lui è da una settimana che ho 'ripreso' in mano la mia vita prima dell'incidente.
"Sono felicissimo che faremo il progetto di astronomia insieme!" Si entusiasma Natan, su un progetto a cui ho aderito prima dell'incidente, quindi non so nulla praticamente.
"Quindi cosa faremo di preciso?" Gli chiedo.
"Faremo degli approfondimenti sulla luna, pianeti, universo e tutto quello che riguarda lo spazio! Useremo anche il telescopio!" Ma parla sempre così tanto? Un po' di silenzio lo riesce a fare, che ne so un pulsante di spegnimento?
"Ehilà Natan, come va?" Gli chiede un ragazzo di passaggio.
"Hey Joseph, amico, tutto bene, ti presento la mia amica che parteciperà al corso di astronomia, Tabitha."
"Ciao." Gli dico facendogli un saluto con la mano senza avvicinarmi da dove sono seduta, ho tutte le ossa doloranti.
"Tra mezz'ora dobbiamo partecipare al progetto sulla politica, ci sediamo insieme?" Chiede Natan e annuiamo entrambi.
Mi sono appena accorta che ha finito di piovere, ma ho ancora le mani gelate completamente, e dire che di solito il freddo lo sopporto.
Ci sono circa 23° quindi insomma... forse è un effetto collaterale.

Stanno arrivando proprio ora tutti gli altri nostri compagni che insieme a noi devono partecipare a questa assemblea, quanto vorrei trovarmi a casa!

Durante la mia insistenza nellìimparare a memoria i concetti di fisica per l'interrogazione di domani a Natan, lui non ha intenzione di concentrarsi.
"Dai Taby, le cose le sai - commenta scocciato Natan, al che lo fulmino - ok forse non così tanto ma davvero, andiamo a vedere Joseph giocare a calcio, oggi è una partita importante, quando torneremo riprenderemo a studiare, promesso."
Lo guardo per qualche momento con sguardo omicida, ma poi sbuffo e chiudo il libro scocciata.

Arriviamo alla partita, con noi sono venute anche Olga, e sotto sua costrizione anche Lilian.
Per il primo tempo nulla di strano, Natan tifa Joseph e litiga con Olga per chi sia il più bravo.

Ma durante il secondo tempo succede qualcosa di strano, mentre Joseph stava per fare il calcio di punizione sviene per terra, tutti si precipitano su di lui, io e Natan ci alziamo puntualmente spaventati.
Mi affida Olga e Lilian mentre cerca di raggiungere i sette medici arrivati con l'ambulanza.

Natan mi accompagna all'ospedale, dopo aver lasciato a casa Olga e Lilian, io preferisco sapere che è tutto a posto, non è certo una bella esperienza e poi, è amico di Natan e voglio incorraggiarlo e supportarlo, non dev'essere facile.

All'ospedale incontriamo i genitori di Joseph, Megan e Daniel entrambi giornalisti, poi conosco anche Arthur che si presenta come suo cugino, non so cos'abbia ma ha una voce molto familiare, infatti mi trovo a volte a fissarlo senza motivo mentre è davanti a me aspettando le analisi dei dottori.
"Il signorino Joseph ha avuto un collasso, dalla tac e dai suoi certificati passati pensiamo che sia dovuto all'affogamento che ha avuto sette anni fa, plausibile che si ritrovi un bel trauma, come viene scritto sulle sue visite dalla neuropsichiatrica-" Smetto di ascoltarlo subito, vengo invasa da tutta la compassione e empatia che mi ritrovo, lo capisco... eccome se lo capisco, il trauma del mio incidente automobilistico non me lo potrei mai scordare, mi reco in bagno a passo veloce e sento salato sulle labbra, mi guardo allo specchio, ho il viso affannato e gli occhi rossi e bagnati, inizio a piangere cercando di essere il più silenziosa possibile, portandomi una mano sulla bocca, mi escono singhiozzi che non riesco a fermare quando mi appaiono flashback: io di notte che fumo fuori ad una discoteca, sento dei passi dietro di me e mi innamoro di... non me lo ricordo.
"So a cosa stai pensando..." Dice una voce molto familiare dall'altra porta del bagno.
"Sei per caso il mio amico che mi ha aiutato per la riebilitazione, ma che ci fai qui?"
"Le persone possono passare da persone che conosci a persone che non conosci, scusa se sono così egoista da voler che tu non avessi mai conosciuto questa persona per cui stai piangendo, ma spero ti accorgerai di me un giorno..." Dice il mio amico ignorandomi.
"Parla chiaro per favore, non riesco a capirti."
"Ti proteggerò sempre, anche da lontano, tu pensa a non travolgerti dai ricordi."
"Ma io voglio ricordare!" Mi arrabbio cercando di aprire la porta ma non si apre.
"Ti ucciderà ricordare tutto in una sola volta, si paziente e serena, principessa." Un colpo al cuore a questo nomignolo, l'ho già sentito, di sicuro... Io lo conoscevo già?

Il giorno dopo, dopo scuola Natan mi chiede di essere la sua assistente, ovvero di andare da Joseph e passargli gli appunti, che odio!

"Buongiorno!" Mi saluta Joseph appena varco la porta della sua stanza dell'ospedale.
"La tua è una affermazione ironica sul fatto che sia l'ennesima mattina di schifo, oppure sei serio?" Chiedo nervosa.
"La ragazzina qui è un po' alterata eh?"
"Mi viene voglia di lanciarti gli appunti in faccia e rovinare quel bel faccino da schiaffi che ti ritrovi, ma sei fortunato e non voglio finire in galera."
"Touche' sei intelligente vedi?! Comunque mi trovi carino eh?" Mi chiede compiaciuto.
"Da prenderti a schiaffi ho detto." Affermo risoluta.
"Nah, io ho sentito altro."
"Hai sentito male, ha dei neuroni che si montano la testa."
"Allora credo che li chiamerò quando dovro' montare un mobile dell'Ikea." A questa sua stupida affermazione rimango a bocca aperta.
"Rimmarrò traumatizzata da quest'essere." Mormorò tra me.
"Passami gli appunti che tra cinque minuti vado in palestra." Fa per alzarsi ma quando rimane in piedi mi becca a fissargli il torso nudo, e finge di tossire per riavere la mia attenzione.
"Stavo ripassando mentalmente le formule di... no, cioè i passaggi per la partita di basket di oggi. Tu... - gesticolo senza trovare le parole adatte e ci rinuncio - ci vediamo!" E scappo verso la porta d'uscita ma lo sento commentare ironico: "Sei tutta rossa, ti consiglio di misurarti la febbre!"

Destined Love - va a finire che mi piaciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora