* Pov. Tabitha *
Sinceramente non saprei dirvi cosa sia più orribile, tra il fatto che vengo inseguita da dei ubriacono o il fatto che nessuno sa questa cosa, d'altronde i miei cugini non sanno nemmeno che ero uscita.
Sto soppesando l'idea di togliermi i tacchi e tirarglieli contro ai miei inseguitori, solo che avendoli pagati venti dollari e avendo solo quelli sono un po' restia a questa idea.
Oggi tutti sono calmi e pacifici come Pablo Escobar, e dire che io mi stavo facendo i fatti miei tranquilla senza dare fastidio a nessuno, ci scommetto che questi qui sanno da che famiglia vengo, ci scommetto tutto l'oro del mondo.
Mi sto dirigendo alla spiaggia, se ho fortuna e quindi tempo magari riesco a lanciargli addosso un prendi sole, ma prima lo devo tirare fuori dalla sabbia, e questo può rivelarsi un bel problema.
Sapevo di non dovermi ritirare dalla palestra, però anche il basket dovrebbe essermi di aiuto eh, invece non mi sembra proprio.
Non mi ci vuole molto tempo ma digito sul mio telefono: 'Arthur Burrows' e premo il tasto su 'chiama'.
"Hai bisogno di me?" Chiede con la sua voce antipatica dopo appena un squillo, vede che non rispondo, sto cercando di concentrarmi nel correre senza inciampare, e lui chiede: 'Dove sei?'
"Spiaggia dall'altra parte della via Long Beach Rd." Dopo questo riattacca.Dopo un quarto d'ora vedo la figura di Arthur e mi precipito ad abbracciarlo.
Poi si occupa dei miei inseguitori, sto tremando dall'ansia che ho avuto.
"Pensate di essere tanto intimidatori? - chiede Arthur per poi ridere di gusto - cari miei, il vero killer è davanti a voi."
Li guarda dall'alto in basso per poi prendermi il polso e portarmi via."Sarai pieno di lividi." Ipotizzo ad Arthur.
"I lividi che mi fanno più male sono quelli dei miei ricordi... Ti riaccompagno a casa."
"Non serve, ho la macchina di Natan a disposizione, tra due giorni faccio diciotto anni e ho già il foglio rosa." Gli sorrido.
"Ok." Commenta perplesso.Il duemilaventitrè è iniziato proprio bene, non trovate?
Dopo circa un'ora di viaggio in macchina, dove apparentemente non sto facendo nulla di che vitale importanza, decido di entrare in un tunnel.
Perdo il controllo del volante e mi scontro con la macchina davanti a me, credo di essere andata in contro mano, la macchina è palesemente quella di Arthur, la riconosco alla perfezione, ed è l'ultima cosa che vedo.* Pov. Victor (cugino di Tabitha)*
Sono passati tre mesi dalla scomparsa di Tabitha, mia moglie Maria è andata fuori di testa, piena di sensi di colpa per non essere riuscita nemmeno a proteggere sua cugina.
L'abbiamo cercata ovunque e non l'abbiamo ttrovata, abbiamo perso le speranze.
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Destined Love - va a finire che mi piaci
Romanzi rosa / ChickLitLa vita, non è nulla di certo. Sopratutto se a sette anni un uragano uccide tua madre e per colpa della droga, successivamente uccidono tu padre a soli otto anni. Ed è allora che per me, Tabitha Thompson la vita va a rotoli, si perché sono stata obb...