Capitolo 42

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Quando entrai nel dormitorio di Zack, tutto sembrava a posto. Ci sedemmo sul letto e iniziammo a guardare un film. Cercai di non tenere gli occhi sulla porta. 

"Questo quando l'hai fatto?" chiese, passando le mani su un piccolo livido al mio polso.

"Non lo so," dissi. "A volte mi vengono i lividi quando sbatto contro le cose."

Lui rise un po' e portò il mio polso alle labbra, baciando il livido. Io sorrisi, odiando internamente come gli stessi mentendo.

"Parto per una settimana e tu sbatti contro le cose, ti metti in ogni genere di guai," mormorò.

Emisi una risata imbarazzata, massaggiandomi la nuca. "Com'è andata con Marcus?" Chiese. "Hai detto che lo stavi aiutando nello studio. Sta andando bene?"

"Sì," dissi. "In realtà, io...non studieremo più insieme. So che ho detto che lo avrei aiutato, ma sono troppo occupata. mi dispiace-"

"Va tutto bene," disse subito. "Non è compito tuo assicurarti che superi gli esami."

Annuii, guardando le coperte.

"Non sentirti in colpa," disse. "Stai facendo quella faccia."

"Che faccia?"

"La faccia da 'non posso aiutare tutti e ora mi sento in colpa'."

"Che cosa?" chiesi con una piccola risata. "Non è vero."

"Sì, lo è. I tuoi occhi diventano tutti tristi e inizi a sembrare stitica."

Il mio braccio uscì per colpirlo immediatamente. Ridemmo entrambi mentre cercava di schivarmi.

"Si chiama essere gentili," dissi. "Dovresti provarci qualche volta."

"Lo sono," disse.

"Non lo sei," ribattei. "Non con le persone che non conosci."

"E tu sei troppo gentile con le persone che non conosci," disse.

"Forse si," sussurrai.

"Non è una brutta cosa," disse dolcemente. "È perché ci tieni. A volte devi solo mettere te al primo posto."

"A volte mi metti davanti a te stesso."

Sorrise. "Sì, ma tu sei tu. Mi prenderò sempre cura di te."

La sua voce era così genuina, i suoi occhi così caldi, che mi sciolsi. Spostai il laptop a terra e mi chinai per premere le mie labbra contro le sue.

Le sue mani si spostarono nei miei capelli e mi tirò verso di lui, portandomi in grembo. Appoggiai le mie mani sulla parte superiore delle sue spalle. Una delle sue mani scivolò lungo la mia gola, attenta. Scorse sulla mia pelle, tracciando il mio collo, le mie clavicole, le mie spalle.

Le mie mani coprirono il suo viso, sfiorandogli gli zigomi. Chiuse gli occhi, premendo la guancia contro il mio palmo.

Le sue ciglia sembravano come le ali di una farfalla. Fissai la struttura del suo viso: la pelle liscia della sua fronte alla forte struttura del suo naso fino alle labbra carnose. Era talmente bello che faceva male.

Zack aprì gli occhi. Erano scuri come il cielo notturno punteggiato di costellazioni. Si ammorbidirono mentre sfiorava le sue labbra contro le mie. Rabbrividii leggermente mentre mi mordicchiava il labbro inferiore, premendomi più a fondo su di lui.

I miei occhi si chiusero, godendosi la sensazione di lui. Mi baciò il collo e la sua mano scivolò sul mio stomaco, accarezzando la pelle sottostante, prima di immergersi sotto l'elastico dei miei leggings.

Gli stai mentendo.

"Fermo. Fermo."

Si bloccò immediatamente, le sue mani si spostarono sulle mie spalle. Cercai di controllare la mia espressione.

"Mi dispiace," disse dolcemente, cercando di guardarmi. "Stai bene?"

"Sto bene." Mi schiarii la gola. "Scusa, sono solo stanca." 

"Non scusarti," disse. "Va tutto bene. Vuoi dormire qui?"

"Vado in camera mia." Mi alzai. "Ci vediamo domani, va bene?" 

Prima che avesse potuto offrirsi di riaccompagnarmi, mi precipitai fuori dalla stanza.

The Stadium's Star ▪︎✔️ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora