Capitolo 55

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L'aria si fece più fredda e sembrava che nessuno ci stesse cercando. Dato che questo sarebbe potuto essere il giorno in cui sarei morta, avrei potuto anche lasciar andare i miei pensieri.

"Mi dispiace," dissi piano.

Zack si bloccò accanto a me. "Per cosa?"

Tutto.

I miei occhi si chiusero. "So che non pensavi che sarei venuta a questo viaggio."

Lui alzò le spalle. "Avrei dovuto saperlo. Sei la sua migliore amica."

Il mio corpo iniziò a riscaldarsi e fui grata che l'oscurità avesse potuto nascondere il rossore delle mie guance. "Ma tu sei venuto con Katy. E io... Ora che sono qui, non puoi..."

Sbattè le palpebre. "Pensi che io sia qui con Katy?"

"Lo sei," dissi, poi mi ripresi, "No, aspetta. Non devi darmi spiegazioni. Non stiamo più insieme quindi..."

Non rispose, bevve solamente. Guardai il suo collo allungarsi all'indietro mentre si portava la bottiglia alle labbra. I suoi capelli sembravano così morbidi che le mie mani quasi si allungarono per scostarglieli dal viso.

"Sembra che tu vada d'accordo con quel ragazzo che Mia ha portato con dietro," disse dopo un momento di silenzio.

"Anthony?" dissi, prendendo la bottiglia. "Sì, è simpatico."

"Simpatico, eh?" Guardò in basso. "In più, probabilmente puoi spassartela meglio con un ragazzo che porta gli occhiali e gli piacciono i libri e cazzate varie."

Mi sfuggì uno sbuffo e quasi soffocai con il vino. "È questo che pensi?"

La sua voce era quasi malinconica quando disse, "Ti piacciono i libri."

"Hai letto Piccole Donne," feci notare. "È meglio della maggior parte dei ragazzi adolescenti."

Sbuffò. "Sì, perché pensavo che fossi carina e volevo impressionarti."

Il mio viso si infiammò e strinsi la bottiglia al petto. "Volevi impressionarmi?"

"Zitta," rispose ma era affettuoso.

"Pensaci tu."

Silenzio.

Gli diedi la bottiglia e lui la finì. La mise tra noi, vuota.

Ci fu una lunga pausa di silenzio e mi stavo scervellando per cercare qualcosa da dire quando lui parlò.

"Sai, sei unica," iniziò a mormorare. Era lontano dallo stato in cui mi trovavo io, ma non era nemmeno del tutto sobrio. "Prima di incontrarti, parlavo con una ragazza dietro l'altra senza farmi alcun fottuto problema, poi tu... sei sbucata fuori dal nulla con la tua bocca intelligente e il tuo stupido sorrisetto e mi hai rovinato, cazzo."

La sua testa si abbassò mentre continuava. "Poi mi sono affezionato e...te ne sei andata. Quando pensavo che non l'avresti mai fatto."

Il mio cuore si strinse come se qualcuno l'avesse preso nel palmo e stritolato in un pugno. Portai le ginocchia al petto, appoggiando la testa su esse per impedirmi di emettere alcun suono.

Non mi stava nemmeno davvero parlando a questo punto. Le parole uscivano senza freni. "E io voglio davvero odiarti ma non posso." Lui sbattè le palpebre, le sue ciglia svolazzavano. "Ti amo ancora. E a volte sembra che non smetterò mai di farlo."

Un singhiozzo soffocato si liberò da me prima che avessi potuto fermarlo e lui si voltò verso di me.

"Cazzo. Amelia, per favore non piangere."

"Non sto- non sto-" Le mie parole vennero attutite dalle mie lacrime. "Quando bevo divento emotiva."

Le sue braccia mi avvolsero e io nascosi il viso nel suo petto. Rendendomi conto di quello che stavo facendo, cominciai a tirarmi indietro ma lui mi tenne più vicino.

"Va tutto bene," disse. "So che sei solo ubriaca. Possiamo far finta che non sia mai successo domattina. Stringimi solo per un momento."

Le mie lacrime uscirono ancora più forti e le mie spalle tremarono contro di lui.

Perché mando sempre tutto a puttane?

Tutto ciò che venne fuori erano lacrime e scuse. Si aggrappò a me e appoggiò il mento sulla mia testa finché non sembrò che fossi io a tenerlo.

"Non lasciarmi andare," sussurrò.

Ero abbastanza sicura che non voleva pronunciarlo, ma lo aveva fatto e avrei voluto solo potergli tenere il viso e promettergli che non lo avrei fatto. Invece, mi promisi di resistere il più a lungo possibile. Questo era tutto quello che potevo fare.

The Stadium's Star ▪︎✔️ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora