Capitolo 46

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Appena arrivai davanti alla stanza di Zack, tutto il mio corpo si irrigidì. Tenni la mano alzata e feci un respiro profondo prima di bussare.

Aprì la porta con un sorriso di traverso e allungò subito la mano stringendo la mia. "Piacere di conoscerti."

Fissai la sua mano e goffamente mi allontanai, osservando la stanza. Anche dandogli le spalle, potei vedere la sua espressione perplessa.

Schiarendomi la gola, mi girai per guardarlo negli occhi e mi sforzai di parlare.

"Non voglio più stare con te."

Il suo corpo si ghiacciò. Osservai il colore svanire dal suo viso, i suoi occhi perdere la concentrazione. Il mio petto si riempì di dolore ma mantenni un'espressione sicura.

"Che cosa?" chiese, aggrottando le sopracciglia.

"Io non...voglio più avere una relazione," ripetei.

Zack mi fissò. Quando parlò, la sua voce era addolorata. "Stai rompendo con me?"

Non sentii il mio corpo quando risposi. "Sì."

Si sforzò di ridere. "È uno scherzo?

"Non è uno scherzo," dissi con forza, incapace di incontrare i suoi occhi. "Non hai fatto niente di male. Sono solo troppo occupata per avere una relazione in questo momento."

"Fai sul serio?" chiese. "Voglio dire, una settimana fa andava tutto bene e ora..." Sbattè le palpebre. "È a causa della cosa delle stelle? Non era una cosa seria. Non mi aspetto che ci sposiamo in questo momento o altro-"

"Non è quello," dissi, facendo del mio meglio per non piangere. "Sono solo troppo occupata."

Lui mi fissò, come in attesa, ma io non dissi niente. Non potevo.

"Capisco che sei occupata," disse lentamente. "Anch'io sono occupato. Possiamo organizzarci e-

"No," dissi. "Ho deciso. Non c'è niente che tu possa dire per farmi cambiare idea."

"Quindi è così? Non vuoi nemmeno provarci?" chiese, aggrottando le sopracciglia. "Io ti amo, Amelia. Capisco che a volte è difficile, ma anche questo fa parte di una relazione. Ci  provi, cazzo!"

"Non posso," sospirai. "Non riesco a gestire tutto quello che sta succedendo in questo momento. Sono un disastro e non posso darti quello che meriti."

"Rimani," disse, tenendomi la mano. "Stai qui. È tutto ciò di cui ho bisogno. Non ho bisogno che tu ti prenda cura di me o mi protegga. Voglio solo che tu stia con me."

"Zack-"

"Non è..." Fece una pausa prima di continuare, "Non ne valgo la pena per te?" 

Obbligai le mie lacrime a non cadere, mordendomi il labbro. "Scusami."

Respirò, fissandomi, e lasciò cadere la mia mano. Anche se era solo a un metro di distanza, sembrava essere decine di chilometri. Ci fu un lungo momento di silenzio prima che parlasse di nuovo.

"Fermami ora," disse piano. "O abbiamo chiuso."

Il mio labbro tremò e non riuscii a elaborare abbastanza velocemente per fermarlo. Invece, abbassai lo sguardo e mi tolsi l'anello dal dito.

"Mi dispiace," ripetei, porgendoglielo.

La sua mascella era serrata mentre fissava la mia mano. Non mi mancò di notare quanto i suoi occhi fossero vitrei ma mi costrinsi a non pensarci.

Lo stai facendo per lui.

"Tienilo," disse alla fine. "Non ne ho più bisogno."

Si precipitò fuori, chiudendosi la porta alle spalle, e le lacrime sgorgarono. La mia bocca si inondò di sale e senso di colpa mentre tenevo l'anello tra le mani. Cadde a terra mentre perdevo forza nelle dita.

Il dolore di lasciare andare la mia famiglia mi era sembrato forte. Ma ora, in piedi nella sua stanza dove non appartenevo più, mi resi conto che niente di ciò che avessi mai provato era paragonabile al dolore di averlo ferito.

The Stadium's Star ▪︎✔️ (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora