Capitolo 14

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Vittorio corse nello stesso bagno dell'ultimo incontro con Ϗai. Si fermò davanti allo specchio e si guardò intorno ansimando. "Dov'è il pennarello?" urlò nella sua testa "Certo! Ϗai non mi sta aspettando: non c'è nessun motivo per trovare un pennarello in bagno!"

Si appoggiò al lavandino e iniziò a riflettere su come evocarlə. "Proviamo questo", si avvicinò allo specchio e vi alitò sopra. Con un dito disegnò una Ϗ e attese qualche istante, sperando si illuminasse, o quantomeno facesse qualcosa. "Nulla!" sbuffò e corse nell'aula più vicina, prese un pennarello e tornò in bagno.

Preso dalla foga, Vittorio non vide Aurora e le sbatté contro.

I due caddero accanto alla porta - Vitto! - esclamò rialzandosi.

- Rora? Che ci fai qua?

- Prima svieni e poi corri in bagno: mi stai facendo preoccupare!

"Devo scriverlə subito!" - Grazie, ma adesso non ho tempo! - e si avviò verso il bagno.

La ragazza lo afferrò per il polso – Non ignorarmi, ti prego! Ho bisogno di parlarti!

"Ascoltala, Vitto! No, non ho tempo adesso! Ma è da settimane che vuoi fare pace con lei! Ma chi se ne frega? È tutto finto qua!", tirò via il polso – Un'altra volta Rora, ho bisogno di fare una cosa! - e corse verso i lavandini.

Gettò via il tappo del pennarello e iniziò a scrivere sullo specchio. "Questo è il mio piano per il Ballo, Ϗai!" si disse "Con il tuo aiuto riusciremo a farli uscire allo scoperto!" e posò il pennarello.

Vittorio fu così preso dallo scrivere da non essersi accorto di Aurora che, appena entrata in bagno, disse – Senti Vitto, non puoi capire quanto stia soffrendo per com'è la situazione tra noi due. Ti prego, dammi... - ma rimase pietrificata da tutte quelle righe rosse sullo specchio.

Terrorizzata da quel piano, la ragazza avvicinò gli indici come per segnare un simbolo di pausa. Quel gesto bloccò l'intera simulazione, Vittorio compreso. Non appena si fu accertata di essere l'unica in grado di muoversi, urlò – LUDMILLA! ERIϏA!

Laura e Nathalie glitcharono accanto a lei – Che c'è Fede?

- Dobbiamo interrompere e ripianificare tutto – e indicò lo specchio.

Le ragazze lo lessero sconvolte, per poi vedere la scritta illuminarsi e scomparire. Al suo posto apparve un disegno stilizzato dei capelli a caschetto di Ϗai.

Quella esplicita presa in giro fece andare Laura in escandescenze – BASTA! NON NE POSSO PIÙ, ϏAI! SAPPI CHE TI TROVERÒ E TI FARÒ UCCIDERE, CHIUNQUE TU SIA!

In risposta, un enorme sorriso azzurro apparve sotto il caschetto.

La ragazza urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, spaccò lo specchio con un pugno e glitchò via dalla simulazione.

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