Capitolo 21

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Ludmilla prese il caffè dalla mano di Giona e sospirò, appoggiando la schiena alla parete del corridoio – Perché? - e ne bevve un sorso.

Con la sua solita empatia, il Professore la rassicurò rispondendo - Caricare la Verità su un server è rischioso Lud, ti avevo avvisato.

- Scusa, ma che senso ha rubare la Verità? Non è utilizzabile come arma senza un "portatore sano".

Giona fece una smorfia di disapprovazione.

- Aspetta! - e lo folgorò con lo sguardo – Tu sai chi è Kai! Certo, figurati se il Professore non conosce ogni singolo criminale infame di questa città! - ma intuì dalla sua espressione che non avrebbe confessato. Sorrise, poggiò la sua mano sul petto dell'uomo più potente di Wisteria e lo spinse contro la parete. I loro volti furono a pochi centimetri di distanza e sussurrò – Chi è Kai?

Giona era fortemente attratto da Ludmilla e una qualunque altra persona al suo posto avrebbe ceduto alla tensione sessuale. Fortunatamente per lui, la sua ansia sociale era infinitamente più potente: l'eccitazione fu sostituita da stress e si irrigidì del tutto – Posso solo confermarti che Kai cerca la Verità.

- Per farci cosa? - gli disse alitandogli sull'orecchio.

- Lui ha un modo per sopravvivervi, di cui non posso assolutamente parlarti – e gli lanciò uno sguardo serio, ma desolato.

Ludmilla lasciò la presa, si appoggiò alla parete accanto a lui e sbuffò – Tranquillo ho capito: non è esattamente un nemico per te, vero?

Il Professore annuì e bevve un sorso della tisana – Kai a parte, come sta andando la partita? Ti stai divertendo a rivivere i traumi del liceo?

- Quali traumi? - e rise – A differenza tua, io ho dei bellissimi ricordi del liceo: stai parlando con la tre volte rappresentante del Fibonacci!

"Grande Giona" si disse "Sei riuscito a cambiare argomento!", ma la spontaneità della nuova discussione portò l'ansia sociale nella sua forma finale, "Cerca di deviare ancora il discorso: vedi se riesci a chiederle di uscire! E come? Comincia dicendo qualcosa di simpatico" – È da lì che nasce Occhi di Ghiaccio? Da tutti i professori e studenti che ibernavi alle assemblee? - "Non è il massimo, ma ok dai"

- Sì, il capitano della squadra di calcio, al ballo di fine anno. L'ho fatto mettere a piangere! – e sorrise soddisfatta – Tu invece? Capitano del club dei vergini scacchisti?

La tisana iniziò a tremare leggermente – Nah, io sono sempre stato un tipo da roleplay.

Ludmilla rise – Adesso capisco "i traumi del liceo"! Ti prego, dimmi che il roleplay lo facevi anche nell'altro senso!

Iniziò a sudare freddo, "Non rispondere, si capisce se menti! Cambia subito argomento!" - Perché me lo chiedi? Vuoi qualche consiglio per la simulazione?

Quella frase confuse la dottoressa – In che senso?

- Dai, non ci credo che non hai un ragazzo al Lovelace! Hai scritto tu la trama: sicuramente il tuo personaggio è quello che se la passa meglio.

Il bicchiere del caffè si piegò leggermente, "Oddio no! Immagina se scopre che il mio ragazzo si chiama come lui! Lo ammazzo Fabrizio!" – No, ma che dici? - e si toccò la nuca con la mano libera – La storia è stata programmata per i Goldilocks, non c'era spazio per stupidaggini del genere.

A quella risposta seguì un attimo di silenzio. Erano entrambi nervosi, entrambi vittime di quel secolare gioco di sguardi. Galvani non era soltanto l'Uomo nell'Ombra di Wisteria, ma anche l'uomo nell'ombra della sua ansia sociale, perennemente sospeso tra il desiderio di chiederle di uscire e la fobia di un suo rifiuto. Fobia, non paura: Giona non poteva fallire, e lo sapeva. Da mesi ormai Ludmilla aveva iniziato a lanciare segnali chiarissimi. Da un lato era infastidita dal suo esitare, dall'altro le piaceva essere lei quella in controllo della situazione.

"Che carino quando è imbarazzato" pensò lei "Voglio troppo metterlo sotto!" e lanciò l'ennesimo segnale – Quindi sì... sono single nella simulazione – morse il labbro inferiore e il suo sguardo si fece più seduttivo.

"QUESTO È UN SEGNALE, GIONA!" urlarono le voci nella sua testa "Veloce, chiedile di uscire! Di' qualcosa di simpatico, tipo ti va di venire da me a studiare per l'interrogazione di domani? Dai! È il momento! Tre, due, uno... tre, due... tre... E DAI, PARLA!" - Buono a sapersi!

La dottoressa lo guardò rassegnata – Buono... a sapersi?

"Sei un idiota! Buono a sapersi? Sul serio? E con questo sorriso da ebete poi! Di' qualcosa di intelligente adesso, smuoviti a sistemare la cosa!", ma uno squillo del suo smartphone decise di rendere permanente quella risposta. Il Professore sospirò e lo sfilò dalla tasca.

Lesse il nome di Dessi e fece cenno a Ludmilla di andare. Alzò lo sguardo al soffitto, chiuse gli occhi e sospirò nuovamente, "La prossima volta Giona, la prossima volta riuscirai a chiederle di uscire!", ignaro del fatto che quella volta non sarebbe mai arrivata.

RanϏing 96Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora