SECONDA PARTE: CINQUE DIVINITÀ - Capitolo 15

5 1 0
                                    

1:58, alcune settimane prima dell'inizio della simulazione. Vittorio Verre, leader della banda criminale dei Goldilocks, sedeva sul pavimento del van col resto del gruppo. Aurora Adamo, sua compagna fin dal loro primo colpo in banca, strinse la mano nella sua e lo guardò negli occhi.

Infuso del suo coraggio, Vittorio si alzò di scatto – Compagni!

La banda si voltò verso di lui.

- Pronti per la nostra ultima missione? Pronti per l'ultima rapina dei Goldilocks?

- SEEEEE! - urlarono collettivamente.

- Allora ripassiamo insieme il piano! Cesare, ci senti?

- Si capitano, sono tutt'orecchi! - rispose una voce dallo speaker dietro di loro. Cesare Castelli era l'autista designato per il colpo e, come tutti gli altri membri della banda, pendeva dalle labbra di Vittorio. Grazie al suo genio, i sei ladri avevano rubato oltre due milioni di petali in opere d'arte. E non solo! Vittorio aveva anche pianificato la loro evasione dall'ala di massima sicurezza del Carcere (ora Istituto Correttivo) di Wisteria.

Tuttavia, le missioni erano diventate sempre più rischiose. La polizia di Wisteria era riuscita a stilare i loro profili psicologici e a prevedere i loro modi operandi. "È ora di ritirarci" aveva detto loro "ma con stile! Ruberemo l'artefatto più prezioso di tutta Wisteria: la Corona di Photi!"

- La Corona di Photi è esposta nella teca 1F4 della stanza 51 del Museo Archeologico di Wisteria – aprì l'immagine dal suo tablet e zoomò in quell'area – Come vi ho spiegato più volte, la corona ha poco valore, così come ogni altro artefatto della civiltà di Xantho.

- Ma non per chi crede alle leggende! - aggiunse Giada Gelsomini.

- Esatto! Alcuni collezionisti credono fermamente che gli abitanti di Xantho avessero poteri mentali, soprattutto i membri delle Grandi Famiglie. La corona sarebbe quindi impregnata di una qualche energia psichica, per cui sono disposti a pagare anche quattro milioni di petali.

- Ma le guardie non lo sanno – commentò Nicolò Narciso – Anzi, non ci sono proprio!

Vittorio sorrise e si voltò verso una delle ragazze - Ed è qui che entri in gioco tu, Federica. Quanto ti serve per entrare nel sistema del museo?

- Meno di quanto serva a voi per appostarvi – rispose senza staccare gli occhi dallo schermo del suo laptop – A quanto pare la backdoor della scorsa rapina funziona ancora. Scandaloso che non se ne siano accorti in due anni!

- Perfetto. Ora un recap veloce del piano!

- Molto veloce, Vitto! - tuonò Cesare – Arriviamo fra meno di cinque minuti!

- 3 gruppi. Cesare e Federica rimarranno sul furgone, tu ad hackerare e tu pronto a partire se le cose si mettono male – disse indicandoli – Aurora e Nicolò si apposteranno all'ingresso, sorvegliando l'ala del museo dall'esterno. Io e Giada entreremo a rubare la corona: io mi occuperò di scassinare la serratura, mentre tu disegnerai il nostro logo sulla teca – e indicò la ragazza – Tutto chiaro?

La banda annuì.

Vittorio sfoderò la sua pistola tranquillante – E ricordate sempre: noi non siamo vandali, né assassini! Non danneggiamo le opere d'arte e soprattutto non danneggiamo le persone! Noi siamo artisti del furto! Noi entriamo a casa degli orsi, li mettiamo a letto e li lasciamo senza neanche un petalo... – e tutti all'unisono – NOI SIAMO I GOLDILOCKS!

Aurora si alzò e andò a baciare il suo amato leader. Gli lanciò poi uno sguardo turbato, come per dirgli "Sei pronto per il vero piano?", a cui lui rispose con un sorriso amaro.

RanϏing 96Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora