Mi mordo il labbro inferiore, presa dal panico della situazione.
Quanto può essere rumoroso il silenzio? Me lo sono sempre chiesta, dopo tutto ci vivo in questo, ma ora non ha niente a cui vedere con il mio comune amico.
Questo è fastidioso, opprimente e pesante. Vorrei scappare via e dimenticarmi della promessa fatta ad Eloise.
Non ce la farò mai, non vorrà mai sapere la verità.
"Stai bene?" Rompe il silenzio lui, avvicinandosi.
"Si" Sussurro io abbassando il capo, resami conto di averlo fissato in tutto questo tempo.
"Non mentirmi"
Alzo di colpo lo sguardo e nuovamente mi perdo nel suo volto.
"Ora si" Preciso, dondolandomi suli piedi.
"Non far caso a Josh, quando alza un po' il gomito tende a fare cose insensate. Ma di una cosa aveva ragione: Niall non doveva lasciarti da sola"
Vedo un lampo attraversare il suo sguardo, mentre prende a squadrarmi dalla testa ai piedi.
"Non ho bisogno della babysitter"
Lui inizialmente mi guarda sconcertato, poi scoppia a ridere, assottigliando i suoi occhi bruni.
"Questa si che è forte. Non puoi rimanere sola in questo genere di posti" Risponde lui, ritrovando il respiro.
Lo guardo leggermente infastidita.
Cosa si crede? Che sia una sprovveduta?
Si ok, prima non ho avuto il completo possesso delle mie capacità, era come se il mio corpo si fosse spento, ma poi ho reagito. E non mi va ora, che mi si faccia la predica.
"E allora torna dentro, non lasciare la tua ragazza da sola" Sputo io, incrociando le braccia sul petto.
Lui smette completamente di ridere, mettendosi dritto.
"Sophia è capace di badare a se stessa"
Punta sull'orgoglio, lo fulmino con lo sguardo e se questo potesse uccidere, lui sarebbe già all'altro mondo.
"E cosa ti dice che io non saprei badare a me stessa?"
"Mi sembra più che ovvio. O devo ricordarti quello che è successo cinque minuti fa?"
"Spero tu stia scherzando Liam, avevo la situazione sotto controllo"
"Dillo a qualcun altro. Non mi freghi"
"Ma che ne puoi sapere tu?"
"Dio, perché non ammetti la realtà? Sei una bambina!" Urla.
E questo mi colpisce più di mille coltelli, più del mio stesso inferno e più della realtà.
Mi blocco li, con la bocca spalancata a guardare quel ragazzo che mi ha colpita e schiantata al suolo.
Ma non lo vedo, è come se fosse trasparente e non ci fosse realmente li.
Bambina, questa parola che mi vortica nella testa.
Sarei una bambina? Una persona che non ammette la realtà?
Quanto può far male questo?
Sento le lacrime pizzicare, non perché mi abbia dato in se per se fastidio quella parola.
Ma perché non mi lascio giudicare da chi non mi conosce. E la realtà è che lui non mi conosce, nessuno può dire di conoscermi!
La cosa più brutta è sentirmi dire che non affronto la realtà, sono stanca di questo concetto.

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Turn back time
FanfictionIl destino. Questa parola così comune, ma di difficile significato. Cosa celerà dietro una vita tormentata? Alyssa, passato e presente difficili. Ha paura di combattere, di uscirne perdente. Perchè sa, che qualsiasi cosa farà soccomberà in ogni caso...