La lunga notte

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Rimaniamo in silenzio per quello che credo essere un attimo, in quell’attimo tutto diventa sfocato attorno a noi.

Ho paura di portare lo sguardo su quella sala, impaurita del fatto che qualcuno abbia scoperto quello che il mio cuore, incurante della ragione, ha appena formulato.

Davvero mi sono innamorata? Davvero concedo al destino un’altra stoccata al mio fragile cuore?

Il contatto visivo con Liam non cede di un attimo, nemmeno quando il signore che prima ha parlato, torna al centro della sala.

Un forte applauso mi riscuote, facendomi abbassare il volto sul mio vestito che cade gentile per terra.

“Ringraziamo voi tutti che avete partecipato a questa pausa della cena. Ora potete ritornare ai vostri tavoli, è pronto il dessert e poi lasciamo la parola a quelli che sono i protagonisti di questa serata” Richiama lo stesso signore di prima, mentre tutti si dileguano.

“Hei, Aly andiamo?” Domanda Niall, affiancandomi.

Quando si accorge della presenza di Liam, fa scorrere lo sguardo tra noi due interrogativamente.

“Tutto ok?” Mi domanda ancora, circondandomi la vita con un braccio.

Sono pronta, pronta per cogliere la maschera dal suolo, lasciata cadere durante quel ballo e quella canzone troppo veritiera e riporla al suo solito posto, il mio volto.

Alzo lo sguardo verso Niall e gli sorrido.

“Certo”

Con la coda dell’occhio Liam sembra ancora guardarmi, ma evito con tutta me stessa quello sguardo indagatore. Conscia del fatto che migliaia di domande gli staranno vorticando in mente.

Niall mi scorta al tavolo, dove tutti gli altri sono già seduti.

Ci accomodiamo, subito seguiti da Liam, che prende a parlare con Sophia e Zayn, vicini.

Per fortuna la degustazione della torta alle noci, avviene tutto in modo pacifico, anche se mi sento osservata e non ho proprio voglia di vedere da chi provenga quest’occhiata.

Mentre parlo con Niall allegramente, questa sensazione non passa, continua a covare dentro di me e mi sento soffocata, come se qualcuno stesse stritolando la gola e io cercassi un appiglio, un respiro, ma non trovo niente.

Appoggio il tovagliolo sul tavolo e scusandomi, mi alzo per raggiungere il bagno.

Mentre mi sciacquo le mani e bagno con le dita il collo, sento che pian piano il respiro si sta regolarizzando.

Ormai, sono solita in queste cose. Il demone, quelle poche volte che lo dimentico in un angolo, subito si sente offeso e prende a scalpitare, facendomi ricordare che lui è ancora li, che non è andato da nessuna parte.

Mi guardo allo specchio e ho compassione per quel viso. Per quell’anima sotterrata dal trucco.

Sospiro al mio riflesso, pentendomi subito del passo fatto poco fa. Mi sono resa vulnerabile e ora eccomi qua, cuore rotto, anima lacerata e situazione non mutata, se non peggiorata. Sono un caso perso.

Sono ancora aggrappata al lavandino, quando sento chiudersi la porta alle mie spalle e il rumore dei tacchi a spillo fare ingresso nell’anticamera.

Alzo lo sguardo e chi mi trovo davanti è assolutamente l’ultima persona che vorrei vedere. Sophia.

La guardo e provo invidia. Invidia perché lei può avere tutto quello che io vorrei. Troppe cose, che vorrei.

Si avvicina al lavandino affianco al mio e si guarda allo specchio aggiustandosi i lunghi capelli castani.

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