Momenti

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Chiudo l'agenda abbastanza soddisfatta, credendo di aver scritto i miei desideri più profondi e nascosti.
Certo, alcuni sono improponibili, dato che non si esaudiranno mai, ma appunto per questo sono desideri.
Mi alzo dal letto e appoggio l'agenda sulla scrivania, sospirando un po' a disagio.
Ci sono alcune situazioni da chiarire, alcuni dialoghi ancora da fare.
Mi avvicino alla porta, quasi non accorgendomene, come se il corpo fosse guidato da qualcun altro.
Quando la apro, in casa c'è un silenzio tombale.
Camminando sulle punte, giungo vicino alla porta di Niall.
Incerta sul da farsi, rimango con il braccio sospeso per aria, prima di prendere un respiro e battere per due volte il pugno sulla porta chiusa.
Aspetto qualche secondo, ma dall'interno nessuna voce.
Quando sto per bussare nuovamente, la porta si apre, facendo capolino Niall in pantaloncini e felpa.
Ha il volto corrucciato, quasi arrabbiato.
Non appena i suoi occhi si posano sulla mia figura, fa un passo di lato e mi lascia entrare.
Quasi non ci credo, per la sua accondiscendenza, ma subito mi riprendo. E' di Niall che stiamo parlando, del mio amico generoso, del mio amico dolce e socievole.
Sorrido tra me, quando mi capacito che forse, chiarire non sarà così difficile.
Il suo animo buono, giocherà un ruolo fondamentale.
"Scusa se ti disturbo" Annuncio io, fermandomi in mezzo alla camera.
Non ero mai entrata qui dentro, nel mezzo della stanza c'è un letto a due piazze sfatto, appoggiato su un tappeto nero.
Di fronte una scrivania piena di fogli e in cima un televisore.
La cosa sorprendente di questa camera è il colore, è invasa dal bianco e dal nero.
A un angolo, vicino a una sedia, una chitarra classica è appoggiata al muro.
Subito accanto un impianto stereo di ultima generazione è quasi invisibile.
"Non mi disturbi" Dice lui, buttandosi a peso morto sul letto, sdraiandosi.
Non so ancora cosa fare, rimango piantata li sui miei piedi.
So solo che vorrei riavere il mio amico, non mi piace questo muro di gomma che ci fa respingere.
"Niall, mi dispiace. Avrei dovuto dirlo prima" Ammetto, torcendomi le dita delle mani.
Lui si alza sui gomiti e mi guarda con un cipiglio.
"Dispiace anche a me"
Facendo un sospiro, vado a sedermi sul lato del suo letto lasciato libero.
"E' stato difficile" Prendo a spiegare.
Lui rimane in silenzio, affinchè io possa continuare.
Mi siedo a gambe incrociate sul letto e prendo a parlare
"Ho sempre saputo che la mia vita fosse un casino, ho sempre saputo di star male. Non ho voluto mai dirlo a nessuno, credimi! Nessuno lo sa, tranne la mia famiglia ed Eloise. Non mi piacciono come diventano le persone quando lo scoprono. Diventano perbeniste, patetiche, provano pena e a me la pena fa schifo. Mentre altre, decidono semplicemente di scappare. Volevo essere solo una ragazza normale, una che ha le proprie passioni, che a scuola va bene. Poi ho conosciuto voi. Ho avuto paura di dirvelo, ho creduto che prima o poi ci saremmo divisi, che non avremmo legato così tanto. Invece, tutto è accaduto inaspettatamente. Siete diventati miei amici, poi il diploma e mio padre che si impunta per le analisi"
Mi fermo e lo vedo concentrato ad ascoltarmi, non mi guarda, il suo volo è fisso sul soffitto.
"Niall, sapevo che prima o poi le cosa sarebbero cambiate, che la mia malattia sarebbe evoluta. Cercavo solo di nasconderlo a me stessa, ma le cose sono cambiate e non posso farci nulla. Mi è caduto il mondo addosso è vero, ma non me la posso prendere con nessuno. Ti prego Niall perdonami"
Restiamo in silenzio per un pò, io continuo a fissarlo, mentre lui guarda il vuoto.
Ad un tratto si solleva e si siede nella mia esatta posizione.
"Ci sto male Aly, inutile negarlo. Per tutto. Perché nessuno si merita quello che stai passando. Ma l'unica cosa che posso dirti è che non sono arrabbiato con te. Come potrei? Perciò non chiedermi di perdonarti, lo faccio io per primo"
Un sorriso nasce sul mio viso e con un balzo mi trovo legata a lui.
Per il contraccolpo Niall cade indietro e scoppiamo a ridere.
"Mi dispiace Niall, veramente" Sussurro affondando il mio viso nel suo petto, tornando seria.
"Basta così Aly" Dice lui, accarezzandomi i capalli.
"Ti voglio bene" Ammetto, stringendolo. È come un fratello che non ho mai avuto e me ne accorgo solo ora.
Niall è una versione maschile di Eloise.
Caratterialmente sono l'opposto, è vero. Di certo un carattere compensa l'altro.
"Anche io"
Rimaniamo li, stesi uno di fianco all'altro.
"Come l'hai saputo?" Domando, guardando il suo volto.
"Ho sentito Liam e Sophia litigare pesantemente in cucina, quando sono sceso di sotto ho ascoltato proprio quel passaggio"
Mi si mozza il respiro e lui se ne accorge.
"Che è successo tra voi? Sophia non mi sembrava il ritratto della felicità"
È tutta colpa mia, come sempre.
"Liam era con me in ospedale, non so come siano andate le cose. So solo che quando il dottore mi ha dato la notizia sono svenuta e al mio risveglio ero a casa. Non so cosa è successo nel frattempo. E sinceramente non so cosa sta accadendo tra noi"
Nial ridacchia e mi passa un braccio sulle spalle.
"Credimi, per quello che ho sentito li giù, era abbastanza convinto della sua situazione"
"Cosa ha detto?" Domando, cercando di cavargli qualche risposta.
"Non chiederlo a me Aly, faresti meglio a parlarci"
"Non so come l'ha presa. Ti rendi conto? Sono orribile" Ammetto, abbassando il volto e tornando ad appoggiarlo sul suo petto.
"Non dire così. Hai avuto altro a cui pensare. È legittimo"
"Mi mancherà. Mi mancherete tutti" Ammetto sussurrando. Quasi volendo sottolineare il sentimento che provo per loro.
"Aly..."
"E' la verità Niall. Siete delle persone fantastiche e ora capisco perché chi vi segue lo fa con così tanta enfasi. Non mentite, anche pubblicamente restate quello che siete nella realtà"
"Basta però. Hai mangiato?" Domanda per spezzare il discorso.
Quando nego con il capo, si alza e trascina anche me fuori da quel letto.
"Andiamo a nutrirci" Sorride, aprendo la porta e accompagnandomi al piano di sotto.

Io e Niall siamo seduti su gli sgabelli del bancone della cucina.
Lui ha preparato un tè caldo e io l'ho ringraziato almeno una trentina di volte, per questo pensiero, dato che il tè ha un effetto estremamente calmante su di me.
Mi allunga, sorridendo, la scatola dei biscotti al cioccolato e gli sorrido benevola, per il gesto.
Adoro questo ragazzo e lo ripeterò per... Insomma, fin quando potrò.
"Cosa fate qui?" Domanda una voce, alle nostre spalle.
Liam, in tuta, entra in cucina, sedendosi accanto a me.
"Facciamo merenda" Risponde Niall, tirando un gran morso al suo biscotto.
"A mezza notte?" Chiede Liam, sbigottito.
"Quando è fame, l'orario non è importante" Spiega in biondo, scollando le spalle, come se fosse tutto normale.
"Come stai?" Mi domanda Liam, dopo alcuni attimi di silenzio, poggiandomi una mano sul ginocchio.
Niall, deglutendo, si pulisce le mani sul pantalone e biascicando un "Ho sonno, a domani" esce dalla stanza.
Mi pulisco anche io le dita che hanno catturato alcune briciole e mi volto a guardarlo.
"Sto bene" Sorrido, appoggiando la mia mano su quella di Liam, ancora posata sul mio ginocchio.
"Finisco qui e andiamo a dormire. D'accordo?" Decreto io.
Lui asseconda con la testa e aspetta che io finisca.
Quando bevo l'ultimo sorso di tè, scendo dallo sgabello e poso la tazza sporca nel lavello.
Mi volto e Liam è li che mi aspetta con un piccolo sorriso sulle labbra. Mi ci perdo per un attimo nell'ammirare quel volto e mi dimentico per un attimo di dove mi trovo.
E' la perfezione, così aggraziato ma che nasconde una grande maturità. E io lo amo.
Sorrido di rimando e insieme usciamo dalla stanza senza dire una parola.
Ci fermiamo dietro la mia porta. Un po' impacciati, ci sorridiamo e ci abbracciamo semplicemente come se avessimo perso la memoria e ci stessimo trattando come due sconosciuti, ci congediamo con un "buonanotte" pronunciato debolmente.
Mentre si allontana, chiudo la porta alle mie spalle e mi do dell'incompetente e della deficiente.
Sono una codarda! Ecco cosa sono.

Dopo essermi cambiata, sbuffando, prendo il telefono e mi siedo sul letto, avvisando Eloise e mio padre della dormita, inaspettata, fuori.
Quando il cellulare mi avvisa che i messaggi sono stati inviati correttamente, mi stendo sul letto, chiudendo gli occhi.
Sapere della presenza di Liam limitata alla porta accanto, mi fa battere più in fretta il cuore.
Questa situazione assomiglia molto a quel maledetto bicchiere mezzo pieno, che si trasforma inevitabilmente in mezzo vuoto. Cosa che mi propina in continuazione la psicologa.
Così vicina, ma così lontana. Ecco come mi sento.
Ne ho abbastanza di tutti questi pensieri, di tutti questi film mentali!
Piano piano mi alzo, per non far scattare i soliti giramenti di testa ed esco dalla stanza.
Con passo felpato, giungo alla sua porta e esitando, decido di aprire senza bussare.

Quando apro la porta, trovo Liam che si sta cambiano la maglietta, rimanendo a metà con la testa infilata e le braccia alzate, mentre i suoi addominali rimangono tesi.
"Oddio, scusa!" Esclamo io, facendo un passo indietro.
"No ALy, tranquilla" Dice lui, infilando del tutto quel tessuto, sorridendomi.
Fa un passo verso me e allunga una sua mano. Rispondendo al sorriso, afferro la sua mano, ma con un colpo veloce, mi attira a se stringendomi con una presa ferrea.
Affonda il naso nei miei capelli e respira forte l'odore, mi perdo inevitabilmente in quelle braccia che tanto mi danno di protezione e conforto.
"Mi sei mancata, sai?" Decreta lui, stringendo la presa sui fianchi, mentre appoggia il suo mento sulla mia testa.
"Ma ci siamo visti stamattina" Ridacchio io, affondando il volto nella sua maglia.
"Ma per tutto il giorno siamo stati lontani"
Non rispondo, perché ammetto che ha ragione ed è mancato terribilmente anche a me.
"Sei stanca?" Mi domanda, staccandosi quel che basta per guardarmi.
"Un pochino" Ammetto.
"Vieni" Si stacca del tutto e mi avvicina alla porta.
"No!" Lo fermo io impacciata e trattenendolo per il polso. So cosa ha in mente di fare e io non voglio.
Quando si gira, il suo volto è interrogativo e io gli sorrido.
"Posso rimanere con te?" Chiedo, imprigionando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Lui, dopo essere rimasto un po' stralunato, mi sorride e avvicinandosi, mi lascia un bacio sulla tempia.
"Non devi nemmeno chiederlo. Accomodati"
Mi lascia la mano e va a trafficare con dei CD vicino all'impianto stereo.
Curiosa, mi siedo sul letto con le gambe incrociate, guardando ogni sua mossa.
Afferra il CD che cercava e lo infila nello stereo sopra la scrivania.
Prende il telecomando e si siede vicino a me. Mi sorride e pigiando sul telecomando, accende lo stereo per far partire il CD.
Nell'aria, una chitarra prende a suonare un motivetto simpatico. Lo guardo curiosa, ma lui non dice nulla.
Poco dopo, la voce che esce dalla casse è proprio la sua.
Mi apro in un grande sorriso.
"Ma sei tu!" Osservo sbigottita.
"Siamo noi" Precisa lui, ridacchiando.
"Oh, scusami. Hai ragione" Mi correggo, perché subito dopo la voce di Harry dalle casse dello stereo, fa capolino nella stanza.
Quando arriva al ritornello, Liam prende a canticchiare guardandomi.
"...But that's what makes you beautiful"
"Quante ragazze hai rimorchiato così?" Lo punzecchio, ridendo.
"Ho perso il conto" Si vanta, prendendomi in giro mentre la canzone termina, lasciando posto ad un'altra.
Mi sdraio e ascolto per un po' quelle canzoni che non conoscevo ancora. Canzoni che hanno fatto in modo che loro crescessero così tanto e che venissero conosciuti dal mondo.
"E' il nostro primo CD, la prossima volta ti farò sentire anche il secondo"
"Ci sarà anche una seconda volta Signor Payne? Avete fiducia nelle vostre capacità" Lo canzono allegra.
Sono dannatamente felice di essere qui con lui, che per un attimo mi dimentico del mio destino.
"Hei, uno ci prova eh..." Risponde lui, alzando le mani in segno di difesa.
Scoppio a ridere, seguito dalla sua risata cristallina, così allegra e fresca.
Si sdraia accanto a me, rimaniamo così per un po'. Mi faccio più vicino e appoggio la mia guancia sul suo petto e credo che il mio cuore abbia trovato la sua pace.
"Hai parlato con Sophia?" Chiedo, ricordandomi della lite di cui parlava Niall.
"Gia. Non l'ha presa molto bene" Ammette, con un sospiro.
"Mi dispiace"
"A me no. Forse i ragazzi avevano ragione. Forse avevo solo paura di rimanere solo, di non trovare nessuno accanto"
"Hei" Lo richiamo, alzandomi sui gomiti, sentendo il suo tono di voce.
"Tu sei una persona meravigliosa. Ricordatelo sempre. Non sarai mai solo, nemmeno quando..." Continuo io, per poi bloccarmi, consapevole che quel discorso possa far male sia a me che a lui.
Liam mi tira per un braccio, facendomi cadere nuovamente sul suo petto.
"Mi dispiace, non dovevo parlare" Mi scuso, con il volto affondato sulla sua maglia.
"Con me puoi dire tutto quello che vuoi" Dice con voce flebile.
So che ne soffre, so che dietro la sua offerta nasconde terrore e paura, ne sono consapevole, come può continuare a volere un mostro come me?
Dalle casse passa una nuova melodia, questa volta più tranquilla.
Inizia con la voce di Liam e percepisco subito qualcosa di strano, anche lui sembra riconoscere questo qualcosa e lo sento irrigidirsi.
"Come si chiama?" Domando con voce sottile.
"Moments" Risponde lui.
"Mi piace" Ammetto.
Lui mi stringe, come a voler far cessare quella sensazione che si è creata.
"Perché?" Domanda, dopo un po' di silenzio.
Passano alcuni secondi, prima che io apra nuovamente bocca, mettendo ordine mentale.
"Perché quando io non ci sarò più, tu canterai questa canzone e ti ricorderai di me. Ti ricorderai di noi in questo momento. Ti ricorderai quanto io ti abbia amato Liam e non importa se io non ci sarò più fisicamente. Io ci sarò sempre. In qualsiasi momento" Dico, mentre i nostri occhi si incontrano e si scambiano occhiate silenziose.
Non posso crederci.
Ho ammesso veramente i miei sentimenti?
Ho veramente aperto il mio cuore, finalmente?
Ho veramente iniziato a vedere il bicchiere mezzo pieno?
Liam mi guarda con sguardo incredulo, non dice niente per alcuni istanti e questo mi preoccupa.
Dal suo volto non traspare nulla e rimaniamo a sostenere i nostri sguardi.
Poi, percepisco ancor prima, quello che le parole subito dopo confermano.
"Ti amo anche io" Sussurra, accarezzandomi una guancia, prima di avvicinarsi e baciarmi.

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