Capitolo 18

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Gli spari rimbombavano ovunque, la vallata era contaminata da fumo, munizioni, frecce, feriti e, sfortunatamente, anche cadaveri.

Katsuki cercava sempre di evitare le morti, non era nel suo spirito provare piacere nell'ammazzare qualcuno, ma a volte era proprio inevitabile.
O loro, o gli altri, giusto?

Ma era comunque qualcosa di estremamente brutto...

Avevano la sfortuna di essere in un grosso svantaggio numerico, ma la loro postazione nascosta tra gli alberi e la loro bravura in organizzazione e preparazione era imbattibile.

"Bakubro, direi che possiamo vincerla. Le nostre abilità sono nettamente sup-".

"Vedi di non parlare troppo! Il bastardo bruciato è ancora in giro, finché non sentirò più nessuno sparo, qui nessuno è superiore a nessun altro - Puntò il suo fucile, sparando due colpi uno dietro l'altro, colpendo perfettamente alle gambe due avversari che si stavano avvicinando con troppa energia - O meglio, io sono il migliore. Nessuno può superarmi".

Ghignò, facendo poi cenno al ragazzo dai capelli rossi che scuoteva la testa in segno di resa contro il suo egocentrismo.
"Va' a dare man forte a Kaminari. Qui me la cavo da solo".

"Ne sei sic-".

"Taci Capelli di merda, va'! Ci vediamo dopo".

Lui non poteva mostrarsi debole.

Non poteva mostrarsi spaventato.

Non poteva deludere...

Ma appena Kirishima sparì dalla sua visuale, la schiena di Katsuki si premette all'albero, e chiuse gli occhi. Il respiro faceva fatica ad entrare, era come se l'aria si fosse rarefatta.

Era, letteralmente, terrorizzato.

Tutto era andato a rotoli, tutto si era sgretolato tra le sue dita.

Come poteva essere sicuro di riportare tutti a casa, sani e salvi?

Gemette dal dolore che gli portava l'inalazione dell'aria, mentre il frastuono intorno a lui non voleva smettere di rimbombare nella sua testa.
E se uno di quegli spari avesse colpito uno dei suoi compagni?

Izuku era stato ferito.

Ma era forte. Avrebbe retto qualsiasi cosa, non era più il ragazzino chiuso in una sfera di cristallo.

Non avrebbe permesso a nessuno di morire... Lui avrebbe dato la vita per ognuno di loro.

Perfino per quel ghiacciolo, che nonostante fosse entrato da poco, aveva sicuramente sbaragliato il suo pensiero sull'intera famiglia Todoroki.

Afferrò con una mano un pugno di neve, strusciandoselo in faccia con estrema calma, assorbendo quella sensazione di freddo sulla sua pelle accaldata.
Gli servì per rimettere in ordine i pensieri, pronto a ripartire.

Nessuno sarebbe morto.

Avrebbero vinto.

Avrebbe afferrato il bottino e se ne sarebbero andati nel New Austin, magari ad aprire un ranch tutto loro, o iniziando a dare un senso a tutte le loro vite.

Imbracciò il fucile, pronto a ripartire.

"Ma guarda un po'! - Si voltò di scatto, ottenendo un calcio in piena faccia - Dynamight!".

Katsuki ringhiò con rabbia, incrociando due occhi blu e pieni di odio e follia, che lo fissavano con insistenza.
Dabi, quella feccia della società, era lì, a sorridergli con pazzia. Quella era la faccia di un disadattato, di un essere fuori dal normale...

"La tua faccia è sempre più disgustosa - Si sollevò da terra, schioccando il collo e stringendo i pugni - Mi farai venire gli incubi".

"Lo so che albergo costantemente nei tuoi sogni, probabilmente ti tocchi pensando a me! - Rise, aprendo le braccia e lasciando indietro i suoi sottoposti - O forse non sono il tuo tipo... La tua puttanella dove l'hai lasciata? Gli ho fatto un bel buco, eh?".

𝙶𝚞𝚗𝚜 & 𝙻𝚘𝚟𝚎 - 𝚁𝚎𝚟𝚎𝚗𝚐𝚎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora