Capitolo 11

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"Perché non abbiamo preso All Might? Con il suo pelo mi avrebbe tenuto al calduccio! - Esclamò Kaminari, mentre si stringeva nel suo giaccone, sopra la sua giumenta - E invece tocca congelarmi il culo!"

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"Perché non abbiamo preso All Might? Con il suo pelo mi avrebbe tenuto al calduccio! - Esclamò Kaminari, mentre si stringeva nel suo giaccone, sopra la sua giumenta - E invece tocca congelarmi il culo!".

"Ehi Denki, se vuoi ci pens-".

"Non osare continuare, capelli di merda! - Sbraitò Katsuki, alzando gli occhi al cielo e tirandosi su la bandana sul viso, mentre osservava la strada di fronte a sé - Siamo partiti da così poco, e dovete già rompere le palle. Silenzio... Chiedo solo questo!".

"Ma che noia che sei! - Piagnucolò Kaminari, stropicciandosi il viso con le mani coperte da degli spessi guanti - Almeno parliamo di qualcosa! Tu, Todoroki, raccontaci un po' della tua vita!".

"Non c'è molto da raccontare, era monotona e noiosa. Nonostante mi abbia bruciato mezzo volto, incontrare Midoriya è stata l'emozione più grande della mia vita". Annuì lui, tenendo con una mano le redini del cavallo momentaneo che aveva, mentre con l'altra si teneva sollevato il colletto.

"Tuo fratello? Come è?". Parlò Izuku, che se ne stava leggermente in disparte ad osservare tutto ciò che lo circondava, attento ad ogni movimento.

"Chi? Touya...? Beh... Non ci parliamo molto. È forte, non posso negarlo. Mio padre lo ha tirato su come un vero e proprio assassino, lui non ha problemi a premere un grilletto, nemmeno se dall'altra parte della canna si trovasse un bambino...".

"Che mostro... - Prese parola Kirishima, scuotendo la testa - È ripugnante. Disgustoso. È...".

"Un Todoroki". Mormorò Izuku, cercando di non farsi sentire da nessuno, ma le orecchie abili ed allenate di Katsuki percepirono subito quelle due parole.

In quel momento stavano ancora attraversando le Scarlett Meadows. Il panorama era meraviglioso, erano luoghi caratterizzati da morbide colline coltivate e stagni sparsi nelle zone pianeggianti. Qualche boschetto appariva ai fianchi delle strade, con solamente le foglie degli alberi sempreverdi a colorarli.
Ciò che rendeva quel posto così calmo e rilassante, era proprio il colore della terra: rossa.

"Mio fratello non mi verrà mai a cercare, è ovvio. Lui mi odia, pensa che io gli abbia rubato il posto dentro la nostra famiglia. Mio padre ci ha sempre trattati non come esseri umani, ma come macchine... Credo di non essermi mai fatto una risata".

Tutti lo guardarono, quasi dispiaciuti da ciò che aveva appena detto. Tranne Izuku.

Non riusciva a fidarsi, in ogni caso.

"Capo - Tokoyami prese parola, girandosi indietro - Arriva qualcuno".

Quando camminavano in gruppo, cercavano di muoversi nelle ore in cui poche persone li avrebbero potuti vedere, e quando rischiavano di essere visti a bighellonare in giro, entravano sempre in modalità attenzione.

Tokoyami aveva un'ottima vista sviluppata, e al buio si muoveva decisamente bene. I suoni li percepiva in maniera perfetta, distinguendo zoccolate da pedate umane.

𝙶𝚞𝚗𝚜 & 𝙻𝚘𝚟𝚎 - 𝚁𝚎𝚟𝚎𝚗𝚐𝚎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora