[2° Parte]
Crescere a volte fa paura, ma è inevitabile e, sotto alcuni punti di vista, meraviglioso.
Due ragazzi, collegati dal destino, finiranno sempre per ritrovarsi, in un mondo che ancora non è pronto.
In un mondo nel quale il passato tornerà s...
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"Midoriya!".
"Fermo!".
La voce stranamente preoccupata di Todoroki lo perseguitava dentro a quel boschetto che si stava facendo sempre più fitto. Correva, inciampava, si rialzava. Lui avrebbe trovato quell'uomo, e lo avrebbe ammazzato. Con le sue mani.
Seguiva le orme pesanti che ricoprivano la neve intoccata, cercando di non ascoltare i richiami del bicolore che continuava a stargli dietro.
Le lacrime continuavano a solcare le sue guance fredde, mentre l'immagine del volto pallido di Katsuki gli appariva di fronte ai suoi occhi. Quegli occhi... Quei rubini straordinari...
Un colpo alla schiena lo fece rovesciare a terra, ed un peso lo schiacciò, immergendolo nella neve fresca.
"Cazzo! Lasciami!".
"No! - Shoto gli bloccò le braccia, scuotendo animatamente la testa, e quegli occhi sempre così freddi e distaccati, mostrarono finalmente qualcosa - No, Midoriya. Non posso lasciarti andare così! Devi ragionare, se non vuoi rischiare di... Di...".
"Di morire, eh?! Come lui?! - Sbraitò, provando a calciare e liberarsi di quel corpo - Lui non morirà! Non può farlo! Lui non può morire... Lui...". La sua voce si affievolì dopo ogni parola, mentre ogni forza dentro il suo corpo allentava la presa, facendogli quasi piegare il capo a quella presa di posizione del bicolore. Ci sperava che Katsuki riuscisse a resistere, ci sperava con tutto il cuore. Talmente tanto che gli faceva male al petto... Ma sapeva anche che non poteva essere così semplice...
"Voglio tornare da lui... Lui ha... Ha bisogno di me...". Singhiozzò, lasciandosi sfilare la maschera ossea dalle mani delicate di Shoto, che riuscì ad incontrare i suoi smeraldi rotti.
"E tornerai da lui. Ma devi usare il cervello, Midoriya. Tu non puoi lasciarti stravolgere, hai una mente acuta e riesci a cogliere i più piccoli dettagli. Ti ho osservato alle prese con la caccia, come riesci a stanare qualsiasi tipo di animale. Ti ho visto mentre prepari le tue cure, con una precisione incredibile - Lasciò andare le sue braccia, rimanendo però sul suo corpo a tenerlo ancorato al terreno - Se non fosse stato per te, io sarei recluso nella mia tenuta, a controllare gli schiavi di mio padre, a riscuotere denaro e a rapire donne e bambini per minaccia. Puoi solo immaginare cosa gli viene fatto... Trascinandomi via, con decisamente poca delicatezza e gentilezza, ho capito come è il mondo fuori. Ho capito la sofferenza e il dolore, ma ho anche capito delle cose meravigliose...". Si sollevò finalmente da terra, offrendo la mano al verdino che teneva gli occhi spalancati, con ancora le lacrime che lasciavano quest'ultimi.
"Non avrei mai creduto di riuscire a vedere l'amore. In un mondo fatto di corruzione, omicidi e rapine... Due ragazzi che si amano, sono quasi come delle creature mistiche fuori da ogni immaginazione. Quindi, Midoriya, ora tu ti alzerai con il mio aiuto... - La mano tremolante del minore si sollevò, afferrando saldamente della di Shoto, che riuscì ad accennare un lievissimo sorriso, quasi impercettibile - E andiamo a caccia di quel bastardo. Sa che lo stiamo seguendo, non siamo stati silenziosi. Quindi... Teniamoci pronti a tutto. Le impronte sono queste, le stiamo seguendo e lo troveremo".
Izuku annuì appena, portando gli smeraldi sulle impronte che affondavano nella neve, permettendogli di capire il percorso di quell'uomo. Non poteva dire che non avrebbe pensato a Katsuki... Era impossibile. Ma doveva restare lucido e concentrato, per poter tornare da lui.
L'amore... Per amore lo avrebbe fatto. Per amore sarebbe andato a prendere Endeavor, si sarebbe vendicato e poi sarebbe tornato da lui, a stringerlo tra le sue braccia, a dirgli quanto lo amasse...
Così, senza dire niente, si rivestì della sua maschera, afferrando le sue pistole e muovendosi in silenzio dietro quelle impronte. Il suo cuore batteva da fargli credere che perfino il ragazzo dietro di lui lo avrebbe potuto sentire. Ma ormai le fragilità erano uscite fuori, e un battito cardiaco un po' troppo rumoroso non poteva sicuramente creare del disagio.
I passi veloci e silenziosi di Izuku gli permettevano di annullare quasi la sua presenza, balzava con leggiadria da un albero all'altro nascondendosi ed osservando i dintorni in cerca di movimenti, ma tutto era perfettamente in ordine.
Troppo...
Assottigliò lo sguardo, rannicchiandosi a terra, seguito da Shoto che rispetto a lui respirava quasi con l'affanno.
"Hai visto qualcosa...?".
"Si aspettano il nostro arrivo... Dobbiamo... Dobbiamo pensare ad un piano alternativo... Così ci faranno fuori sicuramente".
"Andiamo a pesca...?".
Gli occhi verdi si puntarono di scatto in quelli dell'eterocromatico, confusi e distratti: "Che stai...?".
Ma lentamente le sopracciglia si sollevarono, districando quelle rughe di espressione dovute al suo volto corrucciato. Un'esca...
"A volte bisogna fare uno sforzo immane per poter afferrare ciò che si vuole realmente, giusto...?".
Izuku si voltò di nuovo dove le orme proseguivano, con la mente che girava incessantemente. Sì, uno sforzo...
Iniziò a districarsi del lazo che aveva agganciato alla vita e con una velocità impressionante, da stupire perfino il maggiore che era di fronte a lui, iniziò a creare nodi sul proprio corpo, facendolo sembrare un prigioniero. Con i denti tirò quasi con forza la cima finale che avrebbe poi tenuto Shoto, sigillando i polsi insieme, mentre tra le sue dita, nascosta, c'era quella opposta, che aveva tutto il ruolo importante.
Si era legato totalmente, come un salame, un insaccato da vendere.
"Tu... Tu tieni questa. Saremo due esche, lui ti lascerà avvicinare. Sei il suo gioiello. Ho fatto un nodo di sicurezza proprio qui ai polsi. Più tu tirerai, più il nodo si stringerà, mentre a me basterà lasciare andare la cima opposta, e le corde si districheranno. Ho un coltello, e due pistole, ed in più sono veloce. Basterà così poco, e la sua vita lascerà in suo sudicio corpo".
Shoto esitante afferrò la corda, assottigliando lo sguardo: "Quando sparerai... O farai il primo passo... Morirai".
"Non mi importa - Sussurrò, abbassando lo sguardo, coperto dalla maschera - Tu portami da Endeavor. E rendi la cosa credibile... Se dovessi morire... Riportami indietro, da lui".
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