17 dicembre, lunedìalba 7.32 - tramonto 16.40due lanterne cinesi

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"È come... come se accendessero una qualche corrente, questi dieci minuti."

"Mi spieghi meglio, Chiara."

"Non l'ho ancora capito esattamente nemmeno io, dottoressa. Ho la

sensazione che ogni giorno trasmetta a quello che viene dopo una specie di

possibilità. Che poi magari non si realizza, eh. Ma che ha a che fare con..."

"Con?"

"Con la fantasia e con la perversione di quella che per comodità chiamiamo

vita. Diciamo così. E con l'accettare che noi siamo molto meno fantasiosi, molto

meno perversi di lei. Qualcosa del genere."

"..."

"..."

"Basta davvero un attimo, no?"

"Per fare che cosa, dottoressa?"

"Perché i nostri schemi emotivi e mentali, da cui l'inconscio si sente protetto e

che consideriamo i confini della nostra identità, si rivelino in realtà dei limiti."

"Ci devo pensare."

"Ci pensi."

"..."

"..."

"...In effetti, dottoressa: possibile non mi fossi mai nemmeno accorta che, a

tre passi da casa, esiste un posto che si chiama Casa del Ricamo? E che esistono

riviste specializzate di punto croce, dibattiti in Internet, scuole di pensiero?"

"Allo stesso modo, chi non ha niente a che fare con la letteratura potrebbe

stupirsi delle recensioni, delle classifiche dei libri più venduti, delle faide

editoriali di cui mi parla lei..."

"Cose che invece per me sono pane quotidiano. Sono il mio mondo."

"E mentre lei si rifugia nel suo mondo, il resto del mondo dove va a finire?"

"...Sa, avevo scritto un racconto, qualche anno fa. Non l'ho mai pubblicato,

però."

"E?"

"Si intitolava Egoland."

"Egoland."

"Parlava di una città dove ognuno vive in un palazzo rosso, blu, verde,

comunque di un colore solo: ed è convinto sia l'unico possibile e immaginabile...

Strano, no?"

"Cosa?"

"Era un racconto sul pericolo del conformismo, delle ideologie. Io, al contrario

degli abitanti di Egoland, mi sentivo libera, aperta e indipendente. Invece."

"Invece?"

"Invece mi sa che ci abito pure io."

"A Egoland."

"A Egoland."

"Sa, Chiara: ci abitiamo quasi tutti. Se Egoland è la cittadina dei retaggi

dell'infanzia, delle coazioni a ripetere e degli attaccamenti, è difficile evadere."

"A meno che Egoland non esploda, come è successo a me, un anno fa."

"Una grande occasione."

"Un dolore senza precedenti."

per dieci minutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora