"Buongiorno, Ato."
"Buongiorno, Chia'."
"Già in piedi?"
"Domani quella d'Italiano interroga. Devo studiare un botto."
"Che cosa?"
"Il Seicento."
"Tutto insieme?"
"Sì. I fatti salienti, le contraddizioni e le opere d'arte." Ripete testualmente il
titolo del capitolo della sua antologia.
"Di tutto il mondo?"
"In Italia, Inghilterra e Germania."
"E in Olanda?"
La mostra di Vermeer ha aperto circa un mese fa, alle Scuderie del Quirinale.
È a pochi passi da casa nostra. Insomma, mia.
Ma se penso a una mostra, ecco: si fa davvero inverosimile per me parlare al
singolare.
Perché sono la passione di Mio Marito, i quadri.
Oltre a fuggire dal Natale, i nostri viaggi per il mondo si sforzavano sempre di
trovare ricambiato il mio amore per la natura e il suo per le opere d'arte.
Io cercavo animali strani, saline, foreste pluviali, deserti: e lo prendevo per
mano.
Lui cercava musei, cattedrali, capolavori: e mi prendeva per mano.
Se la nostra, come ogni giorno minaccia di fare, si rivelerà una fine e non solo
una crisi, chi lo porterà per boschi?
Chi mi porterà per musei?
Chi si occuperà di tutte quelle parti di noi che diciotto anni fa è stato l'altro a
inventare, che per diciotto anni è stato l'altro a tenere in vita?
Me lo domando tutti i giorni.
Me lo domando ora, mentre con Ato entro alle Scuderie e prendo due
audioguide, studio il catalogo. Cose che hanno sempre fatto tutte le persone che
non erano me, quando, fino a oggi, visitavo una mostra: perché tutte le persone
che non erano me non avevano la fortuna di stare con Mio Marito. Più preciso di
qualsiasi audioguida, più appassionato di qualsiasi catalogo.
Respiro. Inspiro.
"L'Olanda del diciassettesimo secolo è un paese dove la ricchezza è diffusa e
poco concentrata. Il livellamento calvinista impedisce che nascano regge
nobiliari sul tipo di quelle diffuse in Italia o in Inghilterra,"attacca l'audioguida.
La odio. Odio me che ho bisogno di questa voce metallica per orientarmi qui
dentro. Ma Ato la ascolta attento: l'idea di portare alla professoressa d'Italiano
una tesina sul più grande pittore del Seicento lo eccita. "Stavolta ci scappa
l'otto," mi ha detto uscendo di casa.
Ci dividiamo per le stanze delle Scuderie, ognuno con il suo aggeggio.
Mio Marito mi manca a ogni angolo, in ogni quadro.
Tutti i nostri viaggi, tutte le avventure, i graffiti cinesi che mi ha aiutato a
interpretare, i lemuri che l'ho aiutato ad accarezzare, si danno d'un colpo
appuntamento, dentro di me.
E davanti a La stradina la nostalgia si fa intollerabile.
"Eccoci giunti a La stradina: è il grande capolavoro dell'artista olandese,"
recita la voce metallica.
"Fin qui perfino io ci arrivavo da sola, grazie," sibilo.
Eccoci giunti, comunque.
Eccomi giunta.
"In questo mirabile quadro Vermeer ci offre molta della bellezza poetica di
Delft, le sue strade tranquille, gli edifici pittores..."
Non ne posso più, mi strappo l'auricolare. Faccio un cenno ad Ato.
"Vieni a chiamarmi fra dieci minuti esatti?"
E mi piazzo lì.
Ferma.
Davanti al "grande capolavoro dell'artista olandese".
Senza l'audioguida, senza consultare il catalogo.
Senza Mio Marito.
Che cosa vedo?
Le strade tranquille di Delft, i suoi edifici pittoreschi: certo.
Le facciate di mattoncini rossi, i portoncini di legno, le imposte. Una donna
ricama nella sua stanza, un'altra, in un vicoletto, è tutta indaffarata a pulire, due
bambini giocano, accovacciati a terra.
Passa un minuto.
Ne passano due.
Tre.
Non so più quanti ne passano, quando eccola.
Ma sì, sì. Eccola.
Mi appare: la vita. Che scorre, semplicemente. Lungo questa stradina di Delft.
Scorre. Per le due donne, per i bambini.
Per tutti.
Implacabile.
Sempre uguale.
Implacabile perché sempre uguale.
Perché sempre uguale, a tratti bellissima.
E improvvisamente capisco, so.
Che non sono i viaggi per il mondo, non sono i deserti immensi, le cattedrali,
gli eserciti di terracotta, i panda, i canyon con Mio Marito che mi mancano: no.
Non sono "i fatti salienti, le contraddizioni e le opere d'arte". Ma è quella cosa lì
che mi manca.
La nostra vita sempre uguale.
Bellissima.
Implacabile.
Ato mi tocca leggermente una spalla: sono passati dieci
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Aléatoire© Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione nella collana “I Narratori” novembre 2013 ISBN edizione cartacea: 9788807030710 A Yab, per tutti i minuti del suo futuro In ogni essere umano esistono facoltà latenti attraverso le quali egli p...