Con quella solita fatica ad alzarmi dal letto e queste insolite unghie fucsia, mi
preparo il caffè, lavoro al romanzo, vado per la prima volta nella mia nuova
palestra.
Faccio mezz'ora di tapis roulant, un quarto d'ora di cyclette, venti minuti di
addominali.
A parte un signore che lavora con un personal trainer per combattere la
sciatica non c'è nessuno, tre dei sei televisori sono sintonizzati su La prova del
cuoco, due su un canale di televendite, uno su Rai Sport: nessuna mia terribile
sosia all'orizzonte, la Royal Club per il momento non mi tradisce.
Torno a casa, lavoro ancora al romanzo, sbocconcello una Girella e uno
yogurt, come sempre da quando non ho più Mio Marito da imitare, per pranzare
e cenare da persona normale - cosa che in verità non mi è mai riuscita un
granché bene.
Poi citofona Rodrigo: eccolo qui, bello e complicato, come sempre.
C'è qualcosa dentro di me/ è sbagliato/ ma ci rende simili è il verso di una
canzone del gruppo dove suona, gli Afterhours. E dice tutto, per quanto ci
riguarda.
"Mio."
"Mia."
Ci conosciamo da un paio d'anni, da quando ha composto la colonna sonora per
il booktrailer di un mio romanzo, però è come se la nostra amicizia avesse radici
lontanissime.
È nato a San Paolo, in Brasile, vive un po' qui, un po' lì, per il momento a
Milano, e quando passa da Roma si appoggia sul nostro divano letto.
Mio: mio divano letto.
Ancora non riesco a pensarmi al singolare, tanto più se si tratta di me in
relazione a questa casa. Così, nei primi mesi per necessità, forse adesso per
pigrizia, questa casa si sta trasformando in un'arca di Noè, un posto dove
difendersi da quel diluvio universale che è la solitudine e sbracare tutti insieme,
fra animali di specie diverse - soli per scelta, soli per vocazione, soli perché
capita, soli perché abbandonati.
Mio Marito e io, a Vicarello, abbiamo vissuto sempre con la porta aperta al
possibile: ma quando si richiudeva c'era lui con me. Adesso, quando la porta si
richiude, a volte mi sento ancora più sola e più vuota di prima che la aprissi per
fare entrare qualcuno.
Certo, sto scoprendo che le persone smarrite hanno un istinto eccezionale per
trovarsi fra di loro, facendo lo slalom attraverso le famiglie felici, le coppie che
funzionano, quelle che non funzionano più ma comunque vanno avanti, le loro
dolci abitudini del weekend.
Però quel vuoto, mentre fra persone smarrite ci teniamo strette, non è detto
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per dieci minuti
Aléatoire© Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione nella collana “I Narratori” novembre 2013 ISBN edizione cartacea: 9788807030710 A Yab, per tutti i minuti del suo futuro In ogni essere umano esistono facoltà latenti attraverso le quali egli p...