31 dicembre, lunedìSAN SILVESTROalba 7.38 - tramonto 16.49harry potter

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E così, anche questo 2012 ci è riuscito.

È arrivato al capolinea.

Per l'occasione, ho chiesto ad Ato di farmi un regalo: scegliere per me che

cosa fare, oggi, dei miei dieci minuti.

È stato senza dubbio l'anno più impossibile e faticoso della mia vita, quello che

se ne va.

Rimettermi alla volontà di un altro, fosse soltanto per dieci minuti, mi dà la

sensazione di non essere poi così sola, oggi.

Nonostante lo sia.

Nonostante sola, solissima, sia.

Non ho nemmeno un vago programma per questa notte, tanto per dirne una.

Ato andrà a un veglione organizzato dalla sua scuola, Gianpietro è a Firenze

con il suo fidanzato, Elisa18 è a sciare con il suo, Rodrigo a Capoverde con la

sua, Giada farà l'animatrice a una festa per bambini, Annalisa è scesa in Puglia,

dai genitori.

Nessuna delle persone con cui per me avrebbe senso liberarmi del 2012 è a

disposizione.

Ato fa capolino dalla porta della mia stanza, mi trova stesa a letto, a fare la

candela.

"Ho deciso," dice. E mi allunga un libro, Harry Potter e la pietra filosofale. "È

il primo della serie. Non è possibile che non lo hai mai letto. Vedrai che se lo

leggi per dieci minuti, poi non resisti. Lo finirai e vorrai leggere anche gli altri."

Bene: è una bella idea, questa.

Non ho mai avuto niente contro Harry Potter, figuriamoci. Ho, anzi, sempre

nutrito una sconfinata ammirazione per Joanne K. Rowling e per la fantastica

parabola che l'ha riscattata dalla miseria e dalla depressione, portandola a

diventare una delle donne più ricche della Terra, grazie solo alla potenza della

sua fantasia.

Semplicemente, fra tutti quei benedetti-maledetti fenomeni che bucano la

cortina dell'indifferenza generale e la forzano fino a schiuderla nell'immaginario

collettivo, capita che qualcuno ci passi sopra la testa, ci strisci sotto i piedi.

E che non ci raggiunga. Perché stavamo pensando ad altro, perché stavamo

bevendo un caffè, perché eravamo nel posto giusto al momento sbagliato, nel

posto sbagliato al momento giusto.

Capita.

"Non hai ancora letto il mio ultimo libro?" mi ha chiesto il grande Alberto

Arbasino quando ho avuto l'occasione di conoscerlo personalmente. "Beata te!"

Ha sospirato.

Perché, in effetti, il meglio della vita sta in tutte quelle esperienze interessanti

che ancora ci aspettano: con il gioco dei dieci minuti lo sto imparando.

Dunque sta anche nei libri che tutti hanno letto, ma che per qualche

per dieci minutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora