1 gennaio, martedìalba 7.38 - tramonto 16.49primo quarto di luna 7.16shhhhhh

15 0 0
                                    

00:01

00:02

00:03

00:04

00:05

00:06

00:07

00:08

00:09

00:10

"Buon anno."

"Buon anno, Mister Magoo."

Siamo seduti nell'orto di Vicarello, fra i pomodori e le verze. Dal lago, in

lontananza, esplodono i primi fuochi d'artificio.

Mi avvicino a lui. S'avvicina a me.

Ci baciamo.

Per uno, due, cento minuti.

Ancora.

Mentre i fuochi d'artificio impazziscono, i nostri cani in cortile tremano, la

nostra casa di sempre ci protegge, alle spalle, il freddo non ci tocca e la notte ci

scivola addosso. Finché, senza chiedere permesso, arriva l'alba.

E ci trova così.

Sdraiati sulla terra umida, con le gambe intrecciate, la mia pancia incollata

alla sua schiena, come quando eravamo una cosa sola, come quando ci

sembravano inutili tutte le posizioni che dovevamo assumere durante il giorno e

che non erano questa.

"Che cosa volevi dirmi, di tanto importante?" gli chiedo.

Lui si gira, mi accarezza i capelli. Le spalle. Mi bacia sugli occhi. E dice:

"Sono confuso, Magoo. Una parte di me vorrebbe tornare con te, e stare

insieme per tutta la vita. L'altra sa che ci sarebbero altre incomprensioni, altre

Siobhan, altre telefonate da Dublino. E vuole vivere alla giornata. Proprio come

sto vivendo ora. Non fanno per me, certe regole del matrimonio: ormai ne sono

sicuro. Non faranno mai per me. Questo non toglie che tu sia l'unica persona che

conta, la più importante. Insomma, io non riesco a separarmi da te... Tu però

devi davvero imparare ad accettarmi così, come sono. Vivo in una stanza che ho

preso in affitto da un collega, mi sono scoperto piuttosto sensibile a tutte le

Siobhan che ci sono nel mondo: va bene, lo ammetto. E allora perché insisti a

volermi diverso? Puoi darla a bere a tutti, Magoo, ma a me no: agli altri puoi

sembrare una donna, tu puoi illuderti di esserlo. Io però ti conosco. Lo so chi

sei. Sei e sempre sarai una ragazzina spaventata con le trecce lunghe. Una

stupenda, ragazzina spaventata con le trecce lunghe. Che non sa guidare, non sa

prendersi cura di sé, non sa mangiare come si deve e che inciampa, dentro alle

sue paure e per il mondo. Ha bisogno di un uomo che, seppure a modo suo,

sappia proteggerla, quella ragazzina. Un uomo che intuisca quello che di lei

perfino a lei stessa sfugge. Hai bisogno di me, Magoo. Altrimenti perché sei

crollata, quando sono andato a Dublino e a New York?

"Perché ancora non ti rialzi? Perché hai bisogno di me. Ecco perché. Fai pace

con l'evidenza di questa verità e smettiamola di sforzarci per avere un

matrimonio felice. Nessuno ce l'ha. Tutti si arrabattano come possono, si

tradiscono, si deludono, si accontentano. La vita è troppo breve per impegnarsi

a migliorare... No?".

per dieci minutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora