Saranno stati la vecchina della Casa del Ricamo e il fantasma di mia nonna, ma
oggi la nostalgia per Vicarello si fa proprio insostenibile.
Lavoro un po' al romanzo e poi telefono a mia madre: "Sei a casa, a pranzo?".
"Sì, certo."
"Allora aspettami, arrivo."
Ma prima di partire voglio farle una sorpresa.
Poi prendo il treno per Vicarello.
Quel treno.
Il treno che ho preso infinite volte: avanti, indietro. Di nuovo avanti. Indietro.
Verso una famiglia con cui pranzare per la Mia Rubrica, verso lo studio di Mio
Marito per fargli un'improvvisata, verso un cinema, una riunione con il mio
editore, la presentazione di un romanzo, il ginecologo, il dentista. E poi indietro.
A casa. Casa per davvero, casa e basta, casa da sempre, per sempre casa.
La trovo alla stazione che mi aspetta. È stanca, è di fretta anche se non
saprebbe spiegare il perché, è felice di vedermi ma appena scendo dal treno mi
rimprovera perché sono troppo magra: è mia madre.
Ci abbracciamo.
"Tieni." Le allungo un sacchetto con dentro una pirofila, stando attenta a
tenerlo ben dritto.
"Che cos'è?"
"Un tiramisù. L'ho fatto io."
"Tu?" Ride.
"Io." Sono seria. "Ho scoperto un sito di ricette, su Internet. E oggi ho voluto
provare il tiramisù. È sempre il tuo dolce preferito, no?"
"Sì, sì," fa lei. Ma ancora ride. Come se non ci credesse, come se fosse una
battuta delle mie, questa: che io ho preparato un tiramisù. Sua figlia. Quella
tenera imbranata. Un tiramisù. Figuriamoci.
Quando i miei genitori hanno lasciato a me la casa dove sono cresciuta, ne
hanno ricavata una più piccola, sulla stessa strada, da quello che era un fienile
abbandonato. E sono andati a stare lì.
Sono tornati nella vecchia casa quando due mesi fa, finalmente, sono finiti i
lavori di ristrutturazione che mi avevano esiliata a Roma, e hanno affittato il
vecchio fienile a una coppia di tedeschi in pensione.
"Ma appena scade il contratto d'affitto per la tua casa di Roma scade anche
quello dei tedeschi," non si stancano di rassicurarmi. "E se lo vorrai, tu tornerai
a casa e noi torneremo nel vecchio fienile."
Nel patio della loro casetta, i tedeschi stanno giocando a ramino,
approfittando di questo inverno che oggi inverno non sembra, tanto è tiepida
l'aria, limpido il cielo.
Nel patio di casa mia, i nostri due cani si stanno rosolando al sole. Di questo
inverno che oggi inverno non sembra.
Tutto è al suo posto, sono al mio posto io.
Succede così ogni volta che vengo a trovare i miei, da ormai un anno, da
STAI LEGGENDO
per dieci minuti
Diversos© Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione nella collana “I Narratori” novembre 2013 ISBN edizione cartacea: 9788807030710 A Yab, per tutti i minuti del suo futuro In ogni essere umano esistono facoltà latenti attraverso le quali egli p...