29 dicembre, sabatoalba 7.37 - tramonto 16.47all'ikea

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Giada è nata e cresciuta a Vicarello, a due case di distanza dalla mia: siamo

state nella stessa classe all'asilo, alle elementari, alle medie e anche alle

superiori, quando abbiamo cominciato a fare su e giù da Roma.

Oggi fa la maestra di sostegno in una scuola elementare di borgata: è in

assoluto la più generosa della mia arca di Noè, oltre a essere fra le poche di cui

davvero mi fido.

Un'altra è Annalisa: fa l'attrice di teatro e l'ho incontrata neanche un anno fa,

alla presentazione di un libro. Io dovevo presentare il libro, lei doveva leggere

dei brani. Mio Marito, due giorni prima, mi aveva telefonato da Dublino. Il

mondo intero mi pareva un gigantesco, invincibile nemico, ma Annalisa no. È

bastato che mi chiedesse: "Tutto bene?" prima che cominciasse la

presentazione, quando mi ha incrociata nel bagno della libreria con gli occhi

rossi di chi ha appena pianto o vomitato, o sia pianto che vomitato, come nel mio

caso, e l'ho capito subito. Che era un'amica. Una che, a tu per tu con qualcuno a

cui evidentemente nulla va bene, non ha paura di chiederlo: "Tutto bene?". E

soprattutto non ha paura di farsi carico della risposta.

Non ci fossero state Giada e Annalisa, in questo lungo, lungo anno, non credo

sarei sopravvissuta.

Non esagero: nelle prime settimane a Roma, senza Mio Marito, non mi

attraversava nemmeno la mente che bisognasse fare cose come mangiare o

dormire.

Con una pazienza di cui non riuscirò mai a sdebitarmi, un'attenzione continua

e con le parole sempre giuste, anche bugiarde se ce n'era bisogno, Giada e

Annalisa, ogni giorno, me lo ricordavano.

"Mangia."

"Dormi."

"Lui ti ama ancora."

"Cucino io, per te."

"Sicuramente ti ama."

"Resto a dormire qui."

Ancora non sono tornata del tutto in me: e uno degli infiniti motivi per cui

smanio di farlo è restituire a queste donne meravigliose la comprensione, la

tenerezza e la forza che ogni giorno mi danno.

Stamattina, per esempio: Vorrei fare, per dieci minuti, un giro all'Ikea. Mi

accompagnate?

Ho scritto per mail, a tutte e due.

Poche ore dopo, eccole qui: mi accompagnano.

Guida Giada, ci aspetta un vero e proprio viaggio, l'Ikea è all'Anagnina,

dall'altra parte della città.

"Davvero non ci sei mai stata?" domanda Annalisa.

"Mai."

"Immagino che Tuo Marito dicesse le cose che dicono tutti gli uomini..." fa

Giada. "O quantomeno quelle che diceva il mio ex: l'Ikea è il cimitero delle

per dieci minutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora