Capitolo 8

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Ho perso il conto dei minuti che erano passati, forse erano passate ore oppure solo dieci minuti, sta di fatto che mi trovavo tra le braccia di Olga a piangere tutte le lacrime che possedevo.

Mi sentivo tradita e umiliata e anche sbagliata, avevo donato il mio primo bacio all'uomo che mi rendeva la mia vita un inferno, e mi odiavo perchè mi è anche piaciuto, l'emozioni che avevo provato.

Quasi mi viene da ridere a ricordare i mille discorsi con Kris sul primo bacio, secondo lei era la cosa più normale del mondo baciare una persona, lei stessa i sabati sera donava i suoi baci a degli sconosciuti nelle discoteche, per lei è sempre stata una sorte di sfida, amava e odiava gli uomini, credeva fortemente che gli uomini senza le donne non fossero nulla, solo un pezzo di muscolo.

Chissà se Kris è cambiata oppure la pensava sempre allo stesso modo, in questi tre anni non c'è stato un solo secondo che mi domandassi come stesse, se avesse fatto successo con le sue note femministe su internet.

Oppure Emily chissà se era andata al college e se ha conosciuto un ragazzo, all'estero poteva sembrare una ragazza aperta e stupida ma l'intelligenza che avrebbe sconvolto qualsiasi professore di ogni scuola.

Invece io ero qui, rinchiusa in una villa costosa con un'uomo che credeva fortemente di possedermi, molte volte mi sono domandata se concedermi a lui mi avrebbe dato la libertà, per un bacio mi aveva ingannata chissà cosa avrebbe fatto per prendersi la mia purezza.

Mi rifugio il più possibile tra le braccia di Olga e mi rendo conto di aver smesso di piangere mentre lei mi sussurrava dolci parole, proprio come una madre farebbe con la figlia, se non fosse stato per lui a quest'ora sarei impazzita qui da sola.

Dal primo giorno mi ha regalato dolci sorrisi e carezze affettuose facendomi sentire meno sola...poi c'era sempre lui dietro l'angolo a ricordarmi che ero davvero sola, senza via di uscita né felicità.

"Tesoro...ascoltami lo so che può sembrarti impossibile, tu devi combattere per far tornare la luce nel suo cuore...lui non è così cattivo come vuole sembrare" mi sussurra tra i capelli.

Sospiro stancamente, non era la prima volta che mi diceva questa frase, forse pensa davvero che in lui ci sia del buono, ma da quello che ho visto da quando sono qui è l'oscurità che lo circonda, è un uomo freddo e spietato senza un briciolo di pietà per le persone che lo circondano, non ha avuto nemmeno pietà per Nadia.

Nadia...mi scanso dalle braccia calde di Olga per scendere dal letto, indosso velocemente le pantofole e senza dire una parola esco dalla mia stanza per correre nella sua, bussò più volte fin quando non sento la serratura.

Quando la porta si apre rimango confusa nel vederla perfettamente in ordine, se ne sta davanti a me con un sopracciglio alzato e un'espressione annoiata sul volto, passo lo sguardo per tutto il suo corpo trovando tutto al posto giusto.

E io che credevo...

"Stai bene?" domando discretamente.

"Si" maledettamente seria la sua voce nel pronunciare quella sola parola.

Gli indico la stanza facendogli capire se potevo entrare e con uno sbuffo apre di più la porta concedendomi di passare, guardo anche la stanza in perfetto ordine, segno che Olga era passata a rimettere tutto apposto, mi siedo sulla stessa sedia di questa mattina e la guardo con la coda dell'occhio.

"Di cosa hai bisogno Alya?" domanda contro voglia.

"Io..si..ecco io, volevo scusarmi con te, non ho fatto molto quanto Aaron ti ha trascinata via..e volevo sapere cosa ti ha fatto" balbetto e sussurro parole senza senso oppure no.

Lei rimane nella stessa posizione con le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso su di me mettendomi leggermente a disagio, fingo di tossire per alleviare il silenzio fastidioso che si era creato.

"Quindi tu sei la donna di Damon" dice dopo diversi minuti.

Alle sue parole sgrano gli occhi e faccio subito una smorfia schifata, io non ero la donna di nessuno tanto meno di quel ammasso di tatuaggi e muscoli.

"No...io onestamente non so nemmeno perchè mi trovo qui, tre anni fa pensai che Damon volesse solo prendersi la mia purezza ma con il passare del tempo ho capito che non è questo che vuole da me" dico leggermente arrabbiata ma non con lei, con tutta questa situazione.

"Purezza? ma come parli?..cosa sei una bambina di tre anni?.aspetta quindi non avete ancora scopato?" esclama leggermente sconvolta dalla mia confessione mentre io sento le guance bruciare.

Nego con la testa non avendo poi il coraggio di guardarla, devo ammettere che è molto diretta con le parole, si trova perfettamente a suo agio e non arrossisce facendomi capire che che quella sbagliata sono io, ho sempre saputo che la mia innocenza non è normale ma vedermela sbattere in faccia era tutta un'altra storia.

"Aspetta , aspetta...quindi tu non sai chi è lui?" domanda ancora prendendomi la mano.

Alzo un sopracciglio confusa dalla sua domanda, certo che sapevo che era, un mostro senza anima ecco c'era Damon, gode nel vedere la sofferenza negli occhi delle persone e ride quando cadono.

Apro le labbra per rispondergli ma la porta che si apre di scatto mi anticipa facendomi sussultare per lo spavento, l'impatto è stato così violento che la porta sbatte contro il muro, puntiamo tutte e due gli occhi su quest'ultima trovando proprio lui.

Non mi guarda, i suoi occhi sono puntati su Nadia e la mano che stringe la mia, entra senza nemmeno chiedere il permesso, respira velocemente come se avesse appena corso per arrivare, la ragazza al mio fianco non riuscendo a sostenere lo sguardo lo abbassa.

"Alya esci" ordina con serietà senza guardarmi.

"Cosa?" domando più che confusa e contrariata, se Aaron non gli aveva fatto nulla di lui non mi fidavo per niente.

Damon è capace di divorarti l'anima senza nemmeno toccarti.

"Ho detto esci...ora!" urla imbestialito.

Salto sulla sedia come una molla per l'urlo, raramente urla e in questo momento mi sembra di vedere il Damon di quel giorno, occhi rossi per la furia, respiro corto e mani chiuse in un pugno.

"Damon ti prego...non mi sembra il cas..." vengo interrotta dalla sua mano che mi afferra il braccio con violenza, faccio una smorfia di dolore quando vengo trascinata fuori dalla stanza.

Cammina a passo deciso ma invece di entrare nella mia stanza va nella sua, il cuore prende a battere velocemente e le gambe a tremare mentre lui mi trascina come nulla fosse, apre la porta con un calcio e mi lancia dentro senza nessuna delicatezza.

"Forse non ti è chiara una cosa Alya...oppure la presenza di Nadia qui non è positiva" sibila con rabbia avvicinandosi a me che indietreggio a ogni suo passo.

"Io ordino, tu esegui senza ma e senza se"

Le mie spalle toccano il muro dietro di me mettendomi in trappola, il suo respiro colpisce con violenza il mio viso e io socchiudo le ciglia per la paura che possa fare qualcosa che possa ferirmi da un momento all'altro.

"È chiaro?" ringhia contro il mio viso.

La paura è tanta , davvero troppa ed è proprio quella a farmi annuire come vuole lui, ha sempre voluto la mia totale sottomissione in ogni cosa che facessi o lo riguardasse, come se lui fosse il padrone e io il dolce animale domestico al suo fianco.

"Da oggi dormirai qui"

Dangerous ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora