Capitolo 26

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Siamo seduti tutti a tavola aspettando che ci servono i piatti, l'aria è pesante e Damon sembra non sia in grado di controllare la rabbia, è seduto al mio fianco e non stacca gli occhi da Aaron che se ne tranquillamente seduto al suo posto.

Guardo Samantha che cerca in tutti i modi di smorzare l'atmosfera con scarsi risultati, i genitori di Damon sono chiaramente a disagio per le occhiate di quest'ultimo poi c'è Nadia che non mi stacca gli occhi di dosso mettendomi in ansia per il suo sguardo pieno di odio.

"Come pensate di chiamarli?" dice Louis.

"Amanda e Gabriel" dico sorridendogli dolcemente per poi prendere un po' d'acqua.

"Nomi meravigliosi davvero" dice Agata capendo bene il'intenzione del marito.

Ovvero iniziare un discorso così da alleviare la tensione creata, la serata va avanti con qualche piccolo discorso e non mi sfuggono le occhiate che Nadia lancia a Damon che sembra non notare, non so di preciso per quale motivo, forse per far ricordare all'uomo della mia esistenza oppure per la gelosia che stavo provando, sta di fatto che appoggio una mano sulla gamba di Damon accarezzandola dolcemente facendolo irrigidire di scatto.

Faccio finta di nulla continuando a mangiare ma sentivo il suo sguardo bruciare e mi chiedo se la mia reazione non sia ridicola, non voglio sembrare una ragazzina gelosa solo perchè viene guardato, quando provo a sfilare la mano lui la riprende e la stringe con decisione portandola sulla pacca dei pantalone dove avverto subito la sua erezione.

Arrossisco e tossico quando la carne mi fa di traverso, attirando così l'attenzione di tutti su di noi e io credo di andare a fuoco in questo momento.

"Cara ti senti bene?" mi domanda Agata guardandomi preoccupata.

"Si, sol..."vengo interrotta da Damon.

"Sarà l'ennesimo senso di vomito, andiamo Alya" si alza e sposta la mia sedia invitandomi ad alzarmi.

Alzo un sopracciglio non capendo bene le sue intenzione ma mi faccio accompagnare di sopra curiosa di vedere fin dove voglia arrivare e quando apre la porta di una stanza spingendo dentro delicatamente comincio seriamente a preoccuparmi soprattutto quando chiude a chiave.

"Siediti sul letto" ordina roco.

Confusa seguo il suo ordine anche perchè non avevo le forze per litigare, volevo solo tornare a case e mettermi a letto, i piedi mi facevano male e grazie alla gravianza mi sentivo sempre stanca, sgrano gli occhi quando quando si ferma in piedi davanti a me, il viso viso è davvero a pochi centimetri dal suo membro coperto.

"Sei mia lo sai vero?" domanda slacciandosi la cintura e io comprendo perchè mi ha portato qui.

Mi allontano di scatto come se fossi scottata dalla sua vista causandogli un espressione confusa e infastidita.

"Non farò una cosa del genere sapendo che vai con altre!" dico seria incrociando le braccia al petto.

Da parte sua non ottengo risposta ma ridacchia e io credo di non sentirci bene, non l'ho mai sentito ridere da quando lo conosco e ora sentire la sua risata è così strano ma anche così caldo, tanto che mi incanto.

"Siamo gelosi?" domanda basso.

Provo a dire qualcosa ma le sue labbra che si scontrano con urgenza sulle mie me lo impediscono, rispondo subito al bacio con la stessa passione che ci sta mettendo lui, finiva sempre così, litigavamo poi quando mi baciava dimenticavo perfino come mi chiamavo.

"Esisti solo tu" sussurra contro le mie labbra mordendomi piano il labbro inferiore.

Allaccio le braccia intorno al suo collo stringendo di più a me, appoggia le mani ai lati dei miei fianchi e si piega per semplificare il bacio, ansimo tra le sue labbra sentendo la voglia di averlo.

Dangerous ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora