Capitolo 23

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Damon.

Non smette per un secondo di lamentarsi per il dolore che prova facendomi sentire impotente, guardo il suo corpo scosso dai singhiozzi e desidero solo sapere cosa abbia.

Mi sento un grande pezzo di merda per ciò che è successo e il pensiero che la colpa del suo malessere sia mia mi divora, non volevo essere così stronzo con lei, ma i ricordi non mi lasciano.

Quando sto con lei diminuiscono ma basta un solo istante che tornano nella mia mente facendomi credere di stare ancora in quella cazzo di cantina.

Non volevo puntargli l'arma addosso ma in quel momento al suo posto mi è sembrato quel figlio di puttana, se non mi fossi ripreso in tempo non sono sicuro di averla ancora con me, ed ora vederla così mi faceva sentire un verme un vero pezzo di merda.

"Ti sto aprendo il mio cuore e tu fai così?"

No cazzo, non potevo permettere che qualcosa potesse allontanarsi e ritornare ai tre anni passati, in un solo mese avevo tutto ciò che avevo voluto da lei e come sempre tutto ciò che tocco muore.

Accarezzo i suoi capelli umidi per il sudore e il pensiero che qualcuno possa averla in qualche modo avvelenata mi sfiora la mente, se fosse così quel ristorante avrebbe avuto i minuti contati, qualcuno bussa e quando do il permesso un signore anziano entra con il fiatone e una valigetta in meno.

"Salve mi chiam..."

"Muovi se gli succede qualcosa ti ammazzo" ringhio serrando la mascella.

Sussulta e si avvicina ad Alya toccandogli la fronte e poi prende qualcosa nella sua valigetta, ringhio furioso quando cerca di abbassargli le bretelle del vestito, con uno scatto afferro la sua mano stringendola violentemente.

"Devo...devo visitarla la prego" dice e all'ennesimo lamento di Alya cattura la mia attenzione.

Lascio la presa e gli faccio segno di di continuare quando vedo il viso pallido e sudato di Aya, pagherei per prendermi il suo dolore ora, anche tutti i miei soldi se fosse possibile, mi siedo al suo fianco stringendogli la mano mentre il medico si muove velocemente, accarezzo con le nocche la guancia umida, non smette per un secondo di lamentarsi e a un certo punto lancia un urlo pieno dolore.

Guardo il medico che come me non capisce cosa stia succedendo, sento qualcosa stringermi forte la mano e quando abbasso lo sguardo vedo la piccola mano di Alya che cerca di dirmi qualcosa, mi abbasso verso le sue labbra per capire cosa voglia dire.

"Damon...mi sento...bagnata..lì" balbetta a fatica.

Mi allontano dal suo viso e guardo il medico con in mano uno strano affare che non so di preciso cosa serva, mi alzo dal letto facendo il giro arrivando ai piedi del letto al lato destro di Alya.

"Girati" ordino al medico prendendo le caviglie di Alya.

Quando il medico si gira alzo la gonna lunga e guardo la sua intimità facendomi rimanere sconvolto quando vedo le sue mutandine rosa di pizzo sporche di sangue, riabbasso la gonna e la prendo in braccio sentendo le sue lamentele farsi più forti, esco dalla stanza lasciando il medico indietro e quasi corro fuori dall'hotel.

"Oscar guida all'ospedale muoviti" ordino al mio uomo di fiducia mettendomi suoi sedili posteriori con Alya sulle gambe.

Oscar parte sgommando con velocità mentre io stringo forte il suo corpo quasi disperato, no so cosa stia succedendo ma se dovesse succedergli qualcosa non me lo perdonerei mai, guardo il suo viso e mi rendo conto che ha perso i sensi per il troppo dolore, conoscevo bene questa sensazione e non è nulla di piacevole e mi sentivo così impotente a non avere la situazione nelle mani.

Ringhio infastidito quando Oscar frena di scatto, quando mi apre lo sportello esco con sempre Alya priva di sensi tra le braccia, appena metto piede nell'ospedale diversi infermieri corrono verso di noi.

"Cosa è successo?" domanda una di loro.

Non rispondo e adagio con delicatezza Alya su una barella, un dottore corre verso di noi e quando vede Alya sembra capire subito cosa succede e quando la portano via lo prendo per il camice sbattendolo al muro.

"Che cazz succede?" sibilo serrando la mascella.

"La...la ragazza sta avendo un aborto" lascio la presa quasi scottato e mi allontano di diversi passi.

Lui abbassa la testa e corre nella direzione di dove hanno portato Alya mentre io fisso il vuoto sentendo qualcosa muoversi nel petto, non poteva essere vero poi mi ricordo che non ho mai usato il preservativo durante i nostri rapporti e mi maledico mentalmente.

Non so cosa sto provando se felicità oppure rabbia in questo momento, esco dall'ospedale accendendomi una sigaretta con fare nervoso, se dovesse perdere il bambino la colpa sarebbe solo mia e mi odierà per tutta la vita, se non fosse così sarei diventato padre.

Io Damon Rivera l'uomo maledetto, padre.

Dovevo pensare e stare solo ma non poteva abbandonare Alya ora , sicuramente avrà bisogno della mia presenza ma io non sapevo come avrei raggiunto nei due casi, ricordo la felicità di Louis quando mia madre gli disse di aspettare una bambina.

Nonostante le sue preoccupazioni non si è mai abbattuto, talmente felice da festeggiare.

"Signore se vuole seguirmi la ragazza è sveglia, si trova nella stanza sedici" un'infermiera mi affianca.

Mi rendo conto che è passato molto tempo da quando sono uscito per una sigaretta quando vedo il filtro completamente bruciato.

"Mio figlio?" dico seriamente.

"Siamo riusciuti a impedire l'aborto" dice contenta.

Gli volto le spalle entrando e camminando deciso verso la stanza che mi ha detto la ragazza, prima di aprire la porta sospiro pesantemente, sento delle voci all'interno e poi la sua e solo per questo l'apro con decisione.

Lei e il medico si girano di scatto verso di me e Alya appena mi vede sussulta terrorizzata, ma io guardo il medico facendogli capire di seguirmi fuori e dopo aver salutato cordialmente mi segue in silenzio, richiudo la porta lasciando Alya confusa.

"Signor Rivera...la ragazza mi ha confessato che stasera ha consumato del pesce crudo e non essendo fresco ha causando una intossicazione alimentare nuocendo al feto e anche il film Horror che ha visto spaventandola ne è stata la causa, consiglio il massimo del riposo e di non prendere nessun spavento, almeno non prima i tre mesi" parla formalmente.

"Film Horror?" domando confuso.

"Si, la ragazza mi ha detto che stava guardando un film Horror quando sono cominciati i dolori" confessa e io sospiro pesantemente.

Annuisco e rientro nella stanza senza nemmeno rispondergli, Alya guarda fuori dalla finestra con una mano sul ventre causando un brivido lungo la schiena.

"Un film Horror davvero?" domando prendendo una sedia sedendomi al suo fianco.

Non mi risponde ma sospira rumorosamente, noto il suo viso umido e capisco che ha pianto e la cosa mi crea come sempre una sensazione fastidiosa allo stomaco.

"Voglio tenerlo" dice dopo un po' senza guardarmi.

Mi innervosisco al pensiero che lei possa credere che l'avrei obbligata ad abortire, i bambini non si toccano, una legge della nostra famiglia parla chiaro ma anche se non esistesse non toccherei mai un esserino innocente.

"Credevi che ti avrei fatta abortire?" domando nervoso serrano le mani.

"Non lo so, dopo ciò che è successo non so con chi ho a che fare" mi alzo di scatto alle sue parole.

Il sangue mi ribolle nelle vene nel sapere che lei mi vede come un mostro, non mi guarda nemmeno fissa fuori dalla finestra con sguardo vuoto facendomi incazzare di più, esco da quella stanza sbattendo la porta con forza e senza rispondergli.

Ho bisogno di sfogarmi.

Dangerous ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora