Capitolo 18

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Stavo ancora tra le sue braccia cercando di calmarmi, lo sguardo da sotto le ciglia mentre fuma una sigaretta e anche se è sbagliato non riesco a trovare un difetto su di lui, caratterialmente deve sciogliersi un po' forse più avanti.

Dopo aver spento la sigaretta raccoglie la camicia facendomi indossare, sono troppo stanca e lui sembra capire perfettamente che non dice niente emntre ml'abbattona, una volta finito mi fa appoggiare di nuovo al suo petto non prima di essersi alzato i boxer e i pantaloni eleganti.

Ascolto chiudendo gli occhi il suo cuore battere normalmente e mi chiedo come faccia, il mio stava scoppiando a momenti, poi un pensiero mi fa rabbrividire e lui sembra accorgersene.

"Alya?" domanda stranito prendendomi il viso tra le mani.

Abbasso lo sguardo sentendomi subito una stupida, sicuramente lui avrà avuto molte altre esperienze, visto come si trova in suo perfetto agio e sa cosa fare, quando mi accarezza il viso quasi mi obbliga a puntare gli occhi nei suoi.

"Che hai ora?" domanda ancora nonostante il mio silenzio.

"È una cosa stupida" dico cercando di alzarmi per allontanarmi dal suo calore ma le sue braccia me lo impediscono.

Mi guarda con rimprovero facendomi spaventare subito, anche se abbiamo avuto un rapporto che mi piace credere sia stato fatto da dei sentimenti, la paura che mi metteva non diminuiva anzi.

"Stavo pensando che sicuramente tu hai avuto altre esperienze, invece io no" sospiro sentendomi un po' meglio di essermi liberata di quel pensiero.

"Ma loro non erano te" alzo di scatto alle sue parole.

Mi guarda intensamente facendomi battere ancora il cuore come succedeva da un mese a questa parte, non avendo le parole appoggio delicatamente le labbra sulle sue cogliendolo all'improvviso visto che non avevo mai preso l'iniziativa io ma sempre lui in tre anni.

Il momento di sorpresa passa subito che le sue mani mi stringono forte e la sua lingua entra prepotente alla ricerca della mia che trova subito, mi lascio andare tra le sue braccia sentendo il respiro farsi corto, ci stacchiamo quando qualcuno bussa alla porta.

"Avanti" dice e io cerco di alzarmi per darmi una sistemata ma lui non sembra della stessa idea che mi tiene saldamente su di lui.

Arrossisco violentemente quando Olga entra con un sorriso che cerca di nascondere davanti a lui.

"Mi ha fatto chiamare?" domanda educata.

"Fai preparare le valigie mie e di Alya per stasera"ordina senza nemmeno guardarla visto che la sua attenzione era rivolta sul telefono, punto lo sguardo su di lui di scatto.

Cosa voleva dire?

Olga piega leggermente la testa per poi sparire dalla stanza, non prima di avermi sorriso dolcemente e facendomi capire che dopo avremmo parlato, chiudo gli occhi sospirando pesantemente quando sento la porta chiudersi.

"Perchè le valige?" domando cercando di sembrare calma.

In realtà l'ansia mi stava mangiando viva in questo momento, avere a che fare con lui è come stare in un labirinto, puoi correre quanto vuoi ma non prima di diverse ore riesci a trovare l'uscita.

"Perchè io e te andiamo in italia" dice staccando gli occhi dal telefono per guardarmi.

Spalanco gli occhi non credendo alle mie orecchie, andare in italia è stato sempre il mio grande sogno, ho sempre sognato di visitarla una volta finiti gli studi, poi ho conosciuto Damon e quel sogno era sparito.

"Davvero?" domando sentendo gli occhi brillare.

Annuisce soltanto e giuro di intravedere un piccolo sorriso ma è così breve che non ne sono sicura, mi lascio su di lui abbracciandolo forte per quando possibile da i suoi muscoli, non riuscivo nemmeno a chiudere le braccia ma ci provi lo stesso.

"Grazie, grazie" strillo contenta.

Sento che sospira pesantemente e per paura di averlo infastidito mi stacco sorridendogli, mi alzo dalle sue gambe e indosso le mutandine che se ne stavano sotto la scrivania, percepivo il suo sguardo bruciarmi addosso ma feci di tutto per non notarlo.

Una volta indossato i vestiti gli passo la camicia ma lui non si muove di un muscolo, sembra stia pensando a qualcosa e dalla sua espressione intuivo non fosse nulla di buono.

"Esci" ordina senza guardarmi.

Sussulto per il tono freddo e distaccato che stava usando ora, lascio la camicia sulla scrivania e senza obbiettare esco dall'ufficio, corro per le scale e quando entro nella stanza trovo olga piegare i miei vestiti.

"Faccio io" gli dico prendendole i visti dalle mani, li piego con precisione quasi maniacale.

"Gli hai aperto il tuo cuore e in lui vedo una luce diversa" pronuncia bloccandomi di scatto.

Fisso davanti a me pensierosa avvertendo la sua presenza dietro, ora mi è più chiaro delle altre volte, lei sa qualcosa del passato di Damon ma non vuole dirmelo e io non ne capivo il motivo, era così orribile da non essere raccontato?

"Olga" mi giro verso di lei e rimango sconvolta quando gli vedo le lacrime agli occhi.

"Oh...perdonami tesoro e che conosco Damon da quando era ragazzo e vederlo così mi commuove" dice asciugandosi le lacrime , sorrisi e l'abbracciai stretta facendogli capire che poteva contare su di me.

Lei è l'unica che mi è stata davvero vicino in tre anni che i miei genitori, di loro non so più nulla ma sono sicura che siano delusi della mia decisione, nulla di nuovo mi dico mentalmente, da quando ero ragazza non hanno mai approvato le mie scelte.

Finiamo di fare le valige tra una risata e l'altra, decido di mettere anche un costume, non si sa mai che andiamo in un posto con il mare, Olga dopo diverso tempo deve scappare in cucina per la cena e io finisco le ultime cose.

"Così avete scopato" dice una voce alla porta.

Sbalzo presa all'improvviso, mi giro trovando Nadia appoggiata allo stipite e mi guardava con cattiveria e invidia? non riesco a comprenderlo.

"Come?" domando fingendo di non aver capito la sua domanda.

Entra con passo sicuro di sé senza staccare gli occhi dai miei, uno strano brivido mi percorre la schiena nel sapere che è entrata nella stanza di Damon sapendo bene che una delle regole più importanti era quella di non entrarci mai.

"Guardati Alya, credi davvero che tu gli basti?" dice con cattiveria.

Mi gira intorno come se fossi una povera preda pronta al macello, trattengo il respiro quando mi tira i capelli leggermente.

"Ti ha scopata come ha scopato me e molte altre" mi dice all'orecchio.

Gli occhi si fanno lucidi alle sue parole, si allontana dal mio corpo solo quando una terza persona entra nella stanza, abbasso lo sguardo quando mi rendo conto che sia proprio lui.

"E tu che cazzo fai qui?" domanda incazzato.

"Volevo dare una mano con le vostre valigie" mente spudoratamente davanti a lui.

Damon cammina a passo furioso verso di noi e la prende per il braccio stringendo così forte da farla gemere, la trascina fuori dalla stanza facendola cadere al suolo.

"Mi stai stancando zoccola, Aaron" urla per farsi sentire dal fratello che esce subito dalla sua stanza.

Io resto ferma sul posto mentre le sue parole mi martellavano in testa, diverse lacrime mi bagnano il viso e quando lancio uno sguardo su di lei la trovo ridacchiare divertita, nonostante Damon e Aaron discutono.

"Smettila di essere incazzato con il mondo solo perchè sei stato torturato a morte!"

Dangerous ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora