Capitolo 30

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Aaron.

Non so di preciso quanto tempo sia passato da quando mi trovo seduto in questa stanza con la schiena al muro, al mio fianco una bottiglia di liquore a farmi compagnia accompagnata da pacchetti di sigarette vuoti, e lei.

Legata al centro della stanza con il viso tumefatto per i colpi subito da Damon, mi guarda con indifferenza e sono sicuro che se non avesse un nastro intorno alle labbra mi avrebbe preso a parole.

Ho fatto del mio meglio per farla innamorare di me, gli ho dato il mio cuore, le mie attenzioni, ho fatto in modo che avesse tutto ciò di cui aveva bisogno, l'ho protetta da mio fratello, portandomi ad odiarlo, avevo capito da subito la sua fissazione per lui, e questo mi ha portato a voler il suo posto, a essere lui.

Ma avere il dubbio che la donna che credo di amare sia stata con lui mi fa sentire male, mi sento tradito da mio fratello.

Ma mai e dico mai avrei voluto che ci finisse Alya di mezzo, e se non fossi arrivato in tempo non me lo sarei mai perdonato, voglio bene ad Alya come ne voglio a Samantha, avrei dato la mia vita per la loro senza nemmeno pensarci.

Mi ero affezionato subito ad Alya, dall'esatto momento in cui ha messo piede nella villa di Damon, il suo sguardo terrorizzato mi scatenava tristezza e odio, ricordo ancora la prima volta che abbiamo parlato.

Anni prima

Guardo il cielo mentre fumo una sigaretta per cercare un minimo di tranquillità, a breve Damon partirà e andremo a discutere con la russia, non sappiamo come andranno le cose e il dubbio che possa perdere mio fratello mi logora dentro.

Dei passi attirano la mia attenzione e quando mi giro trovo Alya che si guarda intorno spaesata, ridacchio facendo cadere la sigaretta a terra per poi schiacciarla con la scarpa e senza farmi notare mi avvicino a lei di spalle.

"Vuoi scappare?" domando in un sussurro.

"Ah!" urla forte facendomi scoppiare a ridere.

Si gira di scatto con una mano sul petto e gli occhi spalancati la sua espressione mi fa ridere ancora più forte di prima, tanto che mi porto una mano sulla pancia, sento che sbuffa quindi cerco di darmi un contegno, soprattutto per lo sguardo che ha in questo momento.

"Scusami" dico asciugandomi le lacrime per le risate.

Incrocia le braccia al petto guardandomi stranita come se cercasse di capire perché gli stia parlando, oppure perchè mi sono avvicinato.

"Non fa niente" sospira abbassando lo sguardo abbattuta.

Restiamo per qualche secondo in silenzio e noto un uomo della sicurezza avvicinarsi a passo svelto seguito da altre due, alzo un sopracciglio confuso non capendo dove siano diretti ma quando si posizionano dietro le spalle di Alya capisco.

"Lei non deve stare qui" ringhia uno degli uomini afferrandola violentemente per il braccio causandogli un gemito di dolore.

"Coglione cazzo fai?" ringhio spingendolo e causando la caduta di Alya.

Mi giro di scatto e la vedo a terra intenta a tenersi il braccio con le lacrime agli occhi, mi piego sulle ginocchia su di lei.

"Stai bene?" domando leggermente preoccupato.

Annuisce soltanto con lo sguardo basso, una strana fitta al petto mi sorprende, non ho mai provato questo sentimento se non per mia sorella Samantha.

"Signore il capo ha dato l'ordine che la ragazza non deve mettere piede fuori dalla villa, eseguiamo solo gli ordini!"

Chiudo le mani in un pugno sentendo la rabbia prendere possesso del mio corpo, soprattutto quando il coglione afferra nuovamente il braccio di Alya alzandola malamente.

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