Capitolo 34

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Diciotto anni dopo.

Epilogo.

Damon.

Guardo senza nessun interesse le sei ragazze in intimo davanti a me, nessuna di loro sembra disperarsi nel trovarsi qui davanti a me mezze nude oppure del grassone al loro fianco, giro il viso verso mio fratello che sembra dello stesso avviso.

"Quanto?" domando serio accendendomi una sigaretta senza nemmeno guardare il coglione.

"Ventimila dollari per ogni ragazza" dice sicuro di se.

Alzo un sopracciglio appoggiando l'accendino sulla scrivania mentre mio fratello ridacchia divertito, pensa davvero che sia cosi coglione da farmi fottere da uno come lui e la cosa mi diverte un po'.

"Venti?" domando sperando di essermi sbagliato.

"Certo Signor Rivera, deve sentirle sono le migliori" dice come lusingato da se stesso.

Ordina alle ragazze di fingere di provare piacere e io mi passo una mano sul volto esasperato, mi servono puttane no attrici, rispondo al telefono senza nemmeno guardare chi sia per il mio sguardo furioso sul grassone.

"Pronto?" dico.

"Damon? ma dove sei?" Alya mi domanda a raffica.

Cazzo sbatto una mano sulla scrivania facendo bloccare tutti, faccio segno a mio fratello di fare uscire tutti tranne il grassone, lui deve aspettare davanti alla mia porta, mentre tutti escono con la coda tra le gambe sentendo i continui richiami di mia moglie.

"Alya è lavoro!" dico cercando di mantenere la calma.

"Andare a letto con altre è lavoro" domanda con voce rotta.

Capisco che sia appena scoppiata a piangere nonostante abbia allontatato il telefono, sospiro e mi passo una mano tra i capelli incazzato nero, odio sentire mia moglie piancere e sopratutto odio che abbia dei dubbi sulla mia fedeltà.

"Non mi sono scopato nessuna Alya!" dico nervoso.

"Ti...ti odio" balbetta tra le lacrime e un leggero dolore mi invade il petto.

Aspiro con forza il fumo della sigaretta ascoltando il suo pianto come mille pugnalate al petto.
"Il mio lavoro non ti riguarda! non ho toccato nessuna puttana porca puttana!" Ringhio sentendo la rabbia prendere il sopravvento.

"Voglio...voglio andare dai miei" dice piangendo.

Sbatto la mano sulla scrivania e ribalto tutto ciò che ne sopra con rabbia, sa sempre come portarmi al limite.

"Tu non ti muovi da lì hai capito? non farmi incazzare Alya, sono puttane che devo comprare!" urlo forte sentendo anche la vena del collo gonfiarsi.

Mi alzo camminando avanti e indietro per il mio ufficio dove a ogni passo ribalto qualcosa, tremo per la rabbia che provo in questo momento, le cose tra noi vanno bene ma come sempre lei ha dubbi su di me e non perde tempo a farmi impazzire.

"Giuralo" sussurra con un filo di voce.

"Te lo giuro sui nostri figli" sospiro perché basta che sento la sua voce delicata e calma per farmi sparire la rabbia.

E quando sussurra di amarmi chiudo gli occhi per la sensazione di pienezza che colma il vuoto dentro di me, Alya con gli anni e con le due gravidanze dopo Amanda e Gabriel è diventata più paranoica.

"Damon sono preoccupata per Gabriel" dice ansiosa.

"Dopo passo a vedere che combina, ho da fare ora Alya ci vediamo dopo" dico nervoso di nuovo.

Dangerous ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora