Capitolo 28

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(Presenti scene di violenza)
Alya.

Quando apro gli occhi la prima cosa che vedo è una porta di ferro e quando cerco di alzarmi mi rendo conto che sono legata a una sedia, mi guardo intorno disperata e sussulto quando vedo una ragazza rannicchiata su se stessa, non si muove e la paura che sia morta mi assale.

"Ehi..." sussurro cercando di chiamarla ma non si muove ne vedo il suo petto muoversi.

Strattono le braccia con la speranza di liberarmi ma mi creo solo del male nei movimenti tanto che mi graffio più volte la pelle, sospiro e lascio perdere, vorrei solo toccare il mio ventre per assicurarmi che vada tutto bene.

Sono più che sicura che Damon mi troverà presto, non mi avrebbe mai lasciato in questo posto umido e puzzolente, ma non posso impedirmi di scoppiare a piangere terrorizzata di quello che potrebbe succedere prima che mi trovi.

Non mi sarei mai dovuta fidarmi di Nadia, il mio più grande difetto è quello di perdonare e fidarmi di tutti nonostante mi facciano del male, do sempre una seconda possibilità e quella che ne subisce sono io.

La mia ingenuità e bontà mi avrebbero fatto uccidere un giorno e forse quel giorno è più vicino di quanto penso.

La porta di ferro viene aperta e un uomo che si regge su un bastone si avvicina a me, dietro di lui ci sono tre uomini spaventossi, uno di loro aveva una grande cicatrice sul viso e l'occhio completamente bianco, rabbrividisco a quella vista mentre l'uomo al centro ordina di posizionare una sedia davanti a me e quando si siede mi guarda con un sorriso inquietante.

"Ora capisco Damon" dice roco guardandomi attentamente.

La mia attenzione viene catturata da uno degli uomini dietro di lui e al fatto che si sta sfilando la cinta, sussulto spaventata e cerco di farmi più piccola possibile sulla sedia anche se essere legata non aiutava.

La mia reazione li fa scoppiare a ridere mentre io inizio a tremare e distolgo lo sguardo quando si abbassa i pantaloni.

"Stai tranquilla non ti toccherà...per ora" dice l'uomo davanti a me.

Chiudo a forza gli occhi quando si avvicina ma quando dopo diversi minuti la risata dell'uomo di fronte e il fatto che non mi sento toccare li riapro e quando mi giro scoppio a piangere forte, l'uomo che si è abbassato i pantaloni si avvicina alla ragazza rannicchiata e con violenza l'afferra per il braccio e mi rendo conto che è viva quando viene sbattuta su un tavolo e l'uomo abusa violentemente di lei, le urla della ragazza si mischiano ai miei no urlati verso di loro.

La ragazza si gira verso di me e io mi sento morire, i suoi occhi sono bianchi e il suo viso sporco di sangue e sporco, non urla più nemmeno quando quella bestia inizia picchiarla senza smettere di abusare di lei.

"Sai che lei è mia moglie e mi tradiva da sei anni?" dice l'uomo minimamente toccato dalla scena.

Giro di scatto lo sguardo non volendo vedere di più, sono sicura che questa immagine non mi lascerà mai più, rivedrò quella povera donna violentata a sangue e picchiata, e mentre guardo l'uomo di fronte sento uno sparo che mi congela.

Fisso le sue spalle con sguardo assente e tormentato, e con la paura di fare la fine di quella donna.

"Spero ti sia divertito, non è un granchè lo so però un buco vale l'altro no?" e quando pronuncia quella frase non riesco a trattenermi e rimetto ai suoi piedi causandogli una risata malata oserei dire.

Vengo afferrata dai capelli in una presa violenta tanto da farmi urlare dal dolore e poi l'uomo che rideva mi colpisce il viso così forte che sento l'orecchio fischiare, resto stordita per qualche minuto.

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