Alya.
Mi porto una mano tremante sulle labbra scoppiando a piangere come una bambina di tre anni, sono ferita per il comportamento di Damon e anche seriamente terrorizzata.
Quando chiudevo gli occhi vedo sempre lui che mi puntava la pistola contro, la colpa però è mia che ho pensato che potesse migliorare, gli ho dato una possibilità e lui l'ha distrutta in mille pezzi.
Anche pochi minuti fa non ha fatto una piega, si è alzato e se ne è andato senza nemmeno dirmi una parola, mi aveva appena lasciata sola nel momento in cui avrei più bisogno di lui.
"Avanti" dico quando sento qualcuno bussare.
Il medico che mi ha visitata entra con una cartellina in mano e un sorriso caldo sul viso, se non fosse stato per lui avrei perso il mio bambino, quando mi ono svegliata e mi hanno detto che stavo avendo un aborto mi sono sentita morire, mi sono toccata la pancia disperata e quando fui certa che stava bene avevo sospirato sollevata.
Anche se sono molto giovane non avrei mai permesso di abortire, lui non avrebbe pagato per degli errori da lui non commessi e l'avrei amato con tutto il mio cuore.
"Allora Signora Rivera, mi scuso per il mio pessimo inglese, spero non sia un problema" domanda con un piccolo sorriso.
"No si figuri ma la prego mi chiami Wilson oppure Alya" dico rifiutandomi di sentirmi chiamare con il cognome di Damon.
Annuisce confuso e mi chiedo cosa stia pensando in questo momento, forse è la prima volta che gli fanno questa richiesta ed è preso all'improvviso, oppure pensava che ero una pazza che renegga il marito.
Chissà.
"Il feto è di tre settimane esatte ed è in perfetta salute, non si deve preoccupare, ma deve stare al massimo del riposo e cerchi di evitare film Horror, almeno per i primi tre mesi" esclama dolcemente e formalmente.
Come posso dirgli che il film Horror è il padre del bambino?
Quando mi hanno domandato cosa mi abbia spaventato così tanto non avrei pensato nemmeno un secondo a dire quella piccola bugia, non avrei mai detto che era Damon mentre mi puntava una pistola contro.
"D'accordo" dico soltanto accarezzandomi il ventre.
"Può tornare a casa oppure in Hotel, mi raccomando" dice prima di uscire dalla stanza.
Sospiro domandomi cosa fare ora, non potevo fingere che non fosse successo nulla e continuare a vivere al suo fianco, avrei dovuto fargli capire che non doveva comportarsi così.Indosso l'abito da sera e trovo delle ciabatte ai piedi del letto e le indosso anche perché le mie scarpe erano rimaste nella camera d'hotel, sistemo un po' la stanza e quando esco ci rimango male nel vedere Oscar e non Damon.
"Signora venga" mi dice serio indicando l'uscita.
Cammino sentendo gli occhi pizzicare per la voglia di piangere che ho, ma decisi che avrei smesso di piangere per ogni cosa è ora che cresco e difenda il mio bambino con i denti se necessario, Oscar mi apre la portiera e la richiude quando mi siedo, fa il giro della macchina partendo subito dopo.Non gli domando nemmeno dove sia Damon perché la delusione del suo comportamento è troppo forte, mi ha sempre fatto vedere che può essere freddo come il ghiaccio ma mai avrei pensato che anche in questa situazione si sarebbe comportato così.
"Non sia arrabbiata" esclama Oscar cambiando marcia.
"Per un uomo non è facile mandar giù certe situazione, soprattutto chi ha avuto un passato triste"
Resto in silenzio sentendo le sue parole entrarmi dentro, ferma la macchina davanti l'hotel e un altro uomo mi apre lo sportello, lo ringrazio entrando seguita da loro e noto che non siano più tre ma sei, alzo un sopracciglio guardando Oscar.
"Per la sua sicurezza, ordine del Signor Rivera" dice soltanto spostandosi di lato per farmi entrare nell'ascensore.
Entrano in tre mentre gli altri credo facciano le scale, mi porto una mano sulla pancia quando le porte si aprono e cammino a piccoli passi verso la stanza con la paura che mi assale, Oscar mi apre la porta e sospiro sollevata di non vedere Damon.
"Grazie Oscar" dico stampandogli un bacio sulla guancia facendolo irrigidire ma mi sorride gentilmente.
Quando sento la porta chiudersi mi sfilo il vestito e togliendomi anche l'intimo entro in bagno per farmi una doccia veloce, quando l'acqua calda mi colpisce la pelle scoppio a piangere per tutta la frustrazione di una sola sera.
In questo momento vorrei essere più lontano possibile da qui, magare tra le braccia calde della mia mamma oppure in quelle di mio padre che mi stringevano con protezione, chiudo gli occhi appoggiando la fronte contro il marmo freddo della doccia e con la mano mi accarezzo la pancia.
"Vedrai che ti vorrà" sussurro malinconica.
"Vi voglio entrambi, sempre" una voce forte mi fa sussultare.
Apro gli occhi girandomi di scatto trovandomi due occhi fissarmi intensamente, restiamo così lui ancora vestito e io dentro la doccia completamente bagnata, faccio scorrere lo sguardo sul suo corpo e mi soffermo sulle mani rosse e sporche di sangue.
"Damon" sussurro tornando a guardarlo negli occhi.
Si sfila il vestito elegante sotto il mio sguardo preoccupato e una volta tolti anche i boxer entra nella doccia, ci fissiamo negli occhi e quando mi afferra il braccio mi irrigidisco ma quando mi fa scontrare contro il suo petto forte e mi stringe scoppio a piangere aggrappandomi disperatamente a lui
"Sono qui" sussurra accarezzandomi la schiena dolcemente.
Restiamo così stretti l'uno all'altra come se il tempo si fosse fermato e quando si stacca dall'abbraccio e appoggia una mano sulla pancia rischio di cadere, la fissa intensamente come sa da un momento all'altro potesse succedere qualcosa, io resto in silenzio aspettando la sua prossima mossa.
"Vi proteggerò sempre Alya a costo della mia vita" dice basso continuando a guardarla.
"Mi dispiace per ciò che ho detto, ero scossa e..." vengo interrotta dalle sue labbra che per la prima volta mi baciano con una dolcezza che non gli appartiene.
Muovo le mie appoggiando le mani sulle sue spalle grandi e forti, niente lingue che si scontrano solo labbra che ci accarezzano e si amano in silenzio, il mio cuore credo che possa scoppiare da un momento all'altro eppure cerco di rimanere più lucida possibile e quando ci stacchiamo per mancanza d'aria resto con gli occhi chiusi.
Sento le sue dita accarezzarmi il viso e le labbra e io mi beo di quel contatto così intimo.
"Mi dispiace"
Apro gli occhi di scatto quando lo sento pronunciare quelle due semplici parole che per lui sono enormi, annuisco e una lacrime mi riga il volto e non per la tristezza ma per la felicità che il lui qualcosa sta cambiando, gli prendo il viso tra le mani avvicinando le labbra alle sue.
"Ti amo Damon"
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Dangerous Obsession
Romance(Sei stata la mia salvezza) Aggiornamenti solo LA DOMENICA Demon Rivera è un uomo freddo e privo di sentimenti, boss della mafia spagnola e con un passato da mettere i brividi. Alya Wilson una dolcissima ragazza dal cuore d'oro e dall'anima innocen...