Capitolo 22

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Stavo indossando l'abito che Damon mi aveva regalato, sono emozionata perché ha detto che mi avrebbe portato a mangiare fuori questa sera e non potevo che essere felice.

Questa è la prima volta che usciamo insieme e anche se ero emozionata la cosa m i spaventava anche un po', Damon ha capito subito che qualcosa mi turbava ma mi ha rassicurata dicendomi che sarebbe andato tutto bene.

Mi guardo allo specchio del bagno e non riesco a vedermi brutta in questo momento, l'abito è lungo con una leggera scollatura sul petto, ma la cosa che amo di questo vestito è il colore, nero pieno di brillantini facendolo sembrare luminoso.

Mi trucco leggermente e cerco di nascondere i segni che Damon mi ha lasciato sul collo per via della sua passione, una volta pronta esco dal bagno trovandolo già vestito con un abito elegante nero e una camicia del medessimo colore, quando si gira verso di me noto le sue iridi azzurre dilatarsi, si avvicina a passi studiati facendomi arrossire per il modo in cui mi sta guardando.

"Sei meravigliosa" dice roco arrivando a pochi centimetri.

Solo noto quanto sia più alto a confronto di me, per potermi guardare negli occhi ha dovuto abbassare la testa quasi toccandosi il mento con il petto, e la cosa stranamente mi piaceva da morire.

"Anche tu" dico soltanto.

Mi indica la porta facendomi capire che dovevamo andare e tenendomi al suo braccio usciamo dalla stanza, come sempre i suoi uomini ci seguono in silenzio come robot, mi chiedo spesso se mangiano oppure vanno in bagno.

Un uomo mi apre la portiera della macchina e salgo seguita subito dopo da Damon, quando lo sportello viene chiuso parte tenendo una mano saldamente sulla mia gamba facendomi rabbrividire di piacere, solo ora noto i suoi piccoli gesti.

Guardo fuori dal finestrino emozionata, Damon mi ha detto che ci troviamo in sicilia, una regione meravigliosa, infatti con le luci della sera sembrava ancora più bella.

Ferma la macchia davanti a un ristorante, stacca la mano sulla mia gamba facendomi sentire una sensazione di vuoto e solitudine, stavo diventando sempre più stupida me ne rendevo conto da sola ma dal suo racconto qualcosa è cambiato in me, non riuscivo più a vederlo come un mostro ma come una vittima.

Mi apre lo sportello allungando una mano verso di me che stringo dolcemente mentre scendo dalla macchina, lascia le chiavi a un uomo con una divisa per poi spingermi all'interno del ristorante, appena entriamo noto subito quando è lussuoso e bello questo posto.

"Avete prenotato?" un ragazzo giovane viene verso di noi parlando una lingua strana.

Guardo Damon cercando di capire se solo io non comprendo ciò che ha detto oppure lui si, ma quando risponde con il suo cognome capisco che il ragazzo ha parlato italiano, sono meravigliata per il modo in cui Damon parla una lingua non sua così bene.

Il ragazzo ci accompagna a un tavolo appartato e sposta la mia sedia invitandomi a sedere ma l'occhiata di Damon lo fa sbiancare e io non capisco perché.

"Guardala ancora una cazzo di volta e ti ritrovi a servire con i denti" sibila tra i denti parlando sempre in italiano e mi innervosisco perchè non capisco cosa succede.

Il ragazzo dice qualcosa per poi sparire e Damon si siede nervoso sulla sedia facendomi rimanere in piedi come una scema, incrocio le braccia al petto guardandolo con riprovero.

"Siediti" ordina tirando fuori il telefono.

Nego con la testa perché il suo comportamento non mi piace per niente e forse è arrivato il momento che sappia che anche io posso tenergli testa.

"Alya se entro due secondi non ti siedi mi alzo io e fidati non ti piacerà" sibila tra i denti.

Se il suo obiettivo è quello di spaventarmi ci è riuscito alla grande perché nemmeno due secondi dopo sono seduta sulla sedia con lo sguardo basso, lui mi evita continuando a scrivere qualcosa al telefono e mi domando con chi parli così tanto durante il giorno, il cameriere ci porta dei piatti, Damon ha preso la bistecca ai ferri mentre io ho preso qualcosa con gli scambi, credo un piatto di pesce, guardo il mio piatto con un sopracciglio alzato.

"Damon?" dico prendendo la forchetta per spostare la testa di questo pesce che sembra guardarmi.

"È pesce crudo se non ti piace faccio portare altro" dice appoggiando il telefono sul tavolo puntando gli occhi su di me.

"Oh...no,no, non serve" gli sorrisi cercando di capire come mangiare sta cosa.

Da sotto le ciglia lo guardo mangiare tranquillo la sua bistecca mentre io sto ancora cercando di capire da dove iniziare, mi guardo intorno e vedo una signora anziana che ha preso il mio stesso piatto e cerco di imitarla.

Quando riesco a prendere qualcosa con la forchetta ci manca che strillo per la felicità e Damon sembra notarlo che alza leggermente l'angolo delle labbra nascondendolo con il bicchiere di vino, assaggio il pesce e rimango interdetta perchè non capisco se mi piace oppure no, la consistenza e viscida ma anche buona.

"Aaron tornerà?" butto la domanda che mi tormenta.

"No" dice soltanto facendo intendere di non continuare con le domande.

Sospiro pesantemente continuando la cena in silenzio, ero così contenta di uscire stasera invece ora me ne stavo pentendo, Damon evitava le mie domande e io non sapevo come avere una conversazione.

Dopo un'ora siamo in macchina e nessuno dei due ha ancora detto una parola, lui sembra come assorto nei suoi pensieri e non vuole condividere con me, ripenso ai miei genitori che hanno sempre condiviso tutto tra loro anche una semplice patatina fritta e speravo di avere anche io un rapporto così con lui.

Forse mi sbagliavo.

Scendo dalla macchina quando si ferma davanti l'hotel e la sbatto con violenza correndo quasi verso la stanza ignorando i suoi richiami, i suoi uomini cercano di starmi dietro ma faccio finta di niente e mi chiudo in camera.

Mi strappo quasi le scarpe graffiando anche la pelle della caviglia e ignoro anche la porta che viene sbattuta con violenza, vengo presa dal braccio e scossa.

"Che cazzo pensi di fare?" mi urla addosso furioso.

"Un'ora damon una cavolo d'ora senza dirmi nemmeno una parola!" urlo anche io arrabbiata.

Lasci la presa sul braccio facendo un passo indietro guardandomi con rabbia, si allontana andando verso l'angolo bar, da quanto è arrabbiato gli tremano le mani mentre cerca di tenere il bicchiere, cammino spedita verso di lui.

"Perché fai così? ti sto dando il mio cuore e tu ti comporti come se non provassi nulla!" strillo forte prendendolo per il braccio ma sussulto quando lui velocemente mi punta una pistola contro.

Faccio diversi passi indietro terrorizzata e con una mano sulle labbra, guardo la canna della pistola aspettando che il colpo parta.

"Cazzo!"

Sbalzo quando lancia il bicchiere contro il muro alle mie spalle, inizio a tremare mentre lo guardo tirarsi i capelli e urlare furioso, a un certo punto avverto un fortissimo dolore alla pancia che mi fa piegare in due.

"Alya?"

Urlo quando il dolore diventa più forte e cado sulle ginocchia, Damon corre verso di me prendendomi velocemente tra le braccia, piango tenendomi la pancia con le mani sperando che il dolore sparisca.

"Fa male!" singhiozzo in preda al panico.

"Oscar!" urla alzandosi per mettermi sul letto, mi rannicchio su me stessa piangendo per il dolore.

Sento la porta aprirsi ma sono troppo stordita dal dolore per capire cosa succede intorno a me, il dolore diventa sempre più forte tanto che tremo e stringo forte la pancia.

"Chiama un cazzo di medico ora!"

Dangerous ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora