Capitolo 27

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Damon

Quando la rabbia ti annebbia la mente non puoi fare nulla per uscirne, il desiderio innato di distruzione e quella voglia disumana di vedere il dolore negli occhi della tua vittima, non si può scappare dalla rabbia, è un essere che ti divora dentro e prende possesso del tuo porto senza che tu possa fare nulla.

La rabbia mi ha accompagnato per quasi la metà dei miei anni, ho sempre lasciato che prendesse possesso del mio corpo facendomi sentire potente, invincibile e immortale.

Il corpo mi trema per la voglia che quell'essere esca e distrugga tutto ciò che mi circonda, lasciando scie di sangue nel mio cammino, e ora mentre guardo quella macchina che ha qualcosa che mi appartiene mi sento impotente per la prima volta.

Mi giro di scatto entrando nella villa a passo deciso con dietro i miei uomini che non riescono a capire come sia potuto cadere ma di questo me ne sarei occupato in un secondo momento, ora il mio obiettivo era solo uno.

Aaron.

Lui e la sua puttana stavano agendo alle mie spalle convinti che io non ne fossi al corrente, ma non avrei mai pensato che per colpire me avrebbero usato Alya e speravo per loro che appena l'avrei trovata non avesse un capello fuori posto.

Spalanco la porta dell'ufficio di Louis trovandolo con gli occhi lucidi e appena mi vede sussulta, non sento nemmeno l'urlo di mia madre che la mia mano sta stringendo il suo collo bloccandogli il respiro, spalanca gli occhi mentre io con tutta la forza che posseggo lo sbatto al muro.

"Dov'è?" sibilo contro il suo viso che sta diventando rosso a causa della mia presa.

Louis corre verso di me cercando di spingermi senza però farmi muovere, la mia mente era oscurata dalla voglia di uccidere e le mie mani bramavano la voglia di finirlo con un colpo in fronte ma quel poco di lucidità che avevo mi sussurra che devo prima trovare Alya.

"Dov'è" urlo stringendo ancora di più la presa.

Cerca di dirmi qualcosa ma non ci riesce, sento che qualcuno mi colpisce alle gambe e sulla schiena eppure non sento ne provo nulla che non sia una furia che non ha nulla a che fare con l'umanità.

"Damon!"

Alzo la mano e lo colpisco sul viso prima di lasciarlo cadere a peso morto per terra, lo afferro per la camina e il mio secondo gli spacca il labbro e lo zigomo, continuo a colpirlo incapace di fermarmi, tra non molto l'avrei ucciso se non fosse stato per gli uomini di Louis, il petto si alza e si abbassa velocemente.

"Non lo so te lo giuro" soffia con grande fatica Aaron.

Se non avessi le braccia bloccate gli salterei ancora addosso, cerco di guardarlo meglio e non provo assolutamente nulla nel vederlo ricoperto di sangue e il suo respiro è lento.

"Levatemi le mani di dosso prima che mi spacchi la faccia" ringhio strattonando la presa che viene lasciata di scatto.

Mia madre e mia sorella vengono allontanate dalla stanza mentre io non stacco gli occhi da quel ragazzo che chiamavo fratello, quello per cui ho sacrificato la mia vita senza pensarci mi aveva tradito.

Louis l'aiuta a sedersi su una sedia ma posso notare che anche lui è furioso infatti non manca la sua mano che si abbatte con violenza sulla sua guancia, Aaron non dice una parola e subisce soltanto in silenzio.

"Quella puttana della tua ragazza ha rapito mia nuova incinta!" urla riempiendosi un bicchiere di liquore.

Non smetto per un secondo di tremare per la voglia che ho di ucciderlo con le mie stesse mani, ma devo cercare di restare lucido e trovarla anche in capo al mondo, tiro fuori il cellulare e chiamo Oscar che aveva la serata libera per passarla con la moglie e i figli.

"Signore?" risponde al secondo squillo.

"Ti voglio nella villa di mio padre ora!" ordino serio guardando negli occhi il pezzo di merda seduto davanti.

"Arri..."interrompere la chiamata senza nemmeno lasciargli il tempo di finire.

Mi rimetto il telefono in tasca e mi accendo una sigaretta pensando a come devo agire ora, Nadia non può aver fatto un passo così grande se non sostenuta ma se Aaron è qui non capisco chi possa essere.

Spalanco gli occhi facendo cadere la sigaretta mi tornano in mente i messaggi anonimi che ho ricevuto in queste settimane da un cellulare non tracciabile, l'informazione dei miei uomini della sua ricomparsa.

"Alan" sussurro sentendo dentro di me scoppiare qualcosa.

Furia, vendetta e istinto omicida.

Mi avvicino a passo svelto ad Aaron che intanto sta cercando di parlare con Lui Se lo prendo per i capelli, ci fissiamo e per la prima volta vedo uno sconosciuto e non il fratellino che ho cresciuto.

"Dimmi che non c'entra quel figlio di puttana" sibilo a denti stretti.

"Ti giuro Damon io non ne sapevo nulla del piano di Nadia, devi credimi" dice con gli occhi lucidi.

Lascio la presa come scottato, faccio diversi passi indietro sentendo il cuore battere all'impazzata, e l'immagine di lei senza vita mi blocca il respiro per qualche secondo.

Non avrei mai dovuto accettare, sapevo ne ero certo che sarebbe successa una cosa del genere ma quando lei mi ha sorriso non sono riuscito a negarglielo, tutta la mia esistenza girava intorno a lei ed ai nostri figli custoditi con cura nel suo ventre.

"Signore ho fatto il prim..."interrompo Oscar che entra nella stanza con il fiato corto, ribalto le sedie e prendendo a pugni il muro così forte che il sangue schizza per l'impatto violento.

Se Alya è nelle mani di Alan dovevo trovarla subito.

"Ribalta la città, voglio più uomini possibili e ammazza chiunque sa qualcosa, scatena il caos non me ne fotte un cazzo, ogni buco della città deve essere controllato e avvisa in città che offro un milione di dollari per chi trova quel figlio di puttana!" ordino cercando di regolarizzare il respiro.

Nella stanza cala il silenzio e non mi sfugge lo sguardo disperato di Aaron, secondo le leggi della famiglia Rivera solo il padre di famiglia può punire il proprio figlio e anche se la rabbia mi acceca ho sempre rispettato le leggi.

"Artur eseguite l'ordine di mio figlio come se fosse il mio, ribaltate la città e trovate mia nuora!" sento lontanamente l'ordine di Louis.

I due uomini esco dalla stanza quasi correndo, se Alan voleva una strage di sangue non mi sarei fermato, se gli avesse tolto un capello mi avrebbe pregato in tutte le lingue del mondo pietà, gli farò capire che il ragazzino che ha torturato in quella cantina non è più indifeso e con le mani legate.

"Aaron Rivera ti sei fatto fottere da una donna buttando umiliazione e disonore nella nostra famiglia e sai bene qualè la punizione per questo" dice Louis duro e autoritario entrando perfettamente nella parte di un capomafia.

Aaron annuisce e poi si gira verso di me per quanto gli è possibile per le ferite che gli ho procurato.

"Verrò disonorato...ma Damon ti prego voglio darti una mano, ucciderò io stesso Nadia e sai che spetta a me, voglio bene ad Alya come se fosse mia sorella" dice con un tono di voce che non gli ho mai sentito.

Mi accendo una sigaretta sotto il suo sguardo attento e guardo Louis e purtroppo ha ragione, spetta a lui essendo la sua donna anche se non sposati, annuiamo soltanto.

"Aaron sarò chiaro, dopo aver trovato Alya non sarai più un Rivera" dice Louis serio.

"Lo so, non mi sarei dovuto innamorare di Nadia, non avrei mai dovuto ascoltarla, voleva il potere e mi aveva fatto un discorso che se ci ripenso mi prenderei a pugni da solo, volevo prendere il tuo posto Damon non lo nego ma non avrei mai fatto del male ad Alya" esclama Aaron con serietà.

Io resto in silenzio perché non riesco a provare pena per lui, ho sempre protetto e amato mio fratello ma ora per me è solo uno sconosciuto che ha permesso questo.

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