3. JACE

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L'odore pungente dello spogliatoio mi assale le narici prima ancora di entrare, ma quasi non ci faccio caso. È da quando sono piccolo che gioco ad Hockey, e il mio povero naso si è dovuto abituare a questo fantastico odore ormai parecchi anni fa.

«Qualcuno deve insegnare alle matricole come fare un passaggio decente» dice Luke a mo' di saluto, fregandosene di abbassare la voce e lasciandosi cadere sulla panca «O quest'anno possiamo fare a meno di presentarci in campo»

Faccio una smorfia in segno di assenso. L'allenamento di oggi è stato particolarmente tosto proprio per questa ragione.

Al vecchio Coach non importava un bel niente di far giocare le matricole, e se facevano schifo non ci pensava due volte a sbatterle in panchina. Quello nuovo invece, insiste che dobbiamo avere tutti le stesse opportunità. Che non possiamo semplicemente far giocare quelli bravi e chiamarla vittoria. Da un certo punto di vista sono accordo con lui, ma dall'altro la cosa mi fa imbestialire. Insomma, non è giusto che la nostra squadra venga appesantita da dei pesi morti senza speranza. Soprattutto all'ultimo anno.

Soprattutto per colpa di gente che non sa nemmeno allacciare i pattini nel modo giusto.

«Concordo» dichiara Taylor, il tono parecchio scocciato «Mi sembra di essere tornato al livello delle elementari»

Dean annuisce e si siede accanto a me «Già, ma ora cambiamo argomento» un sorrisetto strano s'impadronisce della sua bocca mentre mi guarda di sottecchi «Ho saputo che ieri notte hai avuto una visita particolare» annuncia ad alta voce, assestandomi una pacca sulla spalla e alzando un sopracciglio divertito «Ma non era la tua arci-nemica?»

Spalanco la bocca e mi giro di scatto verso Taylor, fulminandolo all'istante «Sei proprio una suocera»

Lui fa appena in tempo ad alzare le mani con finta aria innocente prima che Luke s'intrometta nel discorso, lo stupore dipinto in viso «Aspetta, sei stato con Alex?» domanda scioccato, per poi girarsi verso Taylor «E tu l'hai detto solo a lui?» chiede, indicando Dean. Il mio amico sembra così ferito dalla cosa che in un altro contesto potrei persino ridere. Ma non in questo. In questo non posso fare a meno di essere incazzato nero.

«Non avrebbe dovuto dirlo a nessuno» mi intrometto, riservando a tutti un'occhiata infastidita. A Taylor più che a tutti gli altri.

Ma a nessuno di loro sembra importare un gran che del mio stato d'animo quando continuano il discorso come se io non fossi nemmeno presente.

«Te l'avrei detto stamattina ma eri in giro con Allie» spiega Taylor a Luke, ancora offeso per essere stato tenuto fuori dal gossip «E non mi sembrava una cosa da scrivere per messaggio»

Non posso fare a meno di sbuffare. Sono davvero ridicoli.

«Avete finito?» chiedo stizzito, procedendo a togliermi le imbottiture con movimenti meccanici «Non c'è niente di cui parlare» sottolineo serio «Eravamo ubriachi, non ci siamo riconosciuti e abbiamo fatto sesso. La mattina dopo ognuno è andato per la sua strada. Fine della storia» concludo secco.

Lo spogliatoio si è ormai svuotato quasi del tutto e le mie parole risuonano ancora nell'aria quando Luke si sporge verso di me. Fantastico, adesso fa attenzione a non farsi sentire?

I suoi occhi scuri incontrano i mei per un secondo «E com'è stato?»

La domanda mi spiazza, e per un secondo resto in silenzio. Mi sforzo di afferrare i ricordi della serata, ma la verità è una sola.

«Non lo so» dico frustrato «Non ricordo praticamente niente» ammetto con un sibilo, facendo una piccola pausa prima di aggiungere «E lei nemmeno»

Un breve ed inquietante silenzio è tutto quello che sento prima che le loro risate esplodano, echeggiando nello spogliatoio.

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